lunedì 10 dicembre 2018


WORLD POVERTY, IMMIGRATION & GUMBALLS
Presented by Roy Beck




Alcune persone dicono che l’immigrazione di massa negli Stati Uniti può aiutare a ridurre la povertà nel mondo, è vero questo?                                                         
Beh, non lo è. E lasciate che vi mostri il perché.
Gli Stati Uniti hanno fatto entrare 1 milione di immigranti ogni anno a partire dal 1990. Ora, nel mondo, chi si merita la nostra compassione umanitaria? La Banca Mondiale ha una misura per i più poveri disperati del mondo, essi vivono con due dollari al giorno e quante persone sono nel mondo?

In Africa ci sono 650 milioni di persone che vivono con due dollari al giorno.

In India altre 890 milioni di persone disperatamente povere.           
                           
   La Cina aggiunge altre 490 milioni di persone lasciate con meno di due dollari al giorno.                                                                                                                         
   Il resto dell’Asia ha uno straziante numero di 810 milioni di persone di cui la Banca Mondiale dice che vivono con due dollari al giorno.        
                           
   Infine ci sono altre 105 milioni di persone delle popolazioni dell’America Latina disperatamente povere.

La Banca Mondiale dice che in totale ci sono tre miliardi di persone al mondo, che sono estremamente povere e che vivono con meno di due dollari al giorno.
Ogni anno noi prendiamo un milione di persone e sosteniamo che, in qualche modo, abbiamo contribuito ad una missione umanitaria. Di certo non prendiamo i nostri immigrati da queste popolazioni disperatamente povere, no?

Queste persone sono troppo povere, troppo malate, troppo estranee per farle arrivare qui come immigrati. Noi tendiamo a prendere gli immigrati dai “migliori delle persone povere” nel mondo e il Messico tende a definire il tipo di immigrato che portiamo qui perché la maggior parte delle persone vengono qui dal Messico, e il Messico è povero.

Quante persone nel mondo vivono in un paese il cui reddito medio è più basso di quello del Messico? La Banca Mondiale ci dice che quel numero sono questi tre miliardi più altri 2,6 miliardi di persone. 5,6 miliardi di persone in questo mondo che vivono in paesi con un reddito medio inferiore a quello del Messico.

Quindi cosa ci dice l’élite?

Ci dice che quando noi prendiamo questo milione di immigrati, in un modo e nel altro, stiamo affrontando la povertà mondiale e che dobbiamo farlo senza preoccuparci dell’effetto sui nostri disoccupati, dei lavoratori poveri o dei membri più vulnerabili della nostra società e senza preoccuparci dell’effetto sulle nostre risorse naturali. 

Anche se seguissimo le proposte più radicali a Washington, che attualmente intendono raddoppiare la nostra immigrazione a due milioni al anno stravolgendo totalmente le nostre infrastrutture naturali e sociali, non riusciremo ad avere nessuna notevole differenza e forse potremmo fare del male alle persone povere del mondo.

Perché in quel milione che dobbiamo prendere ci sono i più energici, spesso più istruiti, certamente le persone più insoddisfatte che se non fossero emigrate, sarebbero state gli agenti per il cambiamento per migliorare la maggioranza delle persone di questi paesi.

I veri eroi nel campo umanitario mondiale sono le persone che hanno la possibilità di immigrare in altri paesi, ma restano nei loro e usano le loro capacità per aiutare i propri connazionali.

Sfortunatamente il nostro sistema di immigrazione tende a spingere questo tipo di persone ad abbandonare i loro connazionali.

L’impossibilità di creare anche solo un’ammaccatura è molto peggio di quel che sembra, perché lo scorso anno quando abbiamo fatto entrare un milione di immigrati, questi paesi hanno avuto più nascite che morti: 80 milioni in più nella popolazione più povera e quest’anno.

Il Congresso sta facendo entrare un milione di immigrati legali e sempre quest’anno, secondo le Nazioni Unite, questi paesi avranno altre 80 milioni di persone e l’anno prossimo potrete stare sicuri che se il congresso non verrà fermato dagli elettori americani porterà un altro milione di immigrati e questi paesi sfortunatamente cresceranno di altri 80 milioni di persone e tutto questo impoverisce le nazioni.

Possiamo prenderne 5 milioni ogni anno ma non staremo mai al passo di quello che accade in questi paesi, non in questo secolo.

