mercoledì 14 dicembre 2016

ROMANIA: Incredibile Scoperta – Occultata

Nell’estate del 2003, in una zona poco conosciuta in prossimità dei Monti Bucegi ci fu una scoperta che ha cambiato il destino dell’umanità.

I Monti Bucegi, altezza massima di circa 2.505 metri sul livello del mare, si trovano nel centro della Romania, a sud della città di Brasov. Sono una parte dei Carpazi Meridionali ed è una zona molto ripida che ha reso questa parte del parco molto interessante per gli sport estremi. Molto prima la montagna Bucegi veniva venerata come zona sacra, gli abitanti credevano che sulla cima della montagna e nelle sue grotte abitasse il mitico dio Zalmoxis.
All’interno del parco si nota una grande quantità di pascoli di pecore e cavalli. In molti luoghi, enormi massi formano monumenti naturali piuttosto bizzarri sorprendentemente composti di conglomerati calcarei dalle forme chiare.

Con il declassamento dei vecchi dati satellitari e con l’avvento della più moderna tecnologia dei nuovi satelliti installati negli ultimi anni, si è venuto a conoscenza dell’esistenza di un incredibile complesso di labirinti sotterranei in varie parti del mondo. In luoghi come Guatemala in Sudamerica, sono state mappate gallerie che si estendono per circa 800 km partendo dalle piramidi Maya di Tikal. Queste nuove tecnologie hanno permesso di fare questa meravigliosa scoperta in Romania.

Il governo rumeno ha ricevuto enormi pressioni diplomatiche da parte degli Stati Uniti e del Vaticano al fine di non divulgare informazioni a tutto il mondo su questa incredibile scoperta.

Il risultato è stato un accordo temporaneo che permettesse alla NATO Romania, coordinato dal Pentagono e dal Vaticano,  l’esplorazione e lo studio degli incredibili risultati emersi dalle scansioni geodetiche satellitari che avevano rivelato due barriere di energia, probabilmente artificiali, all’interno della montagna.

martedì 29 novembre 2016

CANCRO: TERAPIE INUTILI SU PERSONE SANE

Rapporto del National Cancer Institute (USA) ammette che milioni di malati sono stati trattati per cancro SENZA AVERLO!!!


Un numero significativo di persone che hanno subito un trattamento per cancro nel corso degli ultimi decenni potrebbe non avere mai realmente avuto la malattia, lo ammette il rapporto commissionato dal US National Cancer Institute (NCI).

Pubblicato online sul Journal of American Medical Association (JAMA), lo studio del governo USA identifica sia sovradiagnosi che diagnosi errata di cancro, come due cause principali di questa crescente “epidemia”, che insieme hanno portato al trattamento inutile di milioni di individui, altrimenti sani con chemioterapia, radiazioni o chirurgia.

Il rapporto proietta grandi ombre sulla diagnosi di molti tumori.

Il cancro al seno, per esempio, a volte non è affatto il cancro al seno, ma piuttosto una condizione benigna come il carcinoma duttale in situ sono state diagnosticate erroneamente come avendo un cancro al seno, e successivamente trattate per una condizione che probabilmente non avrebbe causato loro problemi di salute.

E similmente negli uomini, un alto grado di neoplasia prostatica intraepiteliale (HGPIN), un tipo di precursore precancerose al cancro, è comunemente come se fosse vero cancro.

“Secondo un gruppo di lavoro sancito dal National Cancer Institute, la pratica di oncologia negli Stati Uniti ha bisogno di una serie di riforme e di iniziative per mitigare il problema della sovradiagnosi e del trattamento del cancro”, spiega Medscape.com sullo studio. “Forse più drammaticamente, il gruppo afferma che un certo numero di condizioni precancerose, tra cui il carcinoma duttale in situ e la neoplasia prostatica intraepiteliale, non dovrebbe più essere chiamati cancro”…


I trattamenti convenzionali per il cancro, ancora una volta dimostrano di essere una delle principali cause di cancro.

Queste sono scoperte scioccanti, in particolare considerando che NCI è un’agenzia finanziata dal governo che tende a favorire la diagnosi del cancro convenzionale ed il modello di trattamento, anche quando è dimostrato di essere un fallimento.

Ma ancora peggio è il fatto che milioni e milioni di persone sane siano state trattate con dei veleni e con l’irradiazione per delle condizioni che non hanno mai nemmeno avuto e che probabilmente hanno causato, per molti di loro, lo sviluppo di un cancro reale e anche di ottenere la morte come risultato.

