domenica 19 novembre 2017

LA VERA STORIA DELL'UNITA' D'ITALIA Parte Seconda

NORD LADRO

Quando si parla d’industria, l’immaginario collettivo pensa al Nord, pensa al triangolo industriale Milano, Genova, Torino, come se il Padreterno avesse eletto i padani a condurre l’economia, come se i meridionali fossero incapaci di produrre beni, ma solo in grado di consumare ricchezza.

Leggendo le statistiche del primo censimento dell’ Unità d’Italia, ci accorgiamo che gli addetti nell’industria:
·                                          Erano 1.595.359 nel Regno delle Due Sicilie
·                                                  Contro i 376.955 del Regno di Sardegna.
·                                                   i 66.325 del Ducato di Parma,
·                                                   i 71.759 di Modena, Reggio Emilia e Massa,
·                                                   i 130.062 della Romagna,
·                                                   i 16.344 delle Marche,
·                                                   i 10.955 dell’Umbria,
·                                                   i 33.456 della Toscana.

Questi sono dati forniti dal governo piemontese nel 1861 e quindi inconfutabili. 1.595.359 addetti nell’industria del Regno Borbonico contro 1.170.859 addetti del resto d’Italia.


La Campania nel 1860 era tra le regioni più industrializzate del mondo ed oggi, dopo 150 anni di potere massonico, è definita “terra di camorra”.

Per oltre un secolo scrittori salariati dal regime massonico hanno denigrato i Borboni ed il loro Regno, tanto che la parola borbonico, nell’accezione imperante, è diventata sinonimo di arretrato, di inefficiente. Naturalmente i pennivendoli del Nord e del Sud, stava e sta a cuore solo il più bieco servilismo nei confronti del regime piemontese prima e borghese massonico capitalista oggi, hanno infangato un popolo, un Regno e la sua amministrazione, la sua efficienza amministrativa e tributaria, hanno infangato i contadini del Sud che erano accorsi a difendere la loro patria chiamandoli briganti, hanno infangato la storia.

Oggi è sotto gli occhi di tutti la voragine debitoria di questo Stato! Nel 1860 scannarono il Sud ed il Sud ha pagato un prezzo enorme alla causa unitaria: quasi un milione di morti, tra fucilati, incarcerati, impazziti, un decimo della popolazione, 20 milioni di emigranti; la spoliazione delle terre demaniali e dei beni ecclesiastici, tutti i risparmi dei Meridionali rapinati.

I pennivendoli di regime continuano a scrivere libri di storia menzogneri sull’ Unità d’Italia, danno al Sud colpe tremende di parassitismo; continuano a chiamare “borbonica” la cattiva amministrazione e la burocrazia di stampo piemontese e, soprattutto sono riusciti ad inculcare nell’immaginario collettivo, senza spiegarne le cause, bombardando continuamente le menti ormai fiaccate della gente, che Sud vuol dire mafia, vuol dire camorra, vuol dire ‘ndrangheta, vuol dire far niente, vuol dire assistito.

Questi pennivendoli sperano di mettere un velo sull’intelligenza umana, di far dimenticare a qualcuno le miserie del Nord, gli eccidi perpetrati dagli invasori piemontesi, le prepotenze dei liberal-massoni di ieri e di oggi e soprattutto vorrebbero farci dimenticare che il Sud era ricco.

Le finanze del Regno delle Due Sicilie nel 1860 costituirono un bottino enorme per i piemontesi ed i mercenari garibaldini al soldo inglese.

Vittorio Gleijeses nella sua Storia di Napoli scrive:
“… Il tesoro del Regno delle Due Sicilie rinsanguò le finanze del nuovo stato, mentre l’unificazione, in quanto il Piemonte e la Toscana erano indebitate sino ai capelli ed il regno sardo era in pieno fallimento. L’ex Regno delle Due Sicilie, quindi, sanò il passivo di centinaia di milioni di lire del debito pubblico della nuova Italia e, per tutta ricompensa, il meridione, oppresso dal severissimo sistema fiscale savoiardo, fu declassato quasi a livello di colonia. Con l’unificazione, A Napoli, aumentarono le imposte e le tasse, mentre i piemontesi videro ridotti i loro imponibili e col denaro rubato al Sud poterono incrementare le loto industrie ed il loro commercio”.

Ferdinando Ritter ha scritto che:
“… il Regno delle Due Sicilie contribuì alla formazione dell’erario nazionale, dopo l’unificazione d’Italia, nella misura di ben 443 milioni di lire in oro, mentre il Piemonte, la Liguria e la Sardegna ne corrisposero 27, la Lombardia 8,1, il Veneto 12,7, il Ducato di Modena 0,4, Parma e Piacenza 1,2, la Romagna, le Marche e l’Umbria 55,3; la Toscana 84,2; Roma 35,3…”.