L’immigrazione non potrà mai essere un mezzo positivo o significativo per distribuire la situazione di sofferenza nel mondo: devono essere aiutati dove vivono.

Il 99,9% di loro, non sarà mai in grado di emigrare verso una nazione ricca. Non c’è speranza per questo, devono fiorire dove sono stati piantati. L’unico posto dove il 99,9% di queste persone possono essere aiutate è dove essi vivono.

Aiutiamoli là!


Trascrizione del video.


Roy Beck, giornalista e studioso statunitense, presidente dell’associazione americana Numbers USA è protagonista di un filmato diffuso su Youtube e Facebook in cui esprime tutto il proprio dissenso sulla politica immigratoria finora adottata dalla Casa Bianca. Il filmato è apparso la prima volta online nel 2010 ed è una versione rivista di una sua teoria del 1996.

mercoledì 5 settembre 2018

ARNOLD EHRET Una dieta alcalinizzante è la chiave della guarigione.

Arnold Ehret più di cento anni fa guarì migliaia di pazienti ritenuti incurabili per la medicina semplicemente attraverso la dieta con l’obiettivo di rimuovere le scorie acide, le tossine e il muco dall’organismo considerate la vera causa della malattia.

È di recente pubblicazione il nuovo libro di Stefano Moment dal titolo “L’amore alla base di tutto”, in cui viene spiegato come molte scoperte moderne hanno confermato le teorie avanzate da Ehret sulla nutrizione.

Ecco alcuni estratti dal libro: “ll grado avanzato di Ehret si riscontra in ogni suo scritto. “L’errore più eclatante e distruttivo dell’uomo è quello di acidificare il sangue con cibi costipanti, ostruenti e muco formanti”, scrisse, anticipando di trent’anni le teorie di Otto Einrich Warburg e tutto quello che è stato scoperto in seguito.

“Il grado di sporcizia interna dell’individuo medio è qualcosa di inimmaginabile”, scriveva il professore bavarese alla vigilia del primo conflitto mondiale e dell’epidemia che avrebbe decimato la popolazione europea.

L’acidosi è uno stato pericoloso del nostro organismo: crea stanchezza, stati infiammatori nei tessuti, sofferenza della mielina del sistema nervoso, aumento dei radicali liberi. Siamo fortunati da circa 75 miliardi di cellule che lavorano in continuazione e che riversano i rifiuti metabolici nei fluidi che le circondano. Tali rifiuti sono acidi e necessitano di un ambiente alcalino per essere eliminati, e non devono accumularsi avvelenando la cellula.

Per mantenere il sangue sempre nel suo stato alcalino, l’organismo in stato di acidificazione tenterà di alcalinizzarsi in ogni modo, ad esempio utilizzando gli elementi minerali, come il calcio, presenti sia nelle ossa che nei denti, e che hanno la capacità di neutralizzare gli acidi in eccesso. Le conseguenze possono risultare in un fenomeno di decalcificazione generale.

Una dieta a base di alimenti alcalinizzanti può invertire il processo degenerativo e far scomparire molti sintomi. Non necessariamente i cibi che hanno un gusto acido sono anche acidificanti. La frutta ad esempio contiene acidi deboli (citrico, malico, tartarico ) che nella digestione vengono ossidati e trasformati in composti alcalinizzanti.

Riteneva necessario quindi eliminare tutti i cibi che creano o apportano muco: farine raffinate, zucchero bianco e cibi di origine animale. La definizione ehretiana di muco si riferisce alle sostanze vischiose, come catarro, colesterolo, flemma (negli antichi trattati di medicina uno dei quattro umori fondamentali del corpo, considerato causa di debolezza e pigrizia) che entrano nell’organismo con i cibi e attecchiscono nel colon, da dove raggiungono tutti gli altri organi e sistemi del nostro corpo.

Depositate sulle pareti intestinali, queste sostanze impediscono l’assorbimento dei nutrienti essenziali. Virare verso un’alimentazione composta esclusivamente da alimenti vegetali come frutta e verdura preferibilmente crude, anche sotto forma di succhi, oltre naturalmente a delle sane abitudini di vita, secondo Ehert mette le persone al sicuro dal rischio di ammalarsi”.

