martedì 29 novembre 2016

CANCRO: TERAPIE INUTILI SU PERSONE SANE

Rapporto del National Cancer Institute (USA) ammette che milioni di malati sono stati trattati per cancro SENZA AVERLO!!!


Un numero significativo di persone che hanno subito un trattamento per cancro nel corso degli ultimi decenni potrebbe non avere mai realmente avuto la malattia, lo ammette il rapporto commissionato dal US National Cancer Institute (NCI).

Pubblicato online sul Journal of American Medical Association (JAMA), lo studio del governo USA identifica sia sovradiagnosi che diagnosi errata di cancro, come due cause principali di questa crescente “epidemia”, che insieme hanno portato al trattamento inutile di milioni di individui, altrimenti sani con chemioterapia, radiazioni o chirurgia.

Il rapporto proietta grandi ombre sulla diagnosi di molti tumori.

Il cancro al seno, per esempio, a volte non è affatto il cancro al seno, ma piuttosto una condizione benigna come il carcinoma duttale in situ sono state diagnosticate erroneamente come avendo un cancro al seno, e successivamente trattate per una condizione che probabilmente non avrebbe causato loro problemi di salute.

E similmente negli uomini, un alto grado di neoplasia prostatica intraepiteliale (HGPIN), un tipo di precursore precancerose al cancro, è comunemente come se fosse vero cancro.

“Secondo un gruppo di lavoro sancito dal National Cancer Institute, la pratica di oncologia negli Stati Uniti ha bisogno di una serie di riforme e di iniziative per mitigare il problema della sovradiagnosi e del trattamento del cancro”, spiega Medscape.com sullo studio. “Forse più drammaticamente, il gruppo afferma che un certo numero di condizioni precancerose, tra cui il carcinoma duttale in situ e la neoplasia prostatica intraepiteliale, non dovrebbe più essere chiamati cancro”…


I trattamenti convenzionali per il cancro, ancora una volta dimostrano di essere una delle principali cause di cancro.

Queste sono scoperte scioccanti, in particolare considerando che NCI è un’agenzia finanziata dal governo che tende a favorire la diagnosi del cancro convenzionale ed il modello di trattamento, anche quando è dimostrato di essere un fallimento.

Ma ancora peggio è il fatto che milioni e milioni di persone sane siano state trattate con dei veleni e con l’irradiazione per delle condizioni che non hanno mai nemmeno avuto e che probabilmente hanno causato, per molti di loro, lo sviluppo di un cancro reale e anche di ottenere la morte come risultato.

Come si è visto, l’intero concetto di “diagnosi precoce” è fondamentalmente errato, dal momento che molti dei metodi di diagnostica non riescono a distinguere le cellule tumorali benigne da quelle maligne.

Questo significa che molte persone alle quali è stato erroneamente diagnosticato un cancro finiranno col sviluppare il cancro dopo aver beneficiato di un trattamento per tumori che non hanno mai avuto, un fenomeno che dimostra l’assurdità di tutto il modello.

Anche nel caso in cui si scopre il tumore abbastanza presto per contenerlo attraverso la chirurgia, la chemioterapia e/o radioterapia, è ben noto che la sotto-popolazione della minoranza di cellule staminali del cancro all’interno di questi tumori sarà arricchita e quindi resa più maligna con il trattamento convenzionale” spiega Sayer Ji per GreenMedifo.com.

Per esempio è stato recentemente dimostrato dai ricercatori UCLA Jonnsson Comprehensive Cancer Center che le lunghezze d’onda delle radiazioni della radioterapia trasformando le cellule di cancro al seno in tumore altamente maligno sia per le cellule staminali che per le normali cellule, con malignità 30 volte di più alta”.

Il lavoro di Pajonk, associate professor of radiation oncology al Jonsson Center della Ucla, università di California è stato pubblicato a Marzo 2012 su Stem Cells e mostra che la radioterapia usata per curare i tumori al seno in parte può uccidere le cellule tumorali ed in parte trasformare le cellule tumorali superstiti in tumorali staminali (che sono molto più resistenti ai trattamenti delle normali cellule tumorali).

I ricercatori del Jonsson Comprehensive Cancer Center Department of Oncology della UCLA hanno irradiato normali cellule tumorali non-staminali e le hanno inserite nelle cavie. Attraverso un sistema di imaging hanno potuto assistere (direttamente) alla trasformazione delle cellule normali in staminali tumorali per reazione al trattamento per le radiazioni.

Pajonk riferisce che la nuova produzione di cellule così ottenuta è incredibilmente simile a cellule staminali del tumore al seno, non irradiate. La squadra di ricercatori ha anche potuto calcolare che queste cellule tumorali staminali indotte hanno una capacità di produrre tumori che è di 30 volte superiore a quella delle normali cellule tumorali (del tumore al seno) non irradiate.

