giovedì 19 giugno 2014

L’ EFFETTO KIRLIAN


L’effetto “Kirlian” fu brevettato nel 1948 a Mosca e, sebbene non sia effettivamente utile nella ricerca della “bio-energia”, fu ed è ancora largamente usato nell’industria metallurgica per analizzare la resistenza dei materiali all’usura e per studiare la conducibilità delle vernici.


Semyon Davidovich Kirlian (1898 – 1978) viveva a Krasnodar, in Unione Sovietica, e faceva riparazioni su apparecchi elettrici nel suo piccolo laboratorio. Kirlian non si era laureato, non era uno scienziato, non era un fotografo. Il ruolo più prestigioso che ottenne fu come riparatore ufficiale degli impianti elettrici dell’ospedale del suo paese.


Proprio in ospedale, mentre svolgeva il suo lavoro, fu colpito e percorso da una forte scarica elettrica. Fortunatamente non subì alcun danno fisico, ma durante l’incidente vide sprigionarsi dal proprio corpo dei raggi luminosi di diversi colori.

Impressionato e incuriosito da tale fenomeno, Kirlian decise di fare di tutto per riuscire a trovare il modo di documentarlo. Scelse la fotografia come strumento di registrazione e iniziò così i suoi esperimenti.

All’epoca venivano usate ancora le lastre di vetro; la mano doveva essere a contatto con il vetro e appoggiata su un tavolo di legno che isolava così dal terreno. La lastra fotografica veniva appoggiata a un elettrodo collegato a un generatore e rimaneva avvolta in carta scura a trama fittissima per evitare che la luce potesse filtrare e impressionarla prima del tempo.

Così Kirlian, tramite un interruttore che gli diede una breve scossa, riuscì a scattare la sua prima fotografia elettrica, ma fu durante lo sviluppo in camera oscura che vide comparire sulla lastra la sua mano, con l’evidenza dello scheletro e con un misterioso alone intorno.

Questi esperimenti continuarono su ogni parte del corpo e sempre si presentò quell’alone colorato che fu da lui definito “aura”, l’impronta dell’energia vitale del corpo fotografato che si sprigionava ad ogni scatto.

Con il tempo poté sperimentare su moderne pellicole a colori e fu a quel punto che la sua “aura” prese colore, manifestandosi in sfumature di blu, rosso, giallo e arancione.

Kirlian era convinto di poter fotografare l’energia vitale delle persone, degli animali, dei vegetali; ma quando iniziò a fotografare oggetti inorganici, pensò che il fenomeno doveva essere probabilmente di altro genere e svanì così, per lui, la speranza di aver trovato l’essenza energetica.

E’ interessante la storia di Kirlian, ma è bene saper che lui non fu il primo a sperimentare l’elettrofotografia, di cui i primi esperimenti risalgono al 1700.

Nel 1880 Nikola Tesla fotografò alcune corone (così si chiamano gli aloni luminosi che vengono creati dal passaggio dell’elettricità) tramite la sua famosa bobina.

Nel 1900 altri scienziati usarono la bobina Tesla per fotografare fenomeni elettrici, come fece successivamente l’elettricista russo.


fonte qui

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