Ecco come l’autore introduce il suo libro:
Arnol Ehret sosteneva che il ritorno ad un modo di alimentarsi più idoneo per l’uomo, permetterebbe l’autoguarigione, coadiuvando il cambio di alimentazione solo con una serie di digiuni leggeri. Il suo metodo consisteva in un progressivo cambiamento delle abitudini alimentari (l’esclusione graduale dei cibi elaborati industrialmente, degli alcolici e di tutti i cibi producenti muco). In digiuni più o meno lunghi, un costante esercizio fisico, in bagni di sole  e d’aria.

Valdo Vaccaro
Chi lo contesta – ed è capitato anche se contestassero me quando ne parlavo – mette in luce soprattutto l’epoca in cui visse il professore e la mancanza di dati scientifici a supporto. Vero è, come dice Valdo Vaccaro, che ad Ehret mancavano certamente dei riscontri importanti, come le prove di Paul Kouchakoff sulla leucocitosi del sangue, che il ricercatore russo portò alla prima Conferenza Mondiale di Microbiologia di Parigi del 1930.

 Gli mancava pure il concetto preciso di enzimi
nel cibo, sviluppato da Edward Howell. E gli mancavano le ricerche di Alfred Bovis e Andrè Simoneton sul potere radiante e sulla vibrazione dei cibi. In verità anche quest’ultimo molto contestato dalla medicina tradizionale. Di tutte queste cose Ehret fu certo anticipatore. Ed è per questo che ho deciso di scriverne




fonte

martedì 3 luglio 2018

METODI DI CURE ALTERNATIVE ANTICANCRO BOICOTTATI


In merito alle nostre ricerche pubblichiamo questo articolo che riguarda Medici e Ricercatori osteggiati dalla Mafia della “Medicina Ufficiale” gestita da potenti lobby che hanno tutt’altro interesse che divulgare questi metodi di cura “Alternativi”, in quanto molti tra questi sono poco costosi o addirittura economici.

Anzi, il loro interesse è quello di portare avanti e quindi ufficializzare solo la CHEMIOTERAPIA che è altamente tossica ed aumenta il cancro, una vera bomba contro il sistema immunitario.

Invece, proprio con un miglioramento delle difese immunitarie si può combattere questa malattia (in merito ci sono molti studi effettuati), infatti questo è proprio un CONTROSENSO…

Ci illudono pubblicando continuamente studi scientifici su riviste gestite da loro e raccogliendo fondi ai danni di gente credulona, ma una vera cura non la ufficializzeranno mai…

Ultimamente pubblicizzano molto le sperimentazioni di un farmaco chemio-terapeutico che dovrebbe agire solo ed esclusivamente sulle cellule tumorali… Praticamente un farmaco con la PATENTE … SI, NANOTECNOLOGIA-FANTASIA …

Ci hanno allontanato completamente dalla Natura ed è proprio da questa che l’uomo dovrebbe ripartire per sconfiggere tutte le malattie in quanto ormai tutti sanno che: L’UOMO PIU’ È VICINO ALLA NATURA E PIU’ LO STATO DI SALUTE MIGLIORA.

INFATTI BUONA PARTE DI QUESTI METODI DI CURE “ALTERNATIVE” ANTICANCRO SONO PIU’ NATURALI … POSSIBILE CHE NESSUNO DI QUESTI SIA EFFICACE PER LA MEDICINA UFFICIALE?!

L’ONCOLOGIA ORMAI NON  È UNA BRANCA DELLA MEDICINA MA UNA VERA E PROPRIA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE finalizzata alla commercializzazione di sostanze altamente tossiche spacciandole per farmaci o peggio ancora medicine nonché attrezzature di cura o di indagine, senza dimenticare i costi di degenza in ospedale in camere asettiche per un costo incalcolabile, atte non a guarire ma a mantenere o provocare tumori a lunga 
scadenza.

martedì 17 aprile 2018

IL REGNO DEL TERRORE DI CRISTOFARO COLOMBO


QUELLO CHE A SCUOLA NON TI INSEGNANO…


Il Regno del Terrore di Colombo, come documentato da noti storici, fu così sanguinoso, il suo lascito così indicibilmente crudele…
Perché tutt’oggi continuiamo ad onorare questo criminale? Perché a scuola e nei libri di storia viene presentato come un eroe?

STERMINI VOLUTAMENTE DIMENTICATI

Ma se ci pensate, l’intero concetto della scoperta dell’America è arrogante. Dopo tutto, i nativi americani scoprirono il Nord America circa 14.000 anni prima della nascita di Colombo.

