mercoledì 30 aprile 2014

SUPPORTI MUSICALI

La musica nasce con l'inizio della civiltà umana.

A partire dal periodo preistorico le composizioni musicali avvengono oralmente, di generazione in generazione. La crescente difficoltà nel memorizzare melodie sempre più lunghe ed articolate determina il passaggio dalla tradizione orale a quella scritta.


Abbiamo attestazioni di musica scritta sicuramente in età medievale. Questa nel XVII secolo arriverà alla sua forma finale, attualmente utilizzata dai musicisti odierni.
Possiamo dunque definire la notazione musicale come uno dei primi supporti musicali poiché ha il solo scopo di tradurre e archiviare la musica in un formato scritto.

La memorizzazione tramite strumenti meccanici avverrà solo in età moderna.
Il primato della prima registrazione è di Edouard Léon Scott de Martinville, un editore e libraio francese che riuscì a registrare la voce umana su fogli di carta anneriti, inventando così il primo registratore di suoni, il fonoautografo, che venne brevettato in Francia il 25 Marzo 1857.

La musica registrata, così come la conosciamo oggi, prende vita da alcune fondamentali invenzioni, quali:

- Il fonografo di Edison del 1877;

- il grafofono di Bell e Tainter inventato negli anni '80 dell'Ottocento;

- il dittafono inventato nel 1907, in grado di registrare suoni e riprodurli: da ora in poi, l'evoluzione dei supporti musicali seguirà un andamento esponenziale.

L'invenzione che porta i supporti musicali da un oggetto di nicchia per pochi ad un oggetto destinato alle grandi masse è il disco a 78 giri. Il primo disco è inciso nel 1895: si tratta di un 78 giri contenente la canzone " A risata" del cantautore napoletano Bernardo Cantalamessa.


Il vero successo commerciale è però raggiunto nel 1948 col disco in vinile, concepito come evoluzione del 78 giri perché presenta una maggiore durata di registrazione riuscendo a raggiungere 25-30 minuti a facciata. La sua diffusione nel mercato sarà tale che fino agli anni '80 sarà il più diffuso supporto per la riproduzione audio di materiale preregistrato e verrà prodotto su larga scala sino ai primi anni del Novanta.

E' il 1963 quando la Philips lancia sul mercato le musicassette, un supporto in materiale plastico contenente del nastro magnetico destinato alla memorizzazione dei dati.


La musicassetta è una vera e propria innovazione: comoda, pratica, leggera, maneggevole e soprattutto non si deteriora ad ogni uso come succede per il vinile.
La musicassetta segna l'inizio della pirateria musicale: grazie ai registratori non solo è possibile duplicare le musicassette, ma anche registrarvici sopra canzoni provenienti dalla radio.


Le musicassette conoscono il loro splendore grazie alla Sony che produce il Walkman: si tratta di una rivoluzione: un lettore di musicassette dalle dimensioni ridotte ma di buona qualità.
Gradualmente il Walkman di Sony si diffonde in maniera così capillare che, nel linguaggio comune, il termine Walkman rappresenterà qualsiasi lettore di musicassette portatile, anche se non prodotto dalla Sony.

Philips e la Sony, forti dei successi avuti, formano un consorzio nel 1979 per lo sviluppo di un disco audio digitale, che porta nel 1983 all'introduzione del Compact Disc, noto come CD-ROM.


Questa tecnologia riesce in poco tempo ad affermarsi spazzando via ogni concorrente dominando il mercato sino ai giorni odierni.

Resistente agli agenti atmosferici, economico da produrre e con grandissima capacità di archiviazione: sono questi i punti di forza che porteranno i CD-ROM ad affermarsi sul mercato.




Questo dominio incontrastato è però destinato a cedere col tempo.

Il calendario segna il 23 Ottobre 2001, quando il rivoluzionario Steve Jobs (ex CEO presso la Apple Inc.) presenta il suo innovativo dispositivo: l'iPod.
Questa scatoletta, considerata da molti l'erede del Walkman, permette, in dimensioni ridottissime, di avere a disposizione 1000 canzoni contro le 15 di un normale CD.

D'ora in poi, ogni casa tecnologica produrrà i propri lettori audio, destinati a dominare il mercato.

Nel corso di dieci anni questi lettori audio subiscono talmente tante modifiche da rendere inutile nonché umiliante un confronto con gli ormai obsoleti CD-ROM.


Ma la diffusione musicale delle connessioni a banda larga è al momento lo strumento di diffusione più usato. Sono svariati i siti web che permettono l'acquisto di una copia del brano, ed altrettanto numerosi i siti per chi volesse limitarsi solo all'ascolto del brano. Il più famoso, Youtube, del noto colosso Google, è anche il servizio più usato: basta effettuare una ricerca ed inserire il titolo della canzone e il nome dell'artista per avere, in poche secondi, quello che si cerca.