Come si è visto, l’intero concetto di “diagnosi precoce” è fondamentalmente errato, dal momento che molti dei metodi di diagnostica non riescono a distinguere le cellule tumorali benigne da quelle maligne.

Questo significa che molte persone alle quali è stato erroneamente diagnosticato un cancro finiranno col sviluppare il cancro dopo aver beneficiato di un trattamento per tumori che non hanno mai avuto, un fenomeno che dimostra l’assurdità di tutto il modello.

Anche nel caso in cui si scopre il tumore abbastanza presto per contenerlo attraverso la chirurgia, la chemioterapia e/o radioterapia, è ben noto che la sotto-popolazione della minoranza di cellule staminali del cancro all’interno di questi tumori sarà arricchita e quindi resa più maligna con il trattamento convenzionale” spiega Sayer Ji per GreenMedifo.com.

Per esempio è stato recentemente dimostrato dai ricercatori UCLA Jonnsson Comprehensive Cancer Center che le lunghezze d’onda delle radiazioni della radioterapia trasformando le cellule di cancro al seno in tumore altamente maligno sia per le cellule staminali che per le normali cellule, con malignità 30 volte di più alta”.

Il lavoro di Pajonk, associate professor of radiation oncology al Jonsson Center della Ucla, università di California è stato pubblicato a Marzo 2012 su Stem Cells e mostra che la radioterapia usata per curare i tumori al seno in parte può uccidere le cellule tumorali ed in parte trasformare le cellule tumorali superstiti in tumorali staminali (che sono molto più resistenti ai trattamenti delle normali cellule tumorali).

I ricercatori del Jonsson Comprehensive Cancer Center Department of Oncology della UCLA hanno irradiato normali cellule tumorali non-staminali e le hanno inserite nelle cavie. Attraverso un sistema di imaging hanno potuto assistere (direttamente) alla trasformazione delle cellule normali in staminali tumorali per reazione al trattamento per le radiazioni.

Pajonk riferisce che la nuova produzione di cellule così ottenuta è incredibilmente simile a cellule staminali del tumore al seno, non irradiate. La squadra di ricercatori ha anche potuto calcolare che queste cellule tumorali staminali indotte hanno una capacità di produrre tumori che è di 30 volte superiore a quella delle normali cellule tumorali (del tumore al seno) non irradiate.

Il cancro è davvero il tentativo del corpo per sopravvivere, non un “attacco” dal di fuori. La considerazione di Sayer Ji è la questione di fondo, cioè che il modello convenzionale del cancro ritiene erroneamente il cancro come una sorta di attacco esterno al corpo che deve essere quindi aggredito e combattuto con trattamento rigoroso, piuttosto che il meccanismo di sopravvivenza che in realtà è.

Quando il corpo è perennemente carente in nutrienti per esempio, o quando è gravato da radiazioni, cancerogeni ed altre tossine dall’ambiente e dal cibo, o da farmaci e vaccini, il cancro può svilupparsi come risposta a questo attacco dannoso.

Tutta la nostra visione del mondo del cancro ha bisogno di passare da un nemico che ci “attacca” e contro il quale dobbiamo muovere guerra, a qualcosa che il nostro corpo crea, presumibilmente per sopravvivere ad una malattia, e l’ambiente cancerogeno è sempre più inospitale con nutrienti privi di vitalità e salubrità”, aggiunge Ji.

fonte: qui - qui - qui
tratto da: www.mednat.org

venerdì 11 novembre 2016

LA BOTTIGLIA AUTOREFRIGERANTE: Ennesima invenzione italiana.

BERLINO. La città soprannominata la “Silicon Valley” d’Europa, centro attuale dell’Europa giovane dove nascono le idee più originali, a volte rivoluzionarie, ma anche dove i creativi di tutto il mondo si incontrano per presentare i propri progetti.

A presentare il suo progetto si aggiunge Andrea Monaco, sardo di origine ma veneto di adozione. Andrea è un giornalista che ha abbandonato la sua professione per inseguire il suo sogno: inventare una bottiglia auto-refrigerante o bottle self-cooling, ovvero la bottiglia che si rinfresca da sola.
Un idea originale, nata in collaborazione con l’Università di Chimica di Cagliari, che potrebbe rivoluzionare seriamente il settore DEL Food & Beverage Internazionale.

La bottiglia auto-refrigerante è in prodotto rivoluzionario”, racconta Andrea, “ non solo per la comodità ma anche perché il suo utilizzo potrebbe apportare dei grandi progressi a livello ambientale”.