La ricchezza del Regno delle Due Sicilie era dovuta alla buona amministrazione pubblica che dava autonomia impositiva ai comuni. Il Sud godeva di un patrimonio aureo di poco inferiore al mezzo miliardo di lire in oro, più del doppio di quello degli altri Stati d’Italia.

domenica 5 novembre 2017

LA VERA STORIA DELL’UNITA’ D’ITALIA Parte Prima

Nel 1815, quando i Borboni ritornarono a Napoli, la popolazione era di 5.060.000. nel 1836 di 6.081.993, nel 1846 la popolazione arrivò a 8.423.316 e dieci anni dopo a 9.117.000.
Questo vorticoso aumento della popolazione ha nome e cognome: benessere e progresso civile e sociale. Durante 127 anni di governo i Borboni diedero prosperità a tutto il popolo e da 3 milioni, del 1734, si arrivò ai 9 milioni del 1856.

Cos’era successo? Come fu possibile?
Nel Meridione non si costruivano strade fin dal tempo dei Romani e i viceré spagnoli impoverirono la popolazione esigendo tasse e balzelli, i baroni inselvatichirono la vita civile, le campagne erano abbandonate, i boschi avevano invaso le terre fertili di buona parte del Regno. I pirati razziavano le coste, il commercio non esisteva quasi più e, non essendoci polizia, nessuno rispettava le leggi e solo gli innominati di manzoniana memoria erano i veri padroni della società.

I Borboni riuscirono dove gli altri fallirono, imbrigliarono e resero quasi innocui i baroni, costruirono strade, ricostruirono l’esercito e le amministrazioni locali cui diedero l’antica autonomia, diedero impulso all’industria, all’agricoltura, alla pesca, al turismo.

Da ultimo, tra gli Stati, divenne il primo d’Italia e tra i primi del mondo. 

Le ferrovie, inventate nel 1820, fecero la loro prima apparizione a Napoli (1839) con il tratto che congiungeva la capitale a Portici e poi fu concessa al Bayard di continuarla fino a Castellammare.

A spese del tesoro nel 1842 cominciò quella per Capua e poi l’altra per Nola, Sarno e Sansevero. Nel 1837 arrivò il gas e nel 1852 il telegrafo elettrico. Col benessere aumentava la popolazione in tutto il regno e per questa stessa ragione anche le entrate pubbliche che, di fatto, quintuplicarono.

Le strade erano sicure, non più masnadieri per terra né pirati per mare, eliminate le leggi feudali fecero ordine sui territori e concessero, primi al mondo, la terra a chi la lavorava; furono così estirpate le boscaglie per far posto a frutteti e vigneti; furono prosciugate le paludi in tutto il regno e regalate ai contadini; furono arginati fiumi e torrenti.

Si mise ordine all’amministrazione pubblica.
La scuola pubblica fu istituzionalizzata come primaria e quella religiosa a far da supporto. Laicismo e religiosità si confondevano, dando al regno nuovo impulso culturale. Fiorirono pittori, architetti, scultori, musicisti e grande sviluppo ebbe l’artigianato.

Il Teatro San Carlo fu costruito in soli 270 giorni e la stessa corrente culturale fece nascere l’Officina dei Papiri, il Museo Archeologico, l’Orto Botanico, l’Osservatorio Astronomico, la Biblioteca Nazionale e, primo al mondo, l’Osservatorio Sismologico Vesuviano.


Osservatorio Sismologico Vesuviano
Lo sviluppo industriale fu travolgente e in venti anni raggiunse primati impensabili sia nei settori del tessile che in quello metalmeccanico con 
1.600.000 addetti contro i 1.100.000 del resto d’Italia. Nacquero industrie tecnologicamente avanzate, dando vita a ferrovie e battelli a vapore e costruendo i primi ponti in ferro in Italia, opere d’alta ingegneria in parte ancora visibili sul fiume Calore e sul Garigliano.

Le navi mercantili del Regno delle Due Sicilie solcavano i mari di tutto il mondo e la sua flotta da guerra, terza in Europa dietro quella inglese e francese. Le compagnie di navigazione pullulavano e così pure i cantieri navali, tutti forniti di manodopera di prim’ordine; i suoi maestri d’ascia e così i velai ed i carpentieri erano richiesti in tutto il mondo.