Sorprendentemente, la prova del DNA suggerisce ora che i coraggiosi avventurieri Polinesiani navigarono con delle piroghe attraverso il Pacifico e si stabilirono in America del Sud molto prima dei Vichinghi. In secondo luogo, Colombo non era un eroe. Quando mise piede sulla sabbia della spiaggia alle Bahamas il 12 Ottobre 1492, Cristoforo Colombo scoprì che le isole erano abitate da gente amichevole e pacifica che si chiamavano Lucayans, Taino e Arawk.

Scrivendo il suo diario Colombo disse che erano un popolo affascinante, intelligente e gentile. Egli osservò che i gentili Arawak furono eccezionali nella loro ospitalità.


I NATIVI AMERICANI PACIFICI, SENZA PRIGIONI NE PRIGIONIERI

“Essi si offrivano di condividere con chiunque e quando si chiedeva qualcosa non dicevano mai di no”, diceva. Gli Arawak non possedevano armi; la loro società non aveva né prigioni, né criminali e né prigionieri. Erano così di buon cuore che Colombo annotava nel suo diario che il giorno in cui la Santa Maria naufragò, gli Arawak lavorarono per ore per salvare il suo carico ed il suo equipaggio.

I nativi furono così onesti che nessuna cosa sparì. Colombo fu così impressionato del duro lavoro di questi isolani gentili che confiscò immediatamente la loro terra per la Spagna e li ridusse in schiavitù per farli lavorare nelle sue brutali miniere d’oro. In soli due anni, 125.000 (la metà della popolazione), degli originali indigeni dell’isola erano morti.

Se fossi un nativo americano, vorrei segnare il 12 Ottobre nel mio calendario come il giorno nero. Incredibilmente, Colombo supervisionò la vendita delle native ridotte in schiavitù sessuale. Le ragazze giovani di 9 e 10 anni erano le più desiderate dagli uomini. Nel 1500 Colombo ne scrisse casualmente sul suo diario.

E disse: “Un centinaio di castellanoes sono così facilmente ottenuti per una donna come per una fattoria ed è assai universale che ci siano molti commercianti che vanno in giro in cerca di ragazze, adesso c’è la richiesta di quelle da nove a dieci anni. Egli forzò questi pacifici nativi a lavorare nelle sue miniere d’oro fino a quando non morivano di sfinimento”.


MASSACRI E VIOLENZE SENZA FINE!

Se un “indiano” non consegnava l’intera sua quota di polvere d’oro alla scadenza data da Colombo, i soldati avrebbero tagliato le mani dell’uomo e gliele avrebbero annodate saldamente attorno al collo per divulgare il messaggio. La schiavitù era così insopportabile per questi dolci e gentili isolani che ad un certo punto 100 di loro commisero un suicidio di massa.

Nel suo secondo viaggio nel Nuovo Mondo, Colombo portò con sé cannoni e cani da attacco. Se un nativo resisteva alla schiavitù, gli si sarebbe tagliato via il naso o un orecchio. Se gli schiavi cercavano di scappare, Colombo li bruciava vivi.

Altre volte mandava cani d’assalto a dar loro caccia, e i cani strappavano via braccia e gambe dei nativi urlanti mentre essi erano ancora vivi. Se gli spagnoli si trovavano a corto di carne per nutrire i propri cani, venivano uccisi bambini Arawak e usati come cibo per cani.

Uno degli uomini di Colombo, Bartolome De Las Casas, fu così mortificato dalle brutali atrocità di Colombo contro i popoli nativi, che smise di lavorare per Colombo e diventò un sacerdote cattolico. Egli descrisse come gli Spagnoli sotto comando di Colombo “tagliavano le gambe dei bambini che correvano da loro, per testare l’affilatezza delle loro armi”.


STERMINI DI MASSA

In un solo giorno De Las Casas fu testimone oculare di come i soldati spagnoli smembrarono, decapitarono o violentarono 3.000 persone native. “Tali disumanità e barbarie furono commesse ai miei occhi come nessun’altra età al confronto “scrisse De Las Casas. “I miei occhi hanno visto questi atti così estranei della natura umana che adesso io tremo mentre scrivo”.

De Las Casas trascorse il resto della sua vita nel tentativo di proteggere il popolo nativo indifeso. Ma dopo un po' non vi erano rimasti più nativi da proteggere. Gli esperti concordano sul fatto che prima del 1492 la popolazione dell’isola di Hispaniola probabilmente contava oltre3 milioni di persone. Dopo 20 anni dall’arrivo degli spagnoli essa si ridusse a solo 60.000.

