sabato 20 agosto 2016

L’ENERGIA SPAZIALE DELLA N-MACHINE

Il fisico Bruce De Palma, laureato ad Harvard e docente di fisica al Massachusetts Institute of Technology da 15 anni, ha costruito nel 1978 un generatore di energia autosufficiente, inesauribile, economico ed ecologico.

Esso funziona in base a dei principi fisici ancora non del tutto chiari, secondo i quali attingerebbe energia dallo spazio circostante.

La N-Machine ha un rendimento del 500%, cioè produce 5 volte l’energia che consuma, in quanto estrae l’energia da una nuova ricchissima fonte, prima sconosciuta, lo spazio, con un metodo assolutamente rivoluzionario.

Nel 1831 Faraday condusse degli esperimenti con i generatori elettrici; uno di essi portò all’invenzione del generatore a due pezzi (rotore e statore; in un altro esperimento invece egli costruì un generatore omopolare che è, in sostanza, il prototipo della N-Machine di De Palma.

Visto con grande scetticismo e ignoranza dagli scienziati di allora, il generatore omopolare fu abbandonato. Anziché avere un rotore ed uno statore, come i generatori convenzionali a due pezzi, la N-Machine ha solo il primo; ogni metà volano rappresenta un polo, un contatto elettrico è posto sull’asse, l’altro sul bordo del giroscopio, e l’elettricità è presa direttamente sul magnete.

Fatto sta che nonostante la N-Machine sia stata collaudata da centinaia di scienziati americani, da una ventina d’anni, l’ufficio brevetti si rifiuta di concedere il brevetto per qualsiasi dispositivo che si proponga di produrre più di quanto consuma.

De Palma mette in evidenza che la sua invenzione non è una macchina a moto perpetuo, che violerebbe il principio di conservazione dell’energia, ma di una rivoluzionaria invenzione che permette di “estrarre energia dallo spazio”.

Addirittura il Governo americano ha confiscato le N-Machine costruite da altri scienziati; se questa macchina venisse accettata ufficialmente distruggerebbe il monopolio americano sul mercato del petrolio, del gas, del carbone ed altri fonti energetiche.

In India, l’ingegner Tewari del Dipartimento Indiano di Energia Atomica, sta sperimentando la sua invenzione, la S.P.G., Generatore di Energia dallo Spazio, che ricalca la N-Machine; con 5 Kwatt di consumo totale, l’Spg ne produce 30. 

In Giappone, la Kazama Giken Corporation sta producendo piccole N-Machine a scopi educativi e di ricerca.

fonte web


venerdì 5 agosto 2016

ALLERGIE ALIMENTARI: Incremento

Vi siete mai chiesti come mai i nostri nonni non soffrissero di allergie alimentari, o comunque perché questo disturbo non fosse così frequente come oggi?

Le allergie alimentari stanno diventando una preoccupazione per quasi ogni famiglia e sono in netta crescita. Oltre a rendere difficile la vita a coloro che soffrono di questa moderna epidemia, questo produce un ulteriore costo sia per il sistema sanitario che per le tasche di tutti.

Ogni 3 minuti una reazione allergica alimentare manda qualcuno al pronto soccorso, che in un anno significa 200.000 visite al pronto soccorso. Secondo uno studio pubblicato nel 2013 dal CDC, le allergie alimentari tra i bambini negli Stati Uniti sono aumentate di circa il 50% tra il 1977 ed il 2011. 
E in Italia le cose non vanno meglio.

Sembra che l’allergia al latte sia la più diffusa, probabilmente perché nel prodotto si trovano diversi ormoni della crescita ed i residui di antibiotici di cui si abusa negli alimenti intensivi.

C’è dunque qualcosa di estraneo nel cibo di oggi che prima non c’era? Assolutamente si.


Gli alimenti industriali in generale possono contribuire a provocare le allergie per una serie di ragioni diverse. I cibi elaborati contengono una varietà di coloranti, aromi, conservanti e altri additivi che possono avere un grande impatto.

I nostri nonni non avevano le allergie alimentari per un motivo molto semplice: mangiavano cibo senza conservanti e non elaborato. Gli alimenti provenivano dalle aziende agricole e dai mercati, se non dal proprio orto.

I bambini venivano nutriti con il latte materno.

In quei giorni, la parola dieta non esisteva: non ci si abbuffava come facciamo oggi e il cibo non causava gonfiore e obesità perché non era elaborato con sostanze chimiche, additivi, stabilizzanti, conservanti, aromi e tutto ciò che troviamo oggi negli alimenti.

Le carni provenivano da animali che non erano imbottiti di ormoni. 
Si mangiava fuori sporadicamente e anche in quei casi si consumavano piatti tradizionali, cucinati in casa con ingredienti freschi.

I nostri nonni, inoltre, non restavano chiusi in casa a giocare con il computer e lo smartphone, ma uscivano sull’erba, scalavano gli alberi e si divertivano in armonia con madre natura.

Non correvano dal medico per le più piccole inezie. Quando avevano la febbre, aspettavano che passasse. Quando si sentivano male, mangiavano minestre, zuppe, brodi e riposavano molto. Non facevano uso di farmaci per qualsiasi piccolo disturbo per accelerare la guarigione. Il cibo era la loro medicina, che ne fossero consapevoli o meno.

La dieta e lo stile di vita hanno un impatto importante sul nostro organismo. Ogni cellula del nostro corpo necessita di una corretta alimentazione per funzionare correttamente, mentre cattiva alimentazione e stile di vita sbagliato ne comprometteranno l’integrità, provocando una particolare sensibilità a certi alimenti.

Sembra che le allergie alimentari possano essere un sottoprodotto imprevedibile di numerosi fattori ambientali, che erano in gran parte sconosciuti fino ad un paio di generazioni fa. Di questo passo, ci si domanda quale sarà il futuro della nutrizione, visto che sempre più tossine vengono introdotte negli alimenti.