Le industrie tessili, navali, metalmeccaniche pullulavano in tutto il regno: quella di Pietrarsa, con mille operai e settemila d’indotto, ne era la punta di diamante. Gli operai lavoravano otto ore al giorno e guadagnavano abbastanza per sostentare le loro famiglie e primi in Italia usufruirono di una pensione statale in quanto fu istituito un sistema pensionistico (con ritenuta del 2% sugli stipendi).

lunedì 23 ottobre 2017

I PRIMATI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE

  I  PRIMATI  DEL  REGNO  DELLE  DUE  SICILIE
            dal libro "Le Industrie del Regno di Napoli" di Gennaro De Crescenzo

1735  Prima Cattedra d’Astronomia, in Italia, affidata a Napoli a Pietro De                      Martino.
1754  Prima Cattedra d’Economia, nel mondo, affidata a Napoli ad Antonio                   Genovesi.
1762  Accademia d’Architettura, una delle prime e più prestigiose d’Europa.
1763  Primo Cimitero italiano per poveri – il “Cimitero delle 366 fosse”, nei                pressi di Poggioreale a Napoli, su disegno di Ferdinando Fuga.
1781  Primo Codice Marittimo nel mondo – opera di Michele Iorio
1782  Primo intervento in Italia di Profilassi Anti-tubercolare.
1783  Primo Cimitero in Europa ad uso di tutte le classi sociali – Palermo –
1789  Prima assegnazione di “Case Popolari” in Italia – San Leuco presso                  Caserta –
1792  Primo Atlante Marittimo nel mondo: “Atlante Marittimo delle Due                      Sicilie” – elaborato dalla prestigiosa Scuola di Cartografia napoletana.
1801  Primo Museo Mineralogico del mondo.
1807  Primo “Orto Botanico” in Italia a Napoli di concezione moderna.
1812  Prima Scuola di Ballo in Italia, annessa al San Carlo.
1813  Primo Ospedale Psichiatrico italiano – Reale Morotrofio d’Aversa
1818  Prima nave a vapore nel mediterraneo – “Ferdinando I” –
1819  Primo Osservatorio Astronomico in Italia a Capodimonte in Napoli.
1832  Primo Ponte sospeso – il “Ponte Real Ferdinando” sul Garigliano – in                ferro, in Europa continentale.
1833  Prima Nave da crociera in Europa – “Francesco I” –
1835  Primo istituto italiano per sordomuti.
1836  Prima Compagnia di Navigazione a vapore nel Mediterraneo.
1839  Prima Ferrovia italiana, tratto Napoli – Portici, poi prolungata sino a                Salerno e a Caserta e Capua.
1840  Prima Fabbrica Metalmeccanica d’Italia per numero d’operai – 1.050 –  a Pietrarsa presso Napoli.
1841  Primo Centro Sismologico in Italia presso il Vesuvio.
1842  Primo sistema a fari lenticolari a luce costante in Italia.
1843  Prima Nave da guerra a vapore d’Italia – pirofregata “Ercole” varata    a Castellammare.
1844  Illuminazione a gas della città di Napoli.
1845  Prima Locomotiva a Vapore costruita in Italia a Pietrarsa.
1845  Congresso degli scienziati italiani.
1845  Primo Osservatorio Meteorologico italiano – alle falde del Vesuvio –
1848  Primo esperimento d’illuminazione a luce elettrica d’Italia a Lecce,                 per  opera di Mons. Giuseppe Candido
           Illuminazione dell’intera piazza in occasione della festa patronale.
1853  Primo Piroscafo nel Mediterraneo per l’America –il “Sicilia” della                      Società Sicula–
1856 Primo Premio Internazionale per la Produzione di Pasta – Mostra                    Industriale di Parigi –
1859  Primo Stato Italiano in Europa per produzione di Guanti – 700.00                  dozzine di paia ogni anno –
1860  Prima Flotta Mercantile e prima Flotta Militare d’Italia – seconda nel              mondo –

-Prima istituzione d’assistenza sanitaria gratuita – San Leucio –

-Prima illuminazione a Gas di una città italiana–terza in Europa dopo Londra e Parigi – con 350 lampade-

-Primo Bacino di Carenaggio in muratura in Italia – nel porto di Napoli –

-Più grande Industria Navale d’Italia per operai–Castellammare di Stabia 2.000 operai

-La più alta percentuale di medici per abitanti in Italia.

-Prima città d’Italia per numero di Teatri e Conservatori Musicali – Napoli –

-Prima città d’Italia per numero di pubblicazioni di Giornali e Riviste.

-Il Minore Carico Erariale in Europa.

-Maggior quantità di Lire/Oro nei Banchi Nazionali – dei 668 milioni di Lire/Oro, patrimonio di tutti gli Stati Italiani messi insieme, 443 milioni erano del Regno delle Due Sicilie. 

giovedì 14 settembre 2017

REGOLE


La nostra vita è soggetta a infinite regole scritte e altrettante di senso comune. 

Molto spesso le regole si trasformano in divieti, limitando la libertà e distruggendo i sogni di chi ancora crede in un mondo migliore.                                                                           
Il percorso individuale deve necessariamente fare i conti con altri individui, altrimenti ne consegue un progressivo ed inevitabile isolamento.

Un isolamento spesso inevitabile, poiché frutto di continui mutamenti di pensiero, in linea con una ritrovata coerenza nell’affrontare la vita quotidiana. 

