Il futuro dei motori diesel è sempre più minato dalle
politiche governative ma quanto è realmente fondata la lotta al diesel?
Ha destato molto interesse la dichiarazione di Matthias Muller,
AD del gruppo VW rilasciata in occasione del salone di Ginevra secondo cui “In un futuro non troppo lontano, il diesel vedrà una ripresa perché gli
automobilisti si renderanno conto che si tratta di motorizzazioni molto
efficienti”.
Ma gli automobilisti europei sono ben consapevoli delle
eccellenti qualità del diesel moderno ed è per questo che da alcuni decenni in
tanti lo preferiscono al motore a benzina. Quindi non bisogna convincere gli
acquirenti ma i legislatori europei e i sindaci delle grandi città, compatti nella
assurda crociata anti-diesel.
Negli ultimi anni la classe politica e i vari governi,
influenzati negativamente ed in modo esagerato dalle teorie catastrofiste della
OMS (Organizzazione
Mondiale della Sanità) e dal dieselgate, hanno criminalizzato il diesel
annunciando drastici divieti alla circolazione e produzione delle auto a
gasolio da attuare fra qualche anno.
Ovviamente questi provvedimenti, non supportati da
riscontri oggettivi e super partes, ma dettati sull’onda emotiva del suddetto
scandalo delle emissioni truccate, stanno condizionando i programmi produttivi
dei costruttori e le scelte dei consumatori.
RIDUCE LA CO2
Muller ha inoltre sottolineato che le motorizzazioni
diesel sono necessarie per rispettare i nuovi limiti di emissioni CO2 fissati
per il 2021 (959/km) e di questo i
governi ne devono tener conto. Quella di VW appare come una inattesa retromarcia strategica se si pensa ai
frequenti proclami sul futuro elettrico del gruppo tedesco allo scopo di
ricostruire un’immagine aziendale (danneggiata dal dieselgate) su basi
ambientaliste.
Anche Ford da Ginevra ha lanciato il suo messaggio a
favore del diesel, precisando comunque che i costosi investimenti necessari per
rispettare i nuovi limiti di emissioni porteranno alla rinuncia di tale
motorizzazione sulle piccole cilindrate.
Intanto in attesa che le timide (e forse tardive) voci di
questi costruttori a favore del diesel vengono ascoltate almeno a livello UE,
il mercato delle auto a gasolio sta progressivamente crollando in tutti i Paesi Europei.
In Germania la percentuale delle immatricolazioni delle
vetture diesel è scesa al 30% ed anche in Francia, patria di Peugeot e Renault
grandi produttori e fornitori di motori diesel anche per altri marchi, e in
Gran Bretagna si assiste a un forte calo delle vendite di vetture a gasolio.
Fino a qualche mese fa l’Italia non era stata ancora
contagiata, in termini di vendite, dalla caccia
alle streghe anti-diesel, ma dopo le recenti dichiarazioni di alcuni
sindaci che hanno preannunciato l’ostracismo verso i diesel dal 2024, si è
creato il panico anche da noi.
Proprio in questi giorni ci giungono notizie dalle
concessionarie prese d’assalto dai
clienti allarmati che chiedono di modificare il loro ordine di un modello
diesel con un altro a benzina. Ma non sempre ciò è possibile poiché le
fabbriche producono in base agli ordini, poi se la vettura è già immatricolata il problema diventa insormontabile.
Le Case e i concessionari dovranno far fronte a questa
emergenza con campagne di sconti straordinari che potrebbero annullare i
rispettivi margini di guadagno. Gli automobilisti più disperati e imbestialiti
sono quelli che pochi mesi fa hanno ritirato la loro nuova auto diesel euro 6 e
si ritrovano ora con un veicolo di ultima generazione ma già di serie B, super svalutato, quasi invendibile,
ghettizzato dai sindaci cosiddetti “ambientalisti”. In buona sostanza, ci
troviamo di fronte a decisioni superficiali, pericolose, di stampo demagogico
che mettono in crisi consumatori e l’intera filiera dell’automobile.
GUERRA ALLE POLVERI SOTTILI
A fasi alterne il motore diesel viene colpevolizzato di
inquinare più del propulsore a benzina. Poiché per quanto riguarda le emissioni
di CO2 il diesel è in netto vantaggio rispetto al benzina, allora i legislatori
si sono accaniti sul particolato PM ) polveri sottili), prodotto peraltro in
grande quantità dagli impianti di riscaldamento e industriali (specie se a
gasolio, carbone, pellet) degli edifici.
Le polveri sottili sono anche prodotte per via naturale
(terreno, vegetazione). Il limite tollerato di polveri sottili nelle zone
urbane nell’ambito UE è di 50 mg/m3, valore molto ridotto e di tutta sicurezza
se si considera che negli anni ’60-’70-’80, con le industrie vicine ai centri
urbani, in assenza di riscaldamenti a metano e con i veicoli privi di qualsiasi
dispositivo anti-emissioni, si raggiungevano nelle città industriali del nord
come Milano o Torino, normalmente valori di PM superiori a 280-350 mg/m3.
Quindi è scientificamente
falso affermare, come usa fare anche gran parte dei media allineati alle
politiche catastrofiste, che l’aria delle nostre città è oggi inquinata come
mai in passato. E questo vale anche per gli altri elementi inquinanti non
sottoposti all’epoca a nessuna regolamentazione o limitazione.