E adesso? Cosa ci riserva il futuro? Quali saranno le nuove frontiere dell'archiviazione musicale?


fonte qui              per approfondire  qui   e  qui

giovedì 24 aprile 2014

GUIDA AL VIDEO ENCODING

Codecs, Formati, Containers e Settaggi

Il video encoding è la scienza di codificare i bit di dati che formano una registrazione video digitale in un insieme unico, secondo una serie di standard e parametri specifici. Se questa spiegazione ti sembra troppo tecnica, ebbene lo è. In parole povere, il video encoding è il processo di ripresa del tuo filmato originale, così come viene registrato da una telecamera, da un telefonino o da una webcam, e di preparazione dello stesso filmato per la consegna in formato digitale secondo precisi standard tecnici. Questa guida di MasterNewMedia ti spiega tutto ciò che devi sapere sulle differenze sostanziali tra i principali formati / container di file video ed i loro codec.

Da .WMV a .MOV e da .AVI a .FLV, questa guida presenta le migliori informazioni che puoi trovare online sull'uso e sulle caratteristiche dei principali formati di file video, container ed i relativi codec.
Convertire video significa salvare il video in uno specifico "formato", un po' come avviene per un documento di Word do un'immagine digitale. Un documento di Word può essere codificato come .
RTF o .TXT, proprio come un'immagine può essere codificata nei formati .JPG o .BMP.

mercoledì 16 aprile 2014

L'ENERGIA " LIBERA" DELLA NUOVA ERA


Tutti hanno sentito parlare di Albert Einstein (1879 - 1955) ma poche persone sanno che prima di essere stato un fisico fu un grande pacifista che lottò fino al termine della sua vita con accanimento contro la proliferazione delle armi nucleari.

Fortemente influenzato dalla corrente teosofica, era anche uno spiritualista convinto che ostentava la sua venerazione per il Maestro bulgaro Peter Deunov.

“Il mondo intero si inchina davanti a me e io mi inchino davanti a Peter Deunov”,                                                         aveva dichiarato nel corso di una trasmissione radiofonica in Svizzera.



Peter Deunov 1864 - 1944
Era persuaso, dalla sua più tenera infanzia, che l'Universo fosse abitato da molteplici forme di vita inaccessibili ai cinque sensi fisici dell'essere umano, perché la nostra percezione tridimensionale è quella di uno spazio-tempo illusoriamente limitato.

La sua ricerca metafisica lo condusse, tra le altre cose, a scoprire che lo spazio e il tempo sono due variabili sempre legate tra loro e che è possibile conciliarle e agire sull'una attraverso l'altra; ciò gli permise di sviluppare la teoria della relatività che lo rese celebre.

Arrivò così alla conclusione che se un oggetto fosse attirato da un buco nero (vale a dire una zona animata da un campo gravitazionale così intenso che persino la luce non sfugge alla sua attrazione) e riuscisse a spostarsi su una delle linee del campo di gravità di questo buco senza lasciarsi assorbire dal suo centro (che egli chiama “singolarità”), l'oggetto in questione riapparirebbe necessariamente da un'altra parte dello spazio-tempo, secondo la legge dell'equilibrio universale.

Vi riemergerebbe, allora, in una dimensione più o meno densa, attraverso un vortice energetico la cui funzione sarebbe opposta a quella del buco stesso.
Questa ipotesi fu provata scientificamente da Einstein, ma si applica solamente alle leggi fisiche alle quali è soggetta la massa degli oggetti; essa non permette di comprendere né di spiegare ciò che è la natura dell'energia che li muove, cioè la composizione del loro substrato.

venerdì 11 aprile 2014

L'Effetto Hutchinson : "Antigravità"

L’effetto Hutchison è “un’insieme di fenomeni scoperti casualmente da John Hutchison durante i tentativi di studiare le onde longitudinali di Tesla nel 1979 in Canada. Gli effetti prodotti includono levitazione di oggetti pesanti, fusione di materiali dissimili come metallo e legno (come mostrato nel film Philadelphia Experiment); il riscaldamento anomalo di metalli senza bruciare i materiali adiacenti, rotture spontanee di metalli (i quali si separano con modalità’ di scorrimento laterale), e cambiamenti sia provvisori che permanenti nella struttura cristallina e delle proprietà fisiche dei metalli.

La levitazione di oggetti pesanti dall’Effetto Hutchison non è il risultato di semplice levitazione elettrostatica o elettromagnetica e si verifica come il risultato di interferenze di onde radio in una zona di spazio volumetrico avvolto da sorgenti di alto voltaggio, solitamente un generatore Van de Graaff, e due o più bobine di Tesla.”