Quelle che per molti sembrano rinunce, per altri sono scelte consapevoli nel rispetto del sistema in cui credono, opposto a quello che quotidianamente viene somministrato alle nostre menti.

Rompere le regole, non è altro che uscire dagli schemi prestabiliti, senza tener conto di qualcosa che non ci rappresenta, se pur nostro malgrado ancora ancora parte delle nostre vite. Siamo nel mondo ma non siamo di questo mondo. 

Questa frase rispecchia perfettamente coloro i quali sono in cammino verso qualcosa di più grande.

La sintesi dell’atteggiamento di chi scopre tesori celati dietro il velo dell’illusione terrena. Difficile confrontarsi in questi tempi, molti sono i contrasti e le discordie, tutti sono contro tutti, ogni cosa è al suo limite massimo di contrasto. 

Pian piano ogni resistenza verrà alla Luce per essere trasformata, alla fine non esisteranno più regole, perché non ci saranno più menti da controllare, ci sarà un solo unico Cuore universale con un solo battito per tutti.

La ricerca dell’armonia interiore trasformerà il mondo esterno, perché così verrà percepito e sarà il frutto della volontà e della fede certa di tutti gli uomini di buona volontà. Una regola è necessaria laddove sia necessario il predominio, in caso contrario la regola cessa di esistere automaticamente.


Fonte: Freenfo

lunedì 7 agosto 2017

IL RISVEGLIO DELL’UMANITA’

Hanno sistematicamente distrutto o occultato il più possibile le antiche conoscenze, poiché esse contenevano il segreto della nostra identità e della vera natura della vita.

Hanno manipolato tutte le maggiori indagini e ricerche volte a studiare le antiche conoscenze occulte e i manufatti antichi diffusi in tutto il mondo, assicurandosi che niente trapelasse della nostra vera natura e origine e che, nel caso in cui qualcosa emergesse, non venisse mai reso pubblico, né il suo vero valore compreso.

Hanno creato le religioni per imprigionare le menti della popolazione, riempirle di un senso di limitazione e di inferiorità e dipingere le conoscenze esoteriche come espressione del “male”.

Hanno fondato la “scienza” per legittimare solo la sfera fisica e negare l’esistenza di altre frequenze di vita e sopprimere la conoscenza del nostro io multidimensionale. Ciò viene fatto ricompensando quelli che si allineano al partito e distruggendo la reputazione di chi non lo fa.


Hanno introdotto i media per sommergere le nostre menti con la realtà che vogliono imporci; e per attaccare, ridicolizzare, condannare e distruggere l’illusione su cui essa si poggia..

Ci hanno bombardato con un’orgia di stimoli fisici e materialistici in cui il successo è giudicato sulla base di ciò che hai piuttosto di ciò che sei.

Hanno focalizzato il mondo e la comunicazione su tutto ciò che è materiale: soldi, le vincite al lotto, il possesso delle cose, ed hanno stimolato in noi un’ossessione nei confronti del sesso come esperienza fisica piuttosto che spirituale.

Il sesso basato esclusivamente sulla dimensione fisica mantiene a basso livello la nostra frequenza essendo un atto puramente fisico.
Il sesso basato sull’amore aumenta la nostra frequenza poiché ci riconnette con la nostra scintilla di puro amore.

Hanno isolato l’energia maschile e femminile, ponendole in contrapposizione e impedendone la fusione dell’energia maschile e femminile all’interno di tutti noi, fusione che potrebbe dar luogo ad una terza forma di energia, una forza vibrazionale potenzialmente elevata, e che potrebbe liberarci da questa prigione vibrazionale, la Matrice.

Hanno riempito i nostri alimenti, le nostre bevande, le nostre medicine, i vaccini, l’acqua e l’ambiente elettromagnetico di sostanze chimiche e frequenze destinate a sopprimere in noi la capacità di sperimentare la nostra personalità multidimensionale e a bloccare i canali attraverso cui i nostri più elevati livelli possono comunicare con la dimensione fisica.

L’agenda relativa al codice genetico che ci viene propinata in maniera così positiva come uno strumento per prevenire malattie presenta in realtà retroscena e motivazioni assai sinistri.

Hanno celebrato riti satanici altamente negativi in corrispondenza dei maggiori punti di vortice del pianeta al fine di mantenere bassa la frequenza dell’intero campo magnetico-globale, il campo all’interno del quale operiamo.

In questo modo, il nostro campo di energia può essere soppresso dal punto di vista vibratorio vivendo all’interno di un ambiente vibratorio tanto basso.

Hanno creato guerre e conflitti a tutti i livelli della società globale, diffondendo dipendenza finanziaria e insolvenza per mantenerci in stati bassi dal punto di vista vibratorio come la paura, il senso di colpa, la rabbia, il risentimento e la frustrazione.