Il cancro è davvero il tentativo del corpo per sopravvivere, non un “attacco” dal di fuori. La considerazione di Sayer Ji è la questione di fondo, cioè che il modello convenzionale del cancro ritiene erroneamente il cancro come una sorta di attacco esterno al corpo che deve essere quindi aggredito e combattuto con trattamento rigoroso, piuttosto che il meccanismo di sopravvivenza che in realtà è.

Quando il corpo è perennemente carente in nutrienti per esempio, o quando è gravato da radiazioni, cancerogeni ed altre tossine dall’ambiente e dal cibo, o da farmaci e vaccini, il cancro può svilupparsi come risposta a questo attacco dannoso.

Tutta la nostra visione del mondo del cancro ha bisogno di passare da un nemico che ci “attacca” e contro il quale dobbiamo muovere guerra, a qualcosa che il nostro corpo crea, presumibilmente per sopravvivere ad una malattia, e l’ambiente cancerogeno è sempre più inospitale con nutrienti privi di vitalità e salubrità”, aggiunge Ji.

fonte: qui - qui - qui
tratto da: www.mednat.org

venerdì 11 novembre 2016

LA BOTTIGLIA AUTOREFRIGERANTE: Ennesima invenzione italiana.

BERLINO. La città soprannominata la “Silicon Valley” d’Europa, centro attuale dell’Europa giovane dove nascono le idee più originali, a volte rivoluzionarie, ma anche dove i creativi di tutto il mondo si incontrano per presentare i propri progetti.

A presentare il suo progetto si aggiunge Andrea Monaco, sardo di origine ma veneto di adozione. Andrea è un giornalista che ha abbandonato la sua professione per inseguire il suo sogno: inventare una bottiglia auto-refrigerante o bottle self-cooling, ovvero la bottiglia che si rinfresca da sola.
Un idea originale, nata in collaborazione con l’Università di Chimica di Cagliari, che potrebbe rivoluzionare seriamente il settore DEL Food & Beverage Internazionale.

La bottiglia auto-refrigerante è in prodotto rivoluzionario”, racconta Andrea, “ non solo per la comodità ma anche perché il suo utilizzo potrebbe apportare dei grandi progressi a livello ambientale”.

Durante il suo sviluppo ho tratto delle conclusioni importanti”, prosegue l’inventore, “la prima è quella di poter bere una bevanda, inizialmente calda, in qualsiasi luogo: campeggio, barca, trekking, bicicletta, escursioni, spiaggia o deserto, senza necessitare di un frigo o sistemi di refrigerazione convenzionali che utilizzano la corrente elettrica”.

La bottle self-cooling è infatti in grado di ridurre notevolmente la temperatura di una bibita. “Dai trenta gradi il mio sistema è in grado di rinfrescare una bibita fino a nove gradi in meno di due minuti, classica temperatura da frigo, senza utilizzare l’energia elettrica o il tradizionale ghiaccio pronto”.

Con l’introduzione di questo prodotto si ridurrebbe anche il rischio ambientale.   “È un sistema estremamente sicuro, non esiste il pericolo di implosioni o esplosioni, la bevanda è totalmente isolata dal sistema di raffreddamento e tutti i componenti sono riciclabili ed atossici, anzi, alcuni vengono già utilizzati in vari settori”.

All’Ufficio Brevetti di Roma Andrea ne ha registrato due versioni.
Ma come si differenziano l’una dall’altra?

Ho pensato di creare due modelli”, continua, “il primo ha un’applicazione multipla, cioè riutilizzabile per migliaia di volte e ricaricabile. Ciò permette, a chi lo utilizza, di versare la propria bevanda all’interno della bottiglia auto-refrigerante, inserire la ricarica, aspettare un paio di minuti e berla molto fresca.

La seconda versione utilizza lo stesso sistema ma per un utilizzo <<usa e getta>>. È una versione sviluppata per le aziende che imbottigliano bevande mono consumo, basta premere un bottone posto sul fondo della bottiglia ed inizia l’auto refrigerazione con gli stessi tempi della prima versione.

Se consideriamo che nel mondo si consumano circa 800 miliardi di bibite e birre, escluse vino e acqua, e tutte queste bevande al 95% si consumano fresche; si capisce bene quanta energia elettrica si consuma e di conseguenza quanto in termini di inquinamento ambientale questo comporta”.

Andrea sceglie Berlino per lanciare un appello agli investitori internazionali. “Aiutatemi a produrre la mia idea”, conclude Andrea, “industrializzare il prodotto è costoso e le mie finanze non me lo permettono. Per questo mi rivolgo ad eventuali investitori interessati al progetto. Il prototipo è pronto e funzionale, bisogna solo produrlo.

Una volta a regime la bottiglia auto-refrigerante si potrà trovare nei supermercati, nei centri commerciali, grande distribuzione in genere e via internet tramite un sito dedicato e, economicamente, sarà accessibile a tutti”.