L’effetto “Kirlian” fu brevettato nel 1948 a Mosca e,
sebbene non sia effettivamente utile nella ricerca della “bio-energia”, fu ed è
ancora largamente usato nell’industria metallurgica per analizzare la
resistenza dei materiali all’usura e per studiare la conducibilità delle
vernici.
Semyon Davidovich Kirlian (1898 – 1978) viveva a
Krasnodar, in Unione Sovietica, e faceva riparazioni su apparecchi elettrici
nel suo piccolo laboratorio. Kirlian non si era laureato, non era uno scienziato,
non era un fotografo. Il ruolo più prestigioso che ottenne fu come riparatore ufficiale
degli impianti elettrici dell’ospedale del suo paese.
Proprio in ospedale, mentre svolgeva il suo lavoro, fu
colpito e percorso da una forte scarica elettrica. Fortunatamente non subì
alcun danno fisico, ma durante l’incidente vide sprigionarsi dal proprio corpo
dei raggi luminosi di diversi colori.
All’epoca venivano usate ancora le lastre di vetro; la
mano doveva essere a contatto con il vetro e appoggiata su un tavolo di legno
che isolava così dal terreno. La lastra fotografica veniva appoggiata a un
elettrodo collegato a un generatore e rimaneva avvolta in carta scura a trama
fittissima per evitare che la luce potesse filtrare e impressionarla prima del tempo.
Così Kirlian, tramite un interruttore che gli diede una
breve scossa, riuscì a scattare la sua prima fotografia elettrica, ma fu
durante lo sviluppo in camera oscura che vide comparire sulla lastra la sua
mano, con l’evidenza dello scheletro e con un misterioso alone intorno.
Questi esperimenti continuarono su ogni parte del corpo
e sempre si presentò quell’alone colorato che fu da lui definito “aura”,
l’impronta dell’energia vitale del corpo fotografato che si sprigionava ad ogni
scatto.
Con il tempo poté sperimentare su moderne pellicole a
colori e fu a quel punto che la sua “aura” prese colore, manifestandosi in
sfumature di blu, rosso, giallo e arancione.
Kirlian era convinto di poter fotografare l’energia
vitale delle persone, degli animali, dei vegetali; ma quando iniziò a
fotografare oggetti inorganici, pensò che il fenomeno doveva essere
probabilmente di altro genere e svanì così, per lui, la speranza di aver
trovato l’essenza energetica.
E’ interessante la storia di Kirlian, ma è bene saper
che lui non fu il primo a sperimentare l’elettrofotografia, di cui i primi
esperimenti risalgono al 1700.
Nel 1880 Nikola Tesla fotografò alcune corone (così si
chiamano gli aloni luminosi che vengono creati dal passaggio dell’elettricità)
tramite la sua famosa bobina.
Nel 1900 altri scienziati usarono la bobina Tesla per
fotografare fenomeni elettrici, come fece successivamente l’elettricista russo.
fonte qui
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