Durante il suo sviluppo ho tratto delle conclusioni importanti”, prosegue l’inventore, “la prima è quella di poter bere una bevanda, inizialmente calda, in qualsiasi luogo: campeggio, barca, trekking, bicicletta, escursioni, spiaggia o deserto, senza necessitare di un frigo o sistemi di refrigerazione convenzionali che utilizzano la corrente elettrica”.

La bottle self-cooling è infatti in grado di ridurre notevolmente la temperatura di una bibita. “Dai trenta gradi il mio sistema è in grado di rinfrescare una bibita fino a nove gradi in meno di due minuti, classica temperatura da frigo, senza utilizzare l’energia elettrica o il tradizionale ghiaccio pronto”.

Con l’introduzione di questo prodotto si ridurrebbe anche il rischio ambientale.   “È un sistema estremamente sicuro, non esiste il pericolo di implosioni o esplosioni, la bevanda è totalmente isolata dal sistema di raffreddamento e tutti i componenti sono riciclabili ed atossici, anzi, alcuni vengono già utilizzati in vari settori”.

All’Ufficio Brevetti di Roma Andrea ne ha registrato due versioni.
Ma come si differenziano l’una dall’altra?

Ho pensato di creare due modelli”, continua, “il primo ha un’applicazione multipla, cioè riutilizzabile per migliaia di volte e ricaricabile. Ciò permette, a chi lo utilizza, di versare la propria bevanda all’interno della bottiglia auto-refrigerante, inserire la ricarica, aspettare un paio di minuti e berla molto fresca.

La seconda versione utilizza lo stesso sistema ma per un utilizzo <<usa e getta>>. È una versione sviluppata per le aziende che imbottigliano bevande mono consumo, basta premere un bottone posto sul fondo della bottiglia ed inizia l’auto refrigerazione con gli stessi tempi della prima versione.

Se consideriamo che nel mondo si consumano circa 800 miliardi di bibite e birre, escluse vino e acqua, e tutte queste bevande al 95% si consumano fresche; si capisce bene quanta energia elettrica si consuma e di conseguenza quanto in termini di inquinamento ambientale questo comporta”.

Andrea sceglie Berlino per lanciare un appello agli investitori internazionali. “Aiutatemi a produrre la mia idea”, conclude Andrea, “industrializzare il prodotto è costoso e le mie finanze non me lo permettono. Per questo mi rivolgo ad eventuali investitori interessati al progetto. Il prototipo è pronto e funzionale, bisogna solo produrlo.

Una volta a regime la bottiglia auto-refrigerante si potrà trovare nei supermercati, nei centri commerciali, grande distribuzione in genere e via internet tramite un sito dedicato e, economicamente, sarà accessibile a tutti”.

martedì 25 ottobre 2016

LA DIABOLICA TRUFFA DEL SISTEMA BANCARIO

È un bene che il popolo non comprenda
Il nostro sistema economico e
monetario, perché se accadesse, credo
che scoppierebbe una rivoluzione
prima di domani mattina”
HENRY FORD

Secondo la nostra Costituzione, lo Stato, come emanazione politica del Popolo, ha il potere ed il dovere costituzionale di esercitare la sovranità politica e monetaria nell’interesse supremo dei cittadini dai quali ha ricevuto il mandato popolare.

L’articolo 1 della Costituzione, al comma 2 stabilisce che “ La Sovranità appartiene al Popolo, (anche se) la esercita nelle forme e nei limiti stabiliti dalla costituzione”. Allora è del tutto evidente che se il Popolo è Sovrano, di fatto dovrebbe esercitare la sua sovranità anche e soprattutto sulla emissione della propria moneta!

Infatti la maggior parte delle persone è convinta che il nostro denaro sia emesso per decreto dal Governo o dalla Zecca dello Stato. Purtroppo però le cose non stanno assolutamente così. In realtà lo Stato ha consentito alla Banca Centrale, controllata da privati, di esercitare in sua vece il potere sovrano di creare moneta e gestire il credito, di conseguenza le banche hanno acquisito il monopolio sull’emissione della moneta e attraverso la gestione “privatistica” del credito ed il controllo del debito pubblico, determinano e condizionano il sistema monetario e quindi: il destino economico del nostro paese.

Attualmente il nostro sistema bancario è in mano ad un ristretto gruppo di banchieri privati che, in perfetta sintonia e complicità con la classe politica corrotta e attraverso vari sotterfugi istituzionali, è riuscito ad assumere il totale controllo sull’emissione della moneta divenendo di fatto proprietario e gestore di tutto il denaro in circolazione.

Questo colossale inganno ha permesso al sistema bancario privato di acquisire il monopolio sulla creazione della moneta trasformando il Popolo da Sovrano in eterno “debitore” e schiavo di questo sistema bancario fondato sulla truffa monetaria del Signoraggio primario e secondario.