Nel 1516 lo storico spagnolo Peter Mantyr scrisse” … una nave senza ne bussola, ne carta o guida, ma solo seguendo la striscia degli indiani morti che erano gettati dalle navi, poteva trovare la strada dalle Bahamas a Hispaniola.

A SCUOLA ERA UN EROE…

In realtà Colombo fu il primo mercante di schiavi delle Americhe. Quando gli schiavi indigeni morivano essi erano rimpiazzati con schiavi neri. Il figlio di Colombo diventò il primo trafficante di schiavi africani nel 1505.
Sei sorpreso e non hai mai imparato nulla di tutto ciò a scuola?
Il regno del terrore di Colombo è uno dei capitoli più oscuri della nostra storia…


lunedì 26 marzo 2018

DIESEL SENZA FUTURO?


Il futuro dei motori diesel è sempre più minato dalle politiche governative ma quanto è realmente fondata la lotta al diesel?



Ha destato molto interesse la dichiarazione di Matthias Muller, AD del gruppo VW rilasciata in occasione del salone di Ginevra secondo cui “In un futuro non troppo lontano, il diesel vedrà una ripresa perché gli automobilisti si renderanno conto che si tratta di motorizzazioni molto efficienti”.

Ma gli automobilisti europei sono ben consapevoli delle eccellenti qualità del diesel moderno ed è per questo che da alcuni decenni in tanti lo preferiscono al motore a benzina. Quindi non bisogna convincere gli acquirenti ma i legislatori europei e i sindaci delle grandi città, compatti nella assurda crociata anti-diesel.

Negli ultimi anni la classe politica e i vari governi, influenzati negativamente ed in modo esagerato dalle teorie catastrofiste della OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dal dieselgate, hanno criminalizzato il diesel annunciando drastici divieti alla circolazione e produzione delle auto a gasolio da attuare fra qualche anno.

Ovviamente questi provvedimenti, non supportati da riscontri oggettivi e super partes, ma dettati sull’onda emotiva del suddetto scandalo delle emissioni truccate, stanno condizionando i programmi produttivi dei costruttori e le scelte dei consumatori.

RIDUCE LA CO2
Muller ha inoltre sottolineato che le motorizzazioni diesel sono necessarie per rispettare i nuovi limiti di emissioni CO2 fissati per il 2021 (959/km) e di questo i governi ne devono tener conto. Quella di VW appare come una inattesa retromarcia strategica se si pensa ai frequenti proclami sul futuro elettrico del gruppo tedesco allo scopo di ricostruire un’immagine aziendale (danneggiata dal dieselgate) su basi ambientaliste.

Anche Ford da Ginevra ha lanciato il suo messaggio a favore del diesel, precisando comunque che i costosi investimenti necessari per rispettare i nuovi limiti di emissioni porteranno alla rinuncia di tale motorizzazione sulle piccole cilindrate.

DIESEL IN CADUTA LIBERA
Intanto in attesa che le timide (e forse tardive) voci di questi costruttori a favore del diesel vengono ascoltate almeno a livello UE, il mercato delle auto a gasolio sta progressivamente crollando in tutti i Paesi Europei.

In Germania la percentuale delle immatricolazioni delle vetture diesel è scesa al 30% ed anche in Francia, patria di Peugeot e Renault grandi produttori e fornitori di motori diesel anche per altri marchi, e in Gran Bretagna si assiste a un forte calo delle vendite di vetture a gasolio.

Fino a qualche mese fa l’Italia non era stata ancora contagiata, in termini di vendite, dalla caccia alle streghe anti-diesel, ma dopo le recenti dichiarazioni di alcuni sindaci che hanno preannunciato l’ostracismo verso i diesel dal 2024, si è creato il panico anche da noi.

Proprio in questi giorni ci giungono notizie dalle concessionarie prese d’assalto dai clienti allarmati che chiedono di modificare il loro ordine di un modello diesel con un altro a benzina. Ma non sempre ciò è possibile poiché le fabbriche producono in base agli ordini, poi se la vettura è già immatricolata il problema diventa insormontabile.