Se vuoi vivere una vita più piena, devi prima conoscere le tue potenzialità, scoprire chi sei veramente. La meditazione è la strada che ti porta a questa conoscenza. E’ la scienza della consapevolezza.

La bellezza della scienza dell’interiorità è che permette a chiunque lo desideri, di sperimentare ed esplorare la sua interiorità, per proprio conto. In questo modo si elimina la dipendenza da un’autorità esterna, il bisogno di essere affiliati a qualche organizzazione e l’obbligo di accettare una certa ideologia.

Quando hai compreso quali sono i passi da compiere, puoi camminare a modo tuo, a seconda di quella che è la tua individualità.

giovedì 22 giugno 2017

IMPARATE A PARLARE POCO, IL DNA SENTE TUTTO!

Le chiacchiere ci fanno perdere molta energia, soprattutto se si tratta di chiacchiere accompagnate dalle emozioni.

Quando nella tua vita sta succedendo qualcosa, prova una pratica: non dirlo a nessuno.

Anche se dovessi sentire un forte prurito per la voglia di raccontarlo: non farlo!

Quando succede qualcosa, conservalo in te, allora conserverai la tua forza e il potenziale di ciò che accade. Anche quando qualcuno cerca di coinvolgerti nei suoi racconti: conserva la calma e controlla le emozioni.

Questo tuo atteggiamento sarà notato; avrai un aureola di forza e dell’enigma. Ma in realtà hai soltanto conservato te stesso. Le parole e i pensieri influenzano la nostra vita; il DNA li percepisce come se fosse il discorso umano. Anche ciò che leggiamo influenza il DNA: le sue molecole ricevono l’informazione acustica e luminosa.

La lettura che facciamo in silenzio, lascia una traccia nei nuclei delle cellule, seguendo i canali elettromagnetici: un testo risana il nostro apparato ereditario, l’altro testo lo traumatizza.

Le parole della preghiera risvegliano le risorse dell’apparato genetico: mentre una maledizione distrugge i programmi di carattere ondulatorio e disturba il normale sviluppo dell’organismo.

All’apparato genetico non è indifferente ciò che pensiamo, quali libri leggiamo: tutto è impresso nel genoma ondulatorio che cambia, in una direzione o nell’altra, il programma di vita di ogni cellula.
Una parola può portare al cancro, e un’altra parola può guarire. 

Quando dite o pensate: “sono grasso/a” vi arriveranno dei chili in più. Dicendo “sto dimagrendo” potreste anche iniziare a sentirvi peggio, perché la parola “magro” ha anche un significato negativo: “scarso”, “insufficiente”.

Dite: “sto diventando più snella”, e allora questa forma-pensiero vi influenzerà positivamente. Affinché non succeda nulla di brutto, è molto importante non pensarlo; e ancor più importante non parlarne.

Non a caso esiste il proverbio: detto fatto. Avete avviato il programma dell’esecuzione.

E ancora: sgridando qualcuno, o maledicendolo, insultandolo, influenzate non solo il suo campo vitale, ma anche il vostro. State distruggendo la vostra energia sottile e attirate la stessa maledizione per se stessi e per i vostri figli.


Sostituendo i pensieri negativi e le parole negative con quelle positive, create attorno a voi lo spazio dell’amore e della positività, che molte cose negative non saranno in grado di rompere.

giovedì 4 maggio 2017

EQUITALIA - Disavventure di un Cittadino.

   Vi voglio raccontare la disavventura di un cittadino automobilista rimasto impigliato nella rete della riscossione di un presunto credito, ad ogni costo.

   Nel mese di Maggio del 2016, mi è stata notificata un ingiunzione di pagamento per un importo di Euro 466,53 relativo ad un verbale d’accertamento di una contravvenzione al Codice della Strada commessa nel mese di Agosto del lontano anno 2004.

   Vi starete sicuramente chiedendo come sia possibile che sia stata emessa una cartella di iscrizione a ruolo da Equitalia, nonostante siano trascorsi quasi 12 anni dall’infrazione commessa: Superamento limite di velocità.

   Ebbene, dovete saper che in passato ed esattamente a Gennaio del 2007 mi venne notificata, per la prima, e fino a pochi giorni fa. e unica volta, un avviso di pagamento dall’allora Agente di Riscossione locale di importo pari a Euro 288,41.

   Anche in questo caso probabilmente vi chiederete il motivo del ritardo e della mancata classica notifica. Mi posi anch’io allora la stessa domanda tanto che mi recai al Comando di Polizia Municipale del mio comune di residenza. Feci effettuare una richiesta a mezzo fax alla Polizia Municipale creditrice (lontana oltre 800 Km) di inviare l’intera documentazione relativa al Verbale di Accertamento e dell’iter burocratico di notifica.