È fondamentale capire che il Signoraggio è lo strumento utilizzato dai banchieri per imporre ai popoli il proprio dominio ed è praticamente sconosciuto alla stragrande maggioranza delle persone che a causa di questa “ignoranza”, voluta e programmata dallo stesso potere bancario, lo subisce passivamente.

Uno Stato, defraudato della propria Sovranità monetaria, non può dirsi davvero indipendente e Sovrano ed un Popolo, privato della sua moneta, automaticamente cessa di essere e diventa schiavo di chiunque, al di fuori del popolo stesso, detenga il monopolio dell’emissione monetaria. Il meccanismo del Signoraggio è maledettamente geniale proprio per la sua diabolica semplicità.

venerdì 14 ottobre 2016

LA MACCHINA CHE CURA I TUMORI, MA NESSUNO LO SA.

Il CNAO (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica) è una struttura innovativa e tecnologicamente avanzata, voluta dal Ministero della Salute con Legge n° 388 del 23.12.2000, per il trattamento di tumori radio resistenti o non operabili, mediante l’uso di ioni carbonio e protoni.

Nella sala sperimentale, nelle aree dedicate e nei laboratori si effettuano anche attività di ricerca clinica, radiobiologica e traslazionale.

A Pavia un gruppo di fisici ed ingegneri hanno messo a punto una macchina per la cura dei tumori che esiste solo in altri tre luoghi nel mondo: Giappone, Cina e Germania.

Sincrotrone
Si tratta del Sincrotrone: l’invenzione che cura il tumore resistente ai raggi x. 
Questo enorme macchinario, che occupa diverse stanze del centro, è una struttura in cui viene iniettato un gas ricco di idrogeno o carbonio che crea un fascio di protoni o di ioni carbonio che percorrono questa circonferenza un milione di volte in mezzo secondo.

Ad ogni giro le particelle aumenta d’energia. Il carbonio richiede grandi macchine per venire accelerato, ma quando arriva a colpire la cellula tumorale è tre volte più efficace dei raggi x.

Roberto Orecchi, direttore scientifico della fondazione CNAO, spiega: “Il carbonio è più pesante e lascia una traccia all’interno della cellula. Nel suo percorso ad elevata intensità lascia una traccia tale che tutto quello che incontra, anche in questo caso del DNA, lo rompe. Questo è un tipo di danno non riparabile dalla cellula”.        
          
Pertanto anche un tumore radioresistente può essere eliminato con gli ioni carbonio. Tutto questo sistema è stato messo insieme dall’eccellenza italiana nella fisica.

domenica 2 ottobre 2016

RISCALDARE CASA CON SOLI 20 EURO L’ANNO

Andrea Rossi
E-cat.  Sul dispositivo inventato da Andrea Rossi la questioni dei brevetti è ancora dubbia, ma nel frattempo è stato approvato negli Usa il primo patent per un’apparecchiatura che funzionerebbe come un reattore a fusione fredda. 

Ad ottenerlo è stato George H. Miley, ricercatore da tempo impegnato nel campo delle Lenr.

George H. Miley
“Sono descritte tecniche per formare dislocazione di nuclei lungo l’interfaccia di una struttura multistrato a film sottile. Questi possono essere utili alla formazione di strutture di superconduttori, alla generazione di raggi x e particelle cariche, per processi di reazione nucleare e/o fusione a confinamento inerziale”.

La tecnologia inventata da Miley sembra dunque essere stata brevettata con molteplici scopi, alcuni dei quali possono ricadere nell’ambito delle Lenr.

A partire dal 1989 Miley ha sperimentato alcune forme di cellule fusione fredda, progettando sistemi elettrolitici che utilizzano multistrati fi film sottili di metallo come elettrodi. Più di recente il suo gruppo di ricerca ha iniziato a produrre particolari nano-particelle rivestite con film sottili che fungono da mini reattori Lenr.

sabato 24 settembre 2016

COME COMBATTERE E PREVENIRE LE MALATTIE CON LE FREQUENZE

Secondo il dr. Royal R. Rife, ogni malattia ha una frequenza. Egli trovò che certe frequenze possono prevenire lo sviluppo di una malattia, mentre altre invece la distruggono. Sostanze di più alta frequenza, distruggono le malattie di una bassa frequenza.

L’inventore Nikola Tesla, un pioniere per la tecnologia elettrica, disse che se si potessero eliminare certe frequenze esterne che interferiscono con i nostri corpi, avremmo maggiore resistenza verso la malattia.