QUANTO POSSONO INQUINARE LE AUTO NUOVE
Per chiarire meglio le differenze esistenti tra motori
diesel e benzina in termini di limiti di emissioni Euro 6 (obbligatoria per le
auto nuove vendute dal 1° Settembre 2015), riportiamo di seguito i valori
previsti.
Benzina
+ GPL + Metano
· CO:
1000 mg/km (500 mg/km per diesel)
· NOx:
60 mg/km (80mg/km per diesel)
· HC:
100 mg/km (valido x benzina e diesel)
· HC +
NOx: 170 mg/km (solo per diesel)
· PM:
5-4,5 mg/km (solo x diesel e motori a benzina a iniezione diretta)
Come si può vedere le differenze sono minime, alcune a
favore del diesel come le emissioni di CO (monossido di carbonio) dimezzate
rispetto al benzina. I limiti degli HC (100 mg/km) sono identici, mentre il
divario degli NOx (ossidi di azoto) è minimo. Il limite delle polveri sottili
(PM), notevolmente ridotto rispetto alle Euro 4 (-80%) ma invariato rispetto a
Euro 5, è identico per le auto a benzina iniezione diretta e per le diesel. Gli
NOx per i diesel passano dai 180 mg/km dell’Euro 5 a 80 mg/km.
Per poter rientrare in questo limite è stato necessario
ricorrere alla doppia valvola EGR o al
post-trattamento dei gas di scarico con il fluido AdBlue (miscela di urea e
acqua demineralizzata). Approfondisci qui il tema delle emissioni e cosa cambia
tra Euro e ed Euro 6.
MANCA LA CO2, NEMICA DEL PIANETA
Analizzando questi valori, emerge l’assenza della CO2
(biossido di carbonio o anidride carbonica secondo la vecchia nomenclatura). Il
motivo è semplice: la
CO2 non entra nella lista delle emissioni inquinati poiché è un gas serra non
inquinante. Eppure in Europa le emissioni di CO2 sono diventate
paradossalmente l’ossessione dei legislatori addetti all’ambiente e dei
costruttori, e per questo si è deciso di
legiferare a parte attraverso i protocolli di Kyoto, Parigi e seguenti.
LO SCIENZIATO SMENTISCE BRUXELLES
In merito alle polveri sottili ritengo utile riportare
uno stralcio di quanto scritto pochi giorni or sono su un noto quotidiano dal
prof. Franco
Battaglia docente di chimica
ambientale presso l’Università di Modena e noto ricercatore presso prestigiosi
atenei americani, tedeschi e italiani.
“Ma poi, perché il
diesel? E’ un ottimo motore, di lunga durata e usa il carburante liquido che la
massima densità d’energia, sia in massa che in volume. Qualcuno insiste che le
polveri sottili che starebbero provocando una strage: mezzo milioni di morti in
Europa, dicono quei geniacci di Bruxelles. Ora, siccome hanno anche affermato
che il contributo dei diesel a questa ecatombe è di 10mila decessi, facendo
l’aritmetica del caso si scopre che questo contributo è il 2%. Insomma, il 98% dei deceduti per polveri sottili
non hanno nulla a che vedere col diesel.” Prosegue il prof. Battaglia:
“L’auto elettrica? Scordatevela. Finché
avremo carburante liquido e ne avremo per il prossimo secolo nessuno vorrà l’auto elettrica. Neanche
gratis. E taccio del fatto che se il nostro parco-auto fosse elettrico, avrebbe
bisogno dell’elettricità prodotta da 50 reattori nucleari per essere
alimentato. Lo scorso novembre, invitato a Piazza Pulita, un giovanotto che
diceva di essere fisico del CNR sosteneva che il non nucleare ma il
fotovoltaico avrebbe fornito l’elettricità. Ma s’era dimenticato di fare
l’aritmetica: l’impegno economico necessario
è pari al nostro debito pubblico, 2mila miliardi di Euro.”
Estremamente interessante lo studio dell’EPA americano e
di 4 università europee, citato pochi giorni fa anche su radio Rai dall’ing. Enrico De Vita,
uno dei giornalisti tecnici più esperti del settore auto. Ebbene, tale studio
dimostra che l’auto diesel emette meno PM10 rispetto ad una a benzina o
addirittura elettrica, tenendo anche conto delle polveri sottili derivanti da
usura freni, pneumatici, strada e polveri terreno.
GLI ALTRI TRASPORTI INQUINANTI MENO TARTASSATI
In questo mare magnum di falsità scientifiche e tecnologiche anti-diesel, non possiamo fare
a meno di sottolineare l’assoluta mala fede dei provvedimenti annunciati,
poiché questi colpirebbero il trasporto merci e persone su strada (veicoli
industriali, commerciali, pullman, bus), via mare e il trasporto aereo. Come è
noto la suddetta tipologia di veicoli si avvale di motori diesel di grossa cilindrata
(non potrebbe essere diversamente) e i motori a reazione degli aerei sono
alimentati a cherosene (un gasolio meno raffinato).
Un Tir moderno consuma in media 1 litro di gasolio ogni
2-3 km da scarico, mentre un solo giorno di traffico aereo a Fiumicino inquina
come 350 mila auto non catalizzate. Per non parlare delle emissioni provenienti
dalle navi. La sindaca di Roma, Virginia Raggi, giustifica il suo annunciato
provvedimento anti-diesel con la volontà di contribuire a mitigare i cambiamenti climatici (attribuiti alle emissioni di CO2).
Ma cosa c’entrano le polveri sottili di cui sarebbero colpevoli le auto diesel?