   Chiesi, altresì, anche le motivazioni per cui la contravvenzione non mi venne contestata al momento e giacché mi trovavo, anche le autorizzazioni del Prefetto per l’utilizzo in remoto dell’apparecchiatura usata ed il nulla osta dell’ANAS per la classificazione del tratto di strada interessata alla sanzione.

   Alla ricezione della documentazione emerse subito l’errore commesso per la notifica dell’atto: avevano inviato la multa al vecchio indirizzo di residenza, nonostante fossero trascorsi oltre 5 anni dalla variazione e nonostante il corretto ed attuale indirizzo fosse regolarmente trascritto e presente in qualsiasi documento e/o visura al PRA ed alla Motorizzazione.

   Errare umanum est!  Direte! Ma perseverare, no! E’ inaccettabile.
Anziché verificare la correttezza dell’indirizzo di residenza, inviarono nuovamente la notifica, questa volta al Nesso Notificatore e… ascoltate bene: il Nesso Notificatore rispedì il plico al mittente con la dicitura: persona sconosciuta. Da non credere.

   Al terzo tentativo la Polizia Municipale inviò la richiesta d’iscrizione a ruolo per il recupero del credito direttamente all’Agente della Riscossione, il quale nonostante avesse sempre il vecchio indirizzo (continua la stranezza), riuscì, non so come, a rintracciarmi e notificarmi l’atto.

Ora, a questo punto, in quanti avrebbero pagato una cifra sicuramente maggiorata?

In quanti avrebbero pagato nonostante l’anomalia riscontrata?                            
Chi non avrebbe avuto dubbi sull’attendibilità della sanzione?                                                         
E fu così che studiai l’intera documentazione alla ricerca di eventuali altre anomalie, che naturalmente non mancarono.

Emerse che la strada oggetto della segnalazione era classificata come tratto urbano, anche se Strada Statale, in un comune con meno di 10.000 abitanti e che pertanto gli Organi di Polizia avevano l’obbligo di contestare e notificare immediatamente l’eventuale contravvenzione per superamento del limite di velocità e che l’apparecchiatura da loro utilizzata non era conforme alle norme allora vigenti per l’utilizzo della stessa in tratti di strada così classificate.

A questo punto approntai un ricorso, per sospensione ed annullamento del provvedimento per le motivazioni descritte, indirizzato oltreché al Comando di Polizia Municipale, al Giudice di Pace ed al Difensore Civico.

In tutti questi anni non ho mai ricevuto alcuna risposta in merito: né esito (positivo/negativo) e né ulteriori richieste di pagamento e/o ingiunzioni.
Invece, dopo circa 12 anni dall’infrazione e circa 9 anni dalla prima ingiunzione di pagamento, Equitalia si permette di iscrivermi a ruolo con la pretesa di esigere un credito cui non vi è legittimità per decorsi termini sia di prescrizione che di  decadenza.

Immediatamente ho inviato una mail a Equitalia chiedendo lumi in merito, ma si sono limitati a riferirmi che in qualità di Agente della Riscossione non sono competenti per l’annullamento delle poste iscritte a ruolo che competono all’Ente Creditore.

Quasi vero, peccato che abbiano omesso di riferire che l’Art. 1 della Legge n. 228/2012 al comma 540 obbliga Equitalia a svolgere attività di verifica che la porti a concludere che la pretesa di pagamento presa in carico sia legittimamente valida nel contenuto e che i crediti siano esigibili, ovvero che non siano decaduti o prescritti.

E tutto ciò è correlato all’intero processo di riscossione ed in particolar modo alla fase iniziale, prima di emettere la cartella esattoriale.

Se le lamentele nei confronti di Equitalia, i vari servizi giornalistici e televisivi che si succedono a ritmo vertiginoso e che denunciano l’accanimento dell’Agente nei confronti di numerosi cittadini, sono sempre più numerose: probabilmente un fondo di verità ci sarà sicuramente.

Eppure, ve lo ripeto, l’Agenzia è obbligata per legge a verificare i contenuti delle richieste di riscossione crediti avanzate dai vari Enti Creditori.

Io che sono un osso duro, determinato, prima di accettare ed eventualmente pagare quanto richiesto, ho provato a risolvere personalmente la vicenda. Innanzitutto mi sono documentato leggendo quanto più non posso sulla tematica. 

E per questo ringrazio la rete, lì ho trovato di tutto: sentenze – opinioni – istruzioni – responsi e vicende personali raccontate nei vari forum.
Così dal sito di Equitalia ho scaricato il modulo per la richiesta di Sospensione per Autotutela. Questo una volta compilato va consegnato all’Agenzia, entro e non oltre i 60 giorni dalla data di notifica, (on line – a mezzo raccomandata o anche personalmente), il modulo è valido per qualsiasi motivazione e va accompagnato con l’intera documentazione relativa.