Ogni olio essenziale, per esempio, ha una frequenza, così come ogni organo e parte del nostro corpo. La frequenza di un olio essenziale, attrarrà una frequenza simile nel corpo. Frequenze basse diventano una spugna per l’energia negativa. La Frequenza è ciò che resta nel corpo, per mantenere gli effetti dell’olio, a lungo termine.

Le basse frequenze operano dei cambiamenti fisici nel corpo.              
Le frequenze medie operano cambiamenti emozionali.                      
Alte frequenze, nel corpo operano cambiamenti spirituali.

Le frequenze spirituali, spaziano da 92 a 360 Hz. (per esempio la frequenza delle ossa è 38-43). Il Dr. Robert O. Becker, nel suo libro The Body Electric, spiega che la salute dell’individuo può essere determinata dalla frequenza nel corpo della persona.

Un altro medico e scienziato, la cui ricerca è stata sepolta per un certo tempo ma che per fortuna è riuscita a ritornare in superficie grazie al lavoro di operosi sostenitori, è il Dr. Royal Raymond Rife, che sviluppò un generatore di frequenze a fine anni ’20.

Rife trattò con successo 1000 pazienti a cui fu diagnosticato un cancro incurabile negli anni ’30. Gli vennero conferiti 14 premi ed un dottorato ad honorem. Dopo che alcune case farmaceutiche non riuscirono a comprare la sua ricerca ed attrezzatura, il suo ufficio venne messo a soqquadro, la sua ricerca e documentazioni vennero rubate e la macchina che guarì tutti i 100 pazienti malati di cancro “incurabile”, venne distrutta.

Nel 1934, prima che avvenisse la distruzione, la University of Southern California nominò un comitato speciale di ricerca medica, il Special Medical Reserarch Committee, per portare pazienti malati di cancro terminale dal Pasadena County Hospital al laboratorio e clinica di Rife a San Diego, per terapia.

Il team includeva medici e patologi che erano incaricati di esaminare i pazienti per 90 giorni, se fossero stati ancora in vita. Dopo 90 giorni di trattamento, il Comitato concluse che l’86,5% dei pazienti era stato completamente curato.
Fu così trovata una modalità di trattamento ed anche il restante 13,5% dei pazienti rispose positivamente nelle successive 4 settimane. 

Quindi il tasso di guarigione totale con l’uso della tecnologia Rife, raggiunse il 100%.

Ciò che Rife aveva sviluppato, fu una cura efficace al 100% per molte forme di cancro. Dunque perché non ne sappiamo niente e perché esistono così tante fondazioni di ricerca per il cancro?

Detta in parole povere, il perché è per motivi economici della comunità medica ortodossa, che si appoggia sui fondi della ricerca contro il cancro. Tali fondi spesso giungono da aziende farmaceutiche, le cui fortune sarebbero danneggiate se fosse trovata una cura contro il cancro.

VA BENE “CERCARE” UNA CURA, MA NON BISOGNA TROVARNE UNA!

Questa è una storia che illustra un altro grande tentativo da parte della comunità medica  di controllare oggidì le vite e le morti di così tanti milioni di persone.

In tutte le culture ed in ogni tradizione medica prima della nostra, la guarigione era accompagnata dal muovere energia” , così disse Albert Szent-Gyorgyi, Nobel per la Medicina (1937).

Ciò che Rife dimostrò è che ogni disturbo salutistico ha una frequenza, che per contro risponde (va in risonanza) ad una specifica frequenza, ottimale per la sua guarigione-dissoluzione nel corpo.                                                                                        
Le persone che mantengono la loro frequenza ottimale, almeno del loro sistema immunitario, potranno prevenire lo sviluppo di sintomi e malattie.

Ovviamente va considerato che la maggior parte di noi, vive quotidianamente molto stress e difficoltà emotive, che abbassano la frequenza del corpo. Tuttavia dovremmo regolarmente alzare la frequenza del corpo, con le giuste sostanze, compatibili a livello cellulare/energetico con il nostro essere, piuttosto che aspettare che scenda la frequenza del corpo ad un livello così basso, da diventare un ospitante gradevole per invasori microscopici…


venerdì 9 settembre 2016

L’USO DEI PRONOMI DEL VOI E DEL LEI

Per comprendere se l’uso del “voi” e del “lei” sia una questione di regionalismo o una faccenda puramente dialettale, proseguite nella lettura:
Come sempre dobbiamo comprendere la storia per decifrare il presente. 