Le Case e i concessionari dovranno far fronte a questa emergenza con campagne di sconti straordinari che potrebbero annullare i rispettivi margini di guadagno. Gli automobilisti più disperati e imbestialiti sono quelli che pochi mesi fa hanno ritirato la loro nuova auto diesel euro 6 e si ritrovano ora con un veicolo di ultima generazione ma già di serie B, super svalutato, quasi invendibile, ghettizzato dai sindaci cosiddetti “ambientalisti”. In buona sostanza, ci troviamo di fronte a decisioni superficiali, pericolose, di stampo demagogico che mettono in crisi consumatori e l’intera filiera dell’automobile.

GUERRA ALLE POLVERI SOTTILI
A fasi alterne il motore diesel viene colpevolizzato di inquinare più del propulsore a benzina. Poiché per quanto riguarda le emissioni di CO2 il diesel è in netto vantaggio rispetto al benzina, allora i legislatori si sono accaniti sul particolato PM ) polveri sottili), prodotto peraltro in grande quantità dagli impianti di riscaldamento e industriali (specie se a gasolio, carbone, pellet) degli edifici.

Le polveri sottili sono anche prodotte per via naturale (terreno, vegetazione). Il limite tollerato di polveri sottili nelle zone urbane nell’ambito UE è di 50 mg/m3, valore molto ridotto e di tutta sicurezza se si considera che negli anni ’60-’70-’80, con le industrie vicine ai centri urbani, in assenza di riscaldamenti a metano e con i veicoli privi di qualsiasi dispositivo anti-emissioni, si raggiungevano nelle città industriali del nord come Milano o Torino, normalmente valori di PM superiori a 280-350 mg/m3.

Quindi è scientificamente falso affermare, come usa fare anche gran parte dei media allineati alle politiche catastrofiste, che l’aria delle nostre città è oggi inquinata come mai in passato. E questo vale anche per gli altri elementi inquinanti non sottoposti all’epoca a nessuna regolamentazione o limitazione.



QUANTO POSSONO INQUINARE LE AUTO NUOVE
Per chiarire meglio le differenze esistenti tra motori diesel e benzina in termini di limiti di emissioni Euro 6 (obbligatoria per le auto nuove vendute dal 1° Settembre 2015), riportiamo di seguito i valori previsti.




Benzina + GPL + Metano

·         CO: 1000 mg/km (500 mg/km per diesel)
·         NOx: 60 mg/km (80mg/km per diesel)
·         HC: 100 mg/km (valido x benzina e diesel)
·         HC + NOx: 170 mg/km (solo per diesel)
·         PM: 5-4,5 mg/km (solo x diesel e motori a benzina a iniezione diretta)

Come si può vedere le differenze sono minime, alcune a favore del diesel come le emissioni di CO (monossido di carbonio) dimezzate rispetto al benzina. I limiti degli HC (100 mg/km) sono identici, mentre il divario degli NOx (ossidi di azoto) è minimo. Il limite delle polveri sottili (PM), notevolmente ridotto rispetto alle Euro 4 (-80%) ma invariato rispetto a Euro 5, è identico per le auto a benzina iniezione diretta e per le diesel. Gli NOx per i diesel passano dai 180 mg/km dell’Euro 5 a 80 mg/km.

Per poter rientrare in questo limite è stato necessario ricorrere alla doppia valvola EGR o al post-trattamento dei gas di scarico con il fluido AdBlue (miscela di urea e acqua demineralizzata). Approfondisci qui il tema delle emissioni e cosa cambia tra Euro e ed Euro 6.

MANCA LA CO2, NEMICA DEL PIANETA
Analizzando questi valori, emerge l’assenza della CO2 (biossido di carbonio o anidride carbonica secondo la vecchia nomenclatura). Il motivo è semplice: la CO2 non entra nella lista delle emissioni inquinati poiché è un gas serra non inquinante. Eppure in Europa le emissioni di CO2 sono diventate paradossalmente l’ossessione dei legislatori addetti all’ambiente e dei costruttori, e per questo si è deciso di legiferare a parte attraverso i protocolli di Kyoto, Parigi e seguenti.

LO SCIENZIATO SMENTISCE BRUXELLES
In merito alle polveri sottili ritengo utile riportare uno stralcio di quanto scritto pochi giorni or sono su un noto quotidiano dal prof. Franco Battaglia docente di chimica ambientale presso l’Università di Modena e noto ricercatore presso prestigiosi atenei americani, tedeschi e italiani.