Successivamente ho stilato mentalmente la memoria difensiva da utilizzare in caso di colloquio con un responsabile o dirigente dell’Agenzia Territoriale. Ne avrei fatto espressa richiesta, anche perché ero curioso di sapere e capire la loro strategia.

Ma non è poi andata così! L’addetto allo sportello, nonostante la mia richiesta, mi assicurò dicendo che era più che sufficiente la presentazione della richiesta effettuata. Perché con tale procedura si obbliga la stessa agenzia ad inviare entro 10 giorni la documentazione all’Ente Creditore per la verifica della legittimità del contenuto del credito da esigere.

La procedura prevede che L’Ente Creditore ne dia risposta e fornisca la documentazione entro 220 giorni, al termine dei quali ed in assenza di comunicazioni avviene in automatico l’annullamento della riscossione e la cancellazione del credito iscritto a ruolo.

Non pago, il giorno prima della presentazione della richiesta di sospensione, inviai un fax alla Polizia Municipale nel quale chiedevo di conoscere le motivazioni addotte  e generanti nuovamente la pretesa di riscossione, nonostante fosse stato presentato un ricorso e nonostante fosse trascorso un intervallo di tempo totale di circa 12 anni.

In pratica non ho fatto altro che anticipare la richiesta che avrebbe fatto successivamente Equitalia a seguito della presentazione della richiesta di sospensione.

Invece, della serie non è così semplice come si crede, mi arriva una mail da Equitalia che mi informa che la richiesta presentata non veniva accolta in quanto, come previsto dalla legge 228, la documentazione ricevuta non è un atto notificato, ma bensì, un sollecito di pagamento. E che, bontà loro, avrebbero ugualmente provveduto ad inoltrare richiesta di legittimità all’Ente Impositore.

Di conseguenza mi sono recato personalmente in Agenzia per chiedere spiegazioni in merito. Mi è stato spiegato che il sollecito di pagamento ricevuto è da intendersi come un avviso di pagamento, un promemoria con il quale l’Agenzia ricorda ai presunti morosi che dovrebbero pagare l’importo debitore entro i termini altrimenti andrebbero incontro ad un ingiunzione di pagamento ed eventualmente e successivamente ad una azione coercitiva tipo pignoramento, fermo amministrativo ecc…

Solo dopo aver ricevuto quello che poi sarebbe un atto notificato potrei presentare nuovamente richiesta di sospensione.

In definitiva se l’unico atto notificato, per ora, è quello della vecchia Agenzia della Riscossione datato 23.01.2007 e quello successivo sarà quanto sarà, diventerà palese che il tempo intercorso tra le due date è di ben oltre superiore al limite massimo previsto per le Contravvenzioni al Codice della Strada, ossia 5 anni, per dichiarare prescritto l’atto ed annullare di diritto l’iscrizione a ruolo del debito. Speriamo bene!

Nel frattempo….         
Con il Decreto legge n. 193 del 22 Ottobre 2016 recante “Disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili” il Governo ha disposto la soppressione di Equitalia e la definizione agevolata (Rottamazione) dei ruoli affidati agli Agenti della Riscossione per gli anni 2000-2016.

Tale norma prevede che tutti i debitori possono estinguere il proprio debito con Equitalia senza corrispondere sanzioni – maggiorazioni ed interessi legali inizialmente calcolati in modo integrale, in rata unica o in un massimo di 5 rate.
Per aderire ai benefici previsti da tale norma, bisogna compilare il modulo DA1 reperibile presso il sito web di Equitalia, indicando se si intende versare il dovuto in un’unica rata o più rate, nonché segnalando la pendenza di eventuali giudizi relativi a tali carichi, sui quali ci si deve espressamente assumere l’impegno di rinunciare al giudizio.

Più che “Rottamazione” mi sembra un “Patteggiamento” in materia di giustizia. Della serie: per non rischiare la pena massima si aderisce al Patteggiamento per una riduzione della stessa, indipendentemente se si è colpevole o innocente.

Siccome sono estremamente convinto di essere nel giusto, ho deciso di adottare la tecnica del “sornione”  non andrò a stuzzicare l’avversario, ma attenderò pazientemente la sua mossa.

E per poter controbattere efficacemente ad armi pari, ho fatto richiesta del codice pin d’accesso sul sito delle Agenzie delle Entrate e dell’Equitalia. Alla ricezione dello stesso ho effettuato la registrazione per poter accedere alla mia posizione fiscale: e sapete cosa ho scoperto?

Nell’Estratto Conto e nella Lista dei Documenti Cartelle/Avvisi che risultano non pagati a partire dall’anno 2000, c’è l’importo di Euro 288,41 relativo alla prima cartella esattoriale e le diciture di Importo Sospeso-Nessuna Procedura-Importo da pagare 0,00.