Nel Medioevo in Italia c’erano due pronomi allocutivi: il “tu” ed il “voi”. Il primo era usato tra confidenti e pari grado, mentre il “voi” era dato a persone importanti.
Nella Divina Commedia (Inferno, 15° canto) Dante Alighieri scrive: “Siete voi qui, ser Brunetto?”, siamo tra il 1307 ed il 1321.                                                                            
D’altro canto l’origine del “voi” è molto antica e proviene dal latino “vos”.
Il “lei” si presenta nella nostra lingua tra il 1500 ed il 1600, di solito accompagnato da un ulteriore formalismo: Vostra Signoria; ecco il femminile. Da questo momento in poi l’uso del pronome allocutivo “lei” ha preso sempre maggior uso a discapito del “voi”.

USO DEI PRONOMI ALLOCUTIVI NE “I PROMESSI SPOSI”
Ne “I Promessi Sposi”, Alessandro Manzoni usa tranquillamente sia il “tu” che il “voi” che il “lei”: ad esempio i bravi usano il “lei” per rivolgersi a Don Abbondio, quest’ultimo parlando alla sua Perpetua le dà del “voi”, che invece gli dà del “lei”.

Anche Renzo e Lucia danno del “lei” a Don Abbondio, mentre tra loro si danno del “voi”. La mamma di Lucia, Agnese, si rivolge alla figlia dandole del “tu”, Lucia invece le dà del “voi”. Mamma e figlia, però, danno del “lei” a Padre Cristoforo che invece parla loro con il “voi”.

Da questa analisi viene da pensare che il “lei” sia una forma di cortesia più alto grado rispetto al “voi”, questo va anche a giustificare l’affermazione di Stendhal ne “La Chartreuse de Parme” (siamo nel 1839) in cui, in una riflessione, rimprovera l’uso del “voi” nei confronti di Fabrizio del Dongo, da parte di un funzionario, Stendhal afferma che si tratta di maleducazione considerato che ormai in Italia questo pronome è riservato alla servitù. Attenzione però, le cose non stanno proprio così.

Sempre Alessandro Manzoni, quando descrive l’incontro tra l’Innominato ed il Cardinale Federico, due persone di rispetto, li fa parlare tra loro con il “voi”. 

sabato 20 agosto 2016

L’ENERGIA SPAZIALE DELLA N-MACHINE

Il fisico Bruce De Palma, laureato ad Harvard e docente di fisica al Massachusetts Institute of Technology da 15 anni, ha costruito nel 1978 un generatore di energia autosufficiente, inesauribile, economico ed ecologico.

Esso funziona in base a dei principi fisici ancora non del tutto chiari, secondo i quali attingerebbe energia dallo spazio circostante.

La N-Machine ha un rendimento del 500%, cioè produce 5 volte l’energia che consuma, in quanto estrae l’energia da una nuova ricchissima fonte, prima sconosciuta, lo spazio, con un metodo assolutamente rivoluzionario.

Nel 1831 Faraday condusse degli esperimenti con i generatori elettrici; uno di essi portò all’invenzione del generatore a due pezzi (rotore e statore; in un altro esperimento invece egli costruì un generatore omopolare che è, in sostanza, il prototipo della N-Machine di De Palma.

Visto con grande scetticismo e ignoranza dagli scienziati di allora, il generatore omopolare fu abbandonato. Anziché avere un rotore ed uno statore, come i generatori convenzionali a due pezzi, la N-Machine ha solo il primo; ogni metà volano rappresenta un polo, un contatto elettrico è posto sull’asse, l’altro sul bordo del giroscopio, e l’elettricità è presa direttamente sul magnete.

Fatto sta che nonostante la N-Machine sia stata collaudata da centinaia di scienziati americani, da una ventina d’anni, l’ufficio brevetti si rifiuta di concedere il brevetto per qualsiasi dispositivo che si proponga di produrre più di quanto consuma.

De Palma mette in evidenza che la sua invenzione non è una macchina a moto perpetuo, che violerebbe il principio di conservazione dell’energia, ma di una rivoluzionaria invenzione che permette di “estrarre energia dallo spazio”.

Addirittura il Governo americano ha confiscato le N-Machine costruite da altri scienziati; se questa macchina venisse accettata ufficialmente distruggerebbe il monopolio americano sul mercato del petrolio, del gas, del carbone ed altri fonti energetiche.

In India, l’ingegner Tewari del Dipartimento Indiano di Energia Atomica, sta sperimentando la sua invenzione, la S.P.G., Generatore di Energia dallo Spazio, che ricalca la N-Machine; con 5 Kwatt di consumo totale, l’Spg ne produce 30. 