Ma poi, perché il diesel? E’ un ottimo motore, di lunga durata e usa il carburante liquido che la massima densità d’energia, sia in massa che in volume. Qualcuno insiste che le polveri sottili che starebbero provocando una strage: mezzo milioni di morti in Europa, dicono quei geniacci di Bruxelles. Ora, siccome hanno anche affermato che il contributo dei diesel a questa ecatombe è di 10mila decessi, facendo l’aritmetica del caso si scopre che questo contributo è il 2%. Insomma, il 98% dei deceduti per polveri sottili non hanno nulla a che vedere col diesel.” Prosegue il prof. Battaglia: “L’auto elettrica? Scordatevela. Finché avremo carburante liquido e ne avremo per il prossimo secolo nessuno vorrà l’auto elettrica. Neanche gratis. E taccio del fatto che se il nostro parco-auto fosse elettrico, avrebbe bisogno dell’elettricità prodotta da 50 reattori nucleari per essere alimentato. Lo scorso novembre, invitato a Piazza Pulita, un giovanotto che diceva di essere fisico del CNR sosteneva che il non nucleare ma il fotovoltaico avrebbe fornito l’elettricità. Ma s’era dimenticato di fare l’aritmetica: l’impegno economico necessario è pari al nostro debito pubblico, 2mila miliardi di Euro.”

Estremamente interessante lo studio dell’EPA americano e di 4 università europee, citato pochi giorni fa anche su radio Rai dall’ing. Enrico De Vita, uno dei giornalisti tecnici più esperti del settore auto. Ebbene, tale studio dimostra che l’auto diesel emette meno PM10 rispetto ad una a benzina o addirittura elettrica, tenendo anche conto delle polveri sottili derivanti da usura freni, pneumatici, strada e polveri terreno.

GLI ALTRI TRASPORTI INQUINANTI MENO TARTASSATI
In questo mare magnum di falsità scientifiche e tecnologiche anti-diesel, non possiamo fare a meno di sottolineare l’assoluta mala fede dei provvedimenti annunciati, poiché questi colpirebbero il trasporto merci e persone su strada (veicoli industriali, commerciali, pullman, bus), via mare e il trasporto aereo. Come è noto la suddetta tipologia di veicoli si avvale di motori diesel di grossa cilindrata (non potrebbe essere diversamente) e i motori a reazione degli aerei sono alimentati a cherosene (un gasolio meno raffinato).

Un Tir moderno consuma in media 1 litro di gasolio ogni 2-3 km da scarico, mentre un solo giorno di traffico aereo a Fiumicino inquina come 350 mila auto non catalizzate. Per non parlare delle emissioni provenienti dalle navi. La sindaca di Roma, Virginia Raggi, giustifica il suo annunciato provvedimento anti-diesel con la volontà di contribuire a mitigare i cambiamenti climatici (attribuiti alle emissioni di CO2). Ma cosa c’entrano le polveri sottili di cui sarebbero colpevoli le auto diesel?


lunedì 12 marzo 2018

IL DIESEL HA LE ORE CONTATE?


Tutto sembra andare in questa direzione, dopo la recente sentenza del Tribunale di Lipsia che autorizza alcuni Comuni Tedeschi a vietare la circolazione anche per i modelli Euro4 e 5 e dopo la nota di FCA che annuncia anche da parte del Gruppo ancora guidato da Marchionne la progressiva dismissione dal settore, ennesima mossa in un effetto domino che coinvolge le Case costruttrici europee, da sempre leader nella produzione di modelli alimentati a gasolio.

E se dietro l’attacco al diesel ci fossero motivazioni che poco o nulla hanno a che fare con la difesa dell’ambiente, quanto piuttosto manovre di una guerra commerciale non dichiarata ma in pieno svolgimento che vede all’attacco USA e produttori asiatici e sulla difensiva le aziende europee?

Senza inseguire i fantasmi del complottismo, restiamo su questioni concrete: la Commissione Europea rileva che ben 130 città presentano livelli di ossido di azoto troppo alti, e chiede provvedimenti immediati. Il primo: stop alle vetture diesel. Ma si tratta di una decisione giusta?

Chiamata a rispondere sull’argomento nel corso della trasmissione radiofonica da Oscar Giannino, il nostro editorialista Enrico De Vita ha ribadito concetti già altre volte espressi: “Chi muove guerra al diesel agitando lo spauracchio dell’inquinamento e dell’effetto serra, è poco informato e spesso confonde le due questioni che invece andrebbero sempre tenute distinte: effetto serra e inquinamento (inteso come gas nocivi per l’uomo).