Della serie: noi ci proviamo, se il pesciolino abbocca….tanto meglio!
Ma lo sanno questi signori che non possono, per legge, esigere crediti giudicati non più esigibili? Ma lo sanno questi signori che se il “debitore” presunto effettuasse non solo ricorso, ma anche una vertenza legale, gli stessi rischiano anche la reclusione?

Se, comunque, insistono con questa linea di condotta, lo fanno per incompetenza o per convenienza?


Ai posteri l’ardua sentenza.

mercoledì 12 aprile 2017

LA VITA DOPO LA MORTE

 
 Il famosissimo scienziato Robert Lanza, ha presentato la sua teoria dove prova a spiegare la vita dopo la morte: va avanti per sempre, tramite un piccolo contenitore quantico chiamato “coscienza”.

   Tuttavia la nostra vita materiale viene registrata per così dire dal nostro DNA, dove è insita la coscienza umana, similmente ad un registratore magnetico, poi ciò che è stato seminato o registrato e quindi vissuto, verrà raccolto successivamente.

   Poi dopo aver abbandonato il corpo, attraverso un viaggio su altri Universi o Dimensioni, la coscienza andrà a materializzarsi in altra forma di vita, pronta per una nuova esperienza.

LA VITA NON FINISCE QUANTO IL CORPO MUORE, MA PUO’ DURARE PER SEMPRE.

Il titolo del libro abbastanza complesso: “Biocentrism: How Life and Consciousness Are the Keys to Understanding the Nature of the Universe” (Biocentrismo: come la vita e la coscienza sono le chiavi per comprendere la natura dell’Universo) che sta destando un forte clamore nel mondo del web, Robert ci parla appunto che la vita non finisce quando il corpo muore, ma può durare per sempre.

Quindi in sintesi il concetto di fondo, prova a spiegare come la vita non finisce quando il nostro corpo muore, ma invece può andare avanti per sempre, tramite la nostra coscienza.


Il dottor Lanza è stato votato come il terzo miglior scienziato in vita dal New York Times, stando a quanto riportato su Spirit Science and Metaphysics. Lanza, esperto in medicina rigenerativa e direttore del Advanced Cell Technology Company negli Stati Uniti, è anche conosciuto per la sua approfondita ricerca sulle cellule staminali e per l’aver clonato diverse specie di animali in via d’estinzioni.

Ma da un po’ di tempo ha deciso di dedicarsi anche alla fisica, meccanica quantistica e astrofisica. Questa miscela esplosiva di conoscenze ha dato vita ad una nuova teoria, quella del biocentrismo.

Essa insegna che la vita e la coscienza sono fondamentali per l’universo e praticamente è la coscienza stessa che crea l’universo materiale in cui viviamo e non il contrario. Prendendo la struttura dell’universo, le sue leggi, forze e costanti, queste sembrano essere ottimizzate per la vita, il che implica che l’intelligenza esisteva prima della materia.

Lanza sostiene inoltre che spazio e tempo non siano oggetti o cose, ma piuttosto strumenti della nostra comprensione: “portiamo lo spazio e il tempo in giro con noi, come le tartarughe con i propri gusci”.

In realtà, la coscienza esiste al di fuori dei vincoli di tempo e spazio, nel senso che quando il guscio si stacca (spazio e tempo), noi esistiamo ancora. La teoria implica che la morte della coscienza semplicemente non esista. Esiste solo sotto forma di pensiero, perché le persone si identificano con il loro corpo credendo che questo prima o poi morirà e che la coscienza a sua volta scomparirà.

Se il corpo genera coscienza, allora questa muore quando il corpo muore, ma se invece il corpo la riceve nello stesso modo in cui un decoder riceve dei segnali satellitari, allora questo vuol dire che non finirà con la morte fisica.
In realtà, la coscienza esiste al di fuori dei vincoli di tempo e spazio. E’ in grado di essere ovunque nel corpo umano e fuori di esso.

In un Universo, il corpo può essere morto mentre in un altro può continuare ad esistere, una sorta chiamato “non località quantistica”. Assorbendo la coscienza che migra in questo Universo o altro Universo e Dimensione, essa continua a vivere, in relazione alla risposta quantica della vita vissuta precedentemente.
“Lanza ritiene inoltre che universi multipli possano esistere simultaneamente”. 

Ciò significa che una persona morta, durante il viaggio attraverso un tunnel quantico, non finisce all’inferno o in paradiso, ma in un mondo simile, a lui o a lei, una volta abitato, ma questa volta vivo… e così via, all’infinito. Senza ricorrere a ideologie religiose.


Robert Lanza cerca di spiegare la coscienza quantistica con esperienze precedenti alla morte, proiezione astrale, esperienze fuori del corpo e anche reincarnazione. Secondo la sua teoria, l’energia della coscienza ad un certo punto viene riciclata in un corpo diverso e nel frattempo esiste al di fuori del corpo fisico ad un altro livello di realtà e forse, anche, in un altro Universo.