In Giappone, la Kazama Giken Corporation sta producendo piccole N-Machine a scopi educativi e di ricerca.

fonte web


venerdì 5 agosto 2016

ALLERGIE ALIMENTARI: Incremento

Vi siete mai chiesti come mai i nostri nonni non soffrissero di allergie alimentari, o comunque perché questo disturbo non fosse così frequente come oggi?

Le allergie alimentari stanno diventando una preoccupazione per quasi ogni famiglia e sono in netta crescita. Oltre a rendere difficile la vita a coloro che soffrono di questa moderna epidemia, questo produce un ulteriore costo sia per il sistema sanitario che per le tasche di tutti.

Ogni 3 minuti una reazione allergica alimentare manda qualcuno al pronto soccorso, che in un anno significa 200.000 visite al pronto soccorso. Secondo uno studio pubblicato nel 2013 dal CDC, le allergie alimentari tra i bambini negli Stati Uniti sono aumentate di circa il 50% tra il 1977 ed il 2011. 
E in Italia le cose non vanno meglio.

Sembra che l’allergia al latte sia la più diffusa, probabilmente perché nel prodotto si trovano diversi ormoni della crescita ed i residui di antibiotici di cui si abusa negli alimenti intensivi.

C’è dunque qualcosa di estraneo nel cibo di oggi che prima non c’era? Assolutamente si.


Gli alimenti industriali in generale possono contribuire a provocare le allergie per una serie di ragioni diverse. I cibi elaborati contengono una varietà di coloranti, aromi, conservanti e altri additivi che possono avere un grande impatto.

I nostri nonni non avevano le allergie alimentari per un motivo molto semplice: mangiavano cibo senza conservanti e non elaborato. Gli alimenti provenivano dalle aziende agricole e dai mercati, se non dal proprio orto.

I bambini venivano nutriti con il latte materno.

In quei giorni, la parola dieta non esisteva: non ci si abbuffava come facciamo oggi e il cibo non causava gonfiore e obesità perché non era elaborato con sostanze chimiche, additivi, stabilizzanti, conservanti, aromi e tutto ciò che troviamo oggi negli alimenti.

Le carni provenivano da animali che non erano imbottiti di ormoni. 
Si mangiava fuori sporadicamente e anche in quei casi si consumavano piatti tradizionali, cucinati in casa con ingredienti freschi.

I nostri nonni, inoltre, non restavano chiusi in casa a giocare con il computer e lo smartphone, ma uscivano sull’erba, scalavano gli alberi e si divertivano in armonia con madre natura.

Non correvano dal medico per le più piccole inezie. Quando avevano la febbre, aspettavano che passasse. Quando si sentivano male, mangiavano minestre, zuppe, brodi e riposavano molto. Non facevano uso di farmaci per qualsiasi piccolo disturbo per accelerare la guarigione. Il cibo era la loro medicina, che ne fossero consapevoli o meno.

La dieta e lo stile di vita hanno un impatto importante sul nostro organismo. Ogni cellula del nostro corpo necessita di una corretta alimentazione per funzionare correttamente, mentre cattiva alimentazione e stile di vita sbagliato ne comprometteranno l’integrità, provocando una particolare sensibilità a certi alimenti.

Sembra che le allergie alimentari possano essere un sottoprodotto imprevedibile di numerosi fattori ambientali, che erano in gran parte sconosciuti fino ad un paio di generazioni fa. Di questo passo, ci si domanda quale sarà il futuro della nutrizione, visto che sempre più tossine vengono introdotte negli alimenti.

giovedì 14 luglio 2016

IL FRIGORIFERO CHE FUNZIONA SENZA CORRENTE

Conservare e mettere in fresco gli alimenti senza l’uso della corrente elettrica, ora si può.

Dalla mente di una giovanissima ricercatrice italiana nasce Freeijjs, il frigorifero che funziona senza consumi. 

L’invenzione ha dato, per ora, la possibilità a Caterina Falleni, studentessa livornese di 23 anni, laureata in Disegno Industriale, di ottenere una borsa di studio per studiare negli Stati Uniti, approfondire le sue conoscenze e migliorare la sua creazione.

I viaggi di studio all’estero, per l’inventrice non sono una novità. Nasce dall’esperienza in Africa, infatti, lo studio delle strutture realizzate con materiali porosi, come il fango o la terracotta. Esse utilizzano un processo denominato “evaporative cooling”, lo stesso per cui la temperatura del nostro corpo si abbassa grazie alla sudorazione.

Questa tecnologia è stata associata da Caterina con dei materiali chiamati PCM ed è proprio così che è venuto al mondo Freeijis. Oggetto della tesi di laurea che Caterina ha presentato a conclusione del proprio percorso di studi, del frigorifero “autonomo”, per ora, esiste solo un unico prototipo, realizzato in collaborazione con Bottega Morigi e Officina Valmori.

