Da
decenni, il cancro viene inutilmente fronteggiato con la chemioterapia:
l’oncologia ospedaliera non guarisce quasi nessuno, ed i tumori stanno
aumentando in modo esponenziale.
In
parallelo, c’è il boom delle cure alternative: in questo settore si registrano
guarigioni in costante aumento, ma i numeri sono ancora limitati e comunque
esclusi dall’ufficialità.
Ovvio,
sottolineano gli “alternativi”: per il sistema è pericoloso far sapere che si
può guarire anche solo con erbe, biofarmaci e dieta, cioè con quattro soldi,
mentre il sistema ospedaliero (chemio e radio) costa una follia, oltre a non
salvare nessuno.
Di
recente, Paolo Barnard ha acceso una
contro-polemica, accusando di slealtà gli “alternativi” che speculerebbero
sull’altrui dolore, contrabbandando soluzioni miracolose quanto irrealistiche.
La riprova?
I potenti della terra, a partire dal boss della Goldman Sach, Lloyd
Blankfein, ricorrono alla chemio. “In
realtà – replica a distanza Paolo Franceschetti,
autore di un sito sulle cure alternative esistenti – i super-potenti sono i primi a ricorrere a metodi alternativi: lo
stesso Berlusconi ha evitato la chemio ed è guarito grazie alla terapia Di
Bella”.
“Se
sei un americano, hai una possibilità su tre di avere un cancro nel corso della
tua vita”. Scrive Michael
Snyder in un post ripreso dal blog di Maurizio
Blondet. “Praticamente chiunque in
America conosce qualcuno che ha il cancro o che ne è già morto”. Eppure,
negli anni ’40, a sviluppare il cancro era solo un americano su 16. “Deve essere accaduto qualcosa che ha
provocato questa crescita esplosiva, e che induce a ritenere che il cancro
sorpasserà presto le cardiopatie diventando la prima causa di morte”.
Secondo l’Oms, ogni anno vengono diagnosticati 14
milioni di nuovi casi nel mondo, ed è atteso un incremento del 70% nei prossimi
due decenni. “Esistono davvero poche
parole capaci di fare tanta paura come la parola –cancro-, e nonostante i miliardi spesi nella ricerca e nel suo
progresso tecnologico, questa piaga continua ad allargarsi e a mietere vittime.
Com’è possibile?”
Sconcertante la débacle statistica della disciplina
oncologica: a differenza di ogni altro settore della medicina, questa non
riesce praticamente mai a curare efficacemente i pazienti, a cui peraltro non
sa diagnosticare le cause dell’insorgenza patologica (cosa che invece fa la
medicina olistica, basata anche sull’analisi dell’alimentazione).
In compenso, il business del cancro va a gonfie vele: oggi, continua Snyder in America si spende più denaro per trattare il cancro che
qualunque altra malattia. Secondo la NBC, solo lo scorso anno si è trattato
di 100 miliardi di dollari in farmaci anti-cancro, tutti largamente inefficaci:
“Mentre i prezzi delle medicine
continuano a scendere costantemente, la spesa per le medicine contro i tumori
hanno raggiunto un nuovo traguardo: 100 miliardi nel 2014”. Un incremento
di 75 miliardi di dollari in cinque anni, secondo un’indagine dell’Ims Institute
for Healthcare Informatics.
Cento milioni di dollari sarebbero già una cifra
pazzesca, osserva Snyder, ma 100 miliardi sono mille volte quella cifra. “Non mi pare ci sia bisogno di dire che ci
sono un sacco di persone, là fuori, che stanno diventando smisuratamente ricche
grazie a questi trattamenti. Ed il costo di alcuni di essi è semplicemente
assurdo. Sempre secondo la NBC, due dei farmaci commercializzati più
recentemente costano 12.500 dollari per un mese di terapia”.
Farmaci,
peraltro, non risolutivi: poco più di metà dei pazienti può sperare di
sopravvivere per 5 anni al massimo.
“Viviamo in una
società estremamente tossica, e che lo diventa ogni giorno di più”, scrive
Snyder. “E una volta che hai sviluppato
il cancro, ai dottori non è permesso prescrivere trattamenti alternativi.
Quello che possono fare è prescriverti terapie che il sistema gli dice di
prescriverti”.
Idem in Italia: i sanitari devono
attenersi al protocollo standard, quello che non guarisce quasi mai nessuno e
si basa, ad esempio, sulla chemio. “È una terapia mostruosa, che spesso uccide il paziente invece di
uccidere il tumore”, continua Snyder. “Molti pazienti vivono un ciclo
infernale dopo l’altro, sperando che possa essere risolutivo.
Avete mai parlato con qualcuno che
ha vissuto questo calvario? È straziante”. Dice il
dottor Ralph Moss, autore del libro
“L’industria del Cancro”: “Non c’è alcuna
prova che la chemioterapia prolunghi la sopravvivenza nella gran parte dei
casi. E questa è la grande bugia sulla chemioterapia, che ci sia in qualche
modo una correlazione tra la riduzione del tumore e l’allungamento della vita
di un paziente”. Allora perché gli oncologi spingono tanto per la chemio?
Secondo
le analisi di Steven Levitt e Stephen Dubner, quelli di “Freakanomics”, “gli oncologi sono tra i medici più pagati, la media dei loro redditi
cresce più di quella di qualsiasi altro specialista, e più della metà dei loro
guadagni proviene dalla vendita e somministrazione della chemioterapia”. Il
loro modello di business “è differente da
quello degli altri medici”, scrive Snyder, “perché non è che tu puoi andare a
comprarti la chemioterapia in farmacia”.
Negli Usa, “gli
oncologi la comprano all’ingrosso, poi gonfiano il prezzo e mettono in conto
alle compagnie di assicurazione”. Questo profitto legalizzato sui farmaci
contro il cancro è un caso unico, negli Stati Uniti. Fanno soldi sulle terapie
che dicono ti salveranno la vita.
È un
conflitto di interessi gigantesco. Ti vendono le terapie, e ti fanno pagare il
privilegio di iniettartele. Non lo fa nessun altro medico. Il nostro sistema è
profondamente guasto e corrotto, conclude Snyder.
“Ma
non cambierà niente nell’immediato futuro, perché grazie ad esso si guadagnano
centinaia di miliardi di dollari”.
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