L’effetto serra è causato dall’immissione nell’aria di Co2 (anidrite carbonica) gas innocuo, che emettono gli esseri viventi quando respirano ed anche i motori, con un ruolo positivo nel processo della fotosintesi delle piante ma che è anche responsabile del riscaldamento del pianeta. 

Quello che però si tace è che il maggior responsabile del riscaldamento terrestre è il metanoattivo da 60 a 300 volte in più, emesso da tutte le produzioni agricole e dagli allevamenti intensivi di bestiame: ma nessuno chiede di limitare queste pratiche e si preferisce accusare il diesel, che per paradosso è anche il motore che emette fino al 30% in meno di Co2 rispetto agli altri propulsori.

Passiamo ai gas inquinanti: il diesel è totalmente esente da emissioni di ossido di carbonio (CO), che sono pari a zero. Addirittura, sui modelli più recenti non si riesce neppure a misurare la quantità emessa, perché è così bassa che è al di sotto degli standard minimi di rilevamento degli strumenti.
Il diesel ha invece, una produzione di ossidi di azoto (N0x) perché essendo un motore privo di farfalla non parzializza l’aria e ne aspira tanta anche al minimo, rispetto ai motori a benzina che ne aspirano circa un decimo.

Morale, la quantità virtuale di ossidi di azoto attribuita al diesel non è quella reale misurata allo scarico, ma quella che salta fuori nel ciclo NEDC, che prevede numerose soste al minimo. 

Infatti, in autostrada, entrambi i motori, benzina e diesel, respirano grosso modo la stessa quantità d’aria e quindi le emissioni “vere” si equivalgono.

Gli ossidi di azoto, poi, non sono pericolosi per l’uomo da soli: però diventano irritanti se si trasformano in ozono. Ma ripeto, da soli non provocano effetti cancerogeni: è inutile quindi misurare la percentuale di ossidi d’azoto presente nell’aria, perché sono fondamentalmente innocui. Possono dar luogo ad acido nitrico e poi a nitrati (cancerogeni se assunti in grande quantità) ma solo dopo la combinazione con acido carbonico, come accade spontaneamente in natura, quando la pioggia si carica di composti azotati rendendo fertili i terreni”.

Ed il problema delle polveri sottili, del riscaldamento degli edifici che ne producono il triplo o il quadruplo rispetto a tutti i mezzi di trasporto?

“Basta ritornare indietro di qualche anno con la memoria, quando negli anni 60 a Milano la nebbia si tagliava con il coltello: allora, con pochissime auto diesel in circolazione, c’era nell’aria una media 175 mg di polveri sottili per metro cubo, con punte di 1.700, a causa del riscaldamento delle abitazioni col carbone, con l’olio pesante, con la legna. Ma c’era anche chi stava peggio: a Londra, per esempio, si arrivava anche a valori di 5.000 microgrammi per metro cubo.

Nel tempo ci sono state molte modifiche alle norme: il limite di attenzione era di 300, oggi a 50 scatta lo stato d’allerta; metà del parco circolante è formato da auto a diesel, ma l’aria è molto più pulita, con una media annua di 40 e punte settimanali di 70 o 80 mg per metro cubo. Eppure, ce la prendiamo con il motore diesel, che è più pulito anche rispetto al benzina, e non si prendono provvedimenti riguardo i camini ed il riscaldamento domestico”.

Americani e Cinesi hanno una precisa strategia industriale: perché in Europa la assecondiamo?
“In tutte le grandi civiltà, ad un certo momento è nato un virus che ne ha innescato la fine: Qualcosa del genere sta facendo oggi l’Europa, dal punto di vista industriale, mettendo il diesel alla gogna, come non fanno altre nazioni. In Cina, in Giappone, ed anche in America, l’industria sta creando alternative al diesel, ma la stampa, e quindi l’opinione pubblica, non lo demonizza come accade da noi. 

L’Europa sta distruggendo un suo gioiello, rinunciando ad un primato industriale e favorendo economie straniere. visto che le componenti di vetture elettriche o ibride, dalle terre rare per i motori, al cobalto per le batterie a carica rapida, non sono disponibili in Italia. Stiamo sacrificando un’eccellenza che andava difesa, finendo col favorire interessi altrui.