Freeijis viene presentato come un apparato refrigerante per frutta e verdura che funziona grazie ad un sistema di refrigerazione per mezzo di evaporazione dell’acqua contenuta nell’intercapedine tra due contenitori: uno esterno in terracotta ed uno interno in alluminio.

Freeijis vuole simboleggiare la possibilità di ricorrere ad energie alternative ed è  naturale tanto quanto gli alimenti che potrà contenere.

Un’idea geniale, creata dall’ennesima rappresentante dei “cervelli in fuga” nostrani che, non riuscendo ad ottenere il meritato riconoscimento per le proprie creazioni in Italia, ha provato a compiere il grande passo di attraversare l’Oceano, per dare ai suoi meriti il giusto valore.

A Livorno, prima di partire avevo provato a bussare alle porte della Provincia, della Regione, per cercare di coinvolgerli in quest’avventura, ma ho trovato enormi difficoltà, tanta diffidenza e poca trasparenza.

In California ho cenato con i fondatori di Google Earth e improvvisato con loro sedute di brainstorming davanti ad una bistecca con ai piedi un paio di infradito. È incredibile come, in poco tempo, riesci a parlare con tante persone che possono dare seguito ai tuoi progetti e senza nessuna fatica. Sarà perché spesso gli interlocutori sono ragazzi che non si fanno problemi a parlare di lavoro con una persona qualsiasi senza sapere da dove venga o cosa faccia – ha confessato l’inventrice in un intervista -.

Il mio paese è e sarà sempre l’Italia. Il livello di cultura e di storia che si respira in ogni vicolo, città, villaggio è incomparabile così come le persone che incontri, hanno un approccio profondamente umano. Ma quando si tratta di lavorare è un’altra cosa”.

sabato 2 luglio 2016

ITALIA – Fallimento Pilotato e Programmato

Fai crollare una nazione, poi compri interi settori vitali della sua economia a prezzi bassissimi. Facile no? Così ha fatto BlackRock, il tutto con la collaborazione dell’UE e dei governi italiani da Monti a Renzi.                                                                                           
Nulla succede per caso, è stato tutto stabilito a priori: Ma chi è BlackRock?
Faccio scoppiare l’Italia con la crisi dello spread, la costringo a svendere i gioielli di famiglia e quindi arrivo io, col portafogli in mano, pronto a rilevare a prezzi stracciati interi settori vitali dell’economia italiana, messa in ginocchio dalla manovra finanziaria.

Secondo “Limes”, l’architetto supremo del complotto non è la Germania, ma il colossale fondo d’investimenti statunitense BlackRock, azionista rilevante della Deutsche Bank che nel 2011, annunciando la vendita dei titoli di Stato italiani, fece esplodere il divario tra Btp e Bund causando la “resa” di Berlusconi e l’avvento di Monti, l’emissario del grande business straniero.

La rivista di Lucio Caracciolo, riassume Maria Grazia Bruzzone su “La Stampa”, ha messo a fuoco un po’ meglio le dimensioni, gli interessi ed il vero potere del primo fondo d’investimenti mondiale, fattosi sotto con l’ascesa di Renzi a Palazzo Chigi, dopo che ormai il Pil italiano era stato letteralmente raso al suolo dai tecnocrati nostrani, in accordo con quelli di Bruxelles.

Il “Moloch della finanza globale” vanta la gestione di 30.000 portafogli, per un totale di 4.650 miliardi di dollari: non ha rivali al mondo ed è una delle 4-5 “istituzioni” che ricorrono tra i maggiori azionisti delle banche americane.

Con la globalizzazione dell’economia, il valore complessivo delle attività finanziarie internazionali primarie è passato dal 50% al 350% del Pil mondiale, raggiungendo i 280.000 miliardi di dollari, di cui solo il 25% legato agli scambi di merci. E il valore dei derivati negoziati fuori dalle Borse (“over the counter”) a fine giugno 2013 aveva toccato i 693.000 miliardi di dollari, in gran parte legati al mercato delle valute: al Forex si scambiano in media 1.900 miliardi di dollari al giorno.

Tutto ha avuto inizio col neoliberismo promosso da Margaret Thatcher e Ronald Reagan: deregulation e meno vincoli per le megabanche, autorizzate a “giocare” con sempre nuovi prodotti finanziari come gli “hedge fund”, i fondi a rischio speculativi e le società d’investimento spesso collegate alle banche, innanzitutto anglosassoni.