mercoledì 15 ottobre 2014

CITTA’ CINESI FANTASMA IN AFRICA


Nonostante l’enorme quantità di appartamenti invenduti, Nova Cidade de Kalimba è solo una delle tante città “fantasma” che la Cina sta costruendo in Angola e in tutto il continente africano.                                                Negli ultimi dieci anni, la Cina ha speso diversi miliardi di Euro e continua a farlo.
Perché i cinesi sono così interessati al territorio africano?

Nova Cidade de Kalimba, costruita alla periferia di Luanda, la capitale angolana, è una moderna città africana composta da circa 750 edifici di otto piani. Conta una dozzina di scuole e più di 100 locali commerciali, ma non ci sono abitanti!                                         Come mai?                                                             Pare che il prezzo di un appartamento si aggiri sui 90 mila Euro, una cifra esorbitante rispetto al magro reddito medio della popolazione locale che ancora vive nelle baraccopoli.

Nei progetti degli investitori, la città doveva raccogliere circa 500 mila abitanti. Il costo dell’operazione si aggira sui 2,5 miliardi di Euro, ma si tratta solo di una frazione del fiume di denaro che la Cina sta investendo in Africa.
Come riporta il “Daily Mail”, numerose “Chinatown” stanno nascendo in tutta l’Africa, dalla Nigeria alla Guinea equatoriale, nel Ciad, nel Sudan, ma anche in Zambia, Zimbawe e Mozambico.

Insomma, la Cina considera il continente nero un investimento cruciale per il futuro, stringendo una vera e propria morsa sul continente dal sapore neo coloniale che in futuro potrebbe fare dell’Africa un continente satellite.
“I cinesi sono dappertutto”, dice Trevor Ncube, un importante uomo d’affari africano con interessi editoriali di tutto il continente. “Se in passato gli inglesi sono stati i nostri maestri, oggi i cinesi hanno preso il loro posto”.


A questo punto, è lecito chiedersi se le misteriose città fantasma siano destinate realmente agli africani. Secondo gli analisti internazionali, ormai non è più mistero che i governanti cinesi considerano l’Africa come l’unica soluzione ai problemi di sovrappopolazione e alla imminente scarsità di risorse naturali.
I cinesi rappresentano un quinto della popolazione terrestre e hanno fame di cibo, terra e energia. Negli ultimi dieci anni, il consumo di petrolio è aumentato di 35 volte e le importazioni di acciaio, rame e alluminio divorano circa l’80% delle forniture mondiali.

La popolazione cinese si è praticamente triplicata negli ultimi 50 anni, passando da 500 milioni di individui a 1,3 miliardi. E’ per questo motivo che il governo di Pechino ha lanciato il programma politico “ Una sola Cina in Africa”, una sorta di lotteria nazionale per lasciare il paese e stabilirsi in un nuovo continente.

Nella disattenzione totale di tutto il mondo, circa 750 mila cinesi si sono già trasferiti in Africa negli ultimi dieci anni. La strategia è stata accuratamente messa a punto dai funzionari cinesi, i quali hanno stimato che la Cina ha la necessità di inviare in Africa 300 milioni di persone per risolvere i problemi di sovrappopolazione e inquinamento.

L’avanzata cinese sembra inarrestabile: ambasciate e nuove rotte commerciali si stanno aprendo tra i due paesi, mentre la nuova elìte cinese stanziatasi in Africa comincia a farsi notare in tutto il mondo, acquistando oggetti preziosi nelle boutique, guidando le loro esclusive BMW e Mercedes e mandando i loro figli in esclusive scuole private.

Le pessime strade africane sono sempre più ingombre di automezzi cinesi che riempiono i mercati africani di prodotti a basso costo. Gli indumenti venduti nei mercati del continente ormai riportano quasi sempre la scritta “Made in China”.

Migliaia di chilometri di ferrovie sono state costruite dai cinesi per il trasporto di miliardi di tonnellate di legname tagliato illegalmente: foreste incontaminate sono state distrutte per coprire il fabbisogno di legname della Cina che equivale al 70% di tutta la produzione Africana. Inoltre, il territorio è stato sventrato per l’estrazione di diamanti e oro.

Le gigantesche miniere cinesi sono piene di “schiavi” africani che estraggono i preziosi minerali a meno di 1 dollaro al giorno. In Angola, il governo ha deciso che il 70% dei lavoratori pubblici deve andare alle imprese cinesi, la maggior parte delle quali non impiega personale angolano.

Ma la colonizzazione non è solo economica, ma anche culturale: numerosi centri culturali finanziati dallo Stato Cinese, denominati “Istituto Confucio”, stanno sorgendo in tutta l’Africa, con lo scopo di insegnare alla popolazione locale come fare affari in lingua e stile mandarino e cantonese.

Inoltre, esclusivi ristoranti che servono solo cibo cinese, e dove non sono ammessi i neri, stanno sorgendo in ogni angolo del continente.
Vi è un aspetto sinistro di questa invasione cinese, un prezzo troppo alto da pagare per la popolazione africana. La Cina ha interesse, tra l’altro, a fomentare le guerre civili tra le popolazioni africane, vendendo così milioni di dollari di armi prodotte dalle aziende cinesi.

Naturalmente, tutto questo avviene in collaborazione con i corrotti leader africani, i quali, dopo aver ottenuto l’indipendenza dalle potenze coloniali dei bianchi, Gran Bretagna, Francia, Belgio e Germania, sono felici di fare affari con la Cina per un semplice scopo: i soldi!

Se i governi democratici dell’occidente sembrano molto più insistenti nel chiedere all’Africa le riforme democratiche e la necessità di più trasparenza nell’uso del denaro, i cinesi sono molto più rilassati rispetto alla questione, decidendo di chiudere un occhio, a volte anche tutti e due, rispetto al reale utilizzo dei soldi da parte dei governi africani.
Il comportamento della Cina non fa altro che alimentare il cancro della corruzione. Pazienza se si alimenta la povertà in un continente che conta ben 800 milioni di persone che vivono in condizioni estreme di miseria.

Ma i cinesi sono sprezzanti di tali critiche. Per essi, secondo il loro spirito pragmatico da locuste, l’Africa è solo una risorsa da sfruttare finché dura, e non un luogo dove garantire i diritti umani. Non a caso, questo atteggiamento è accolto con grande favore da parte dei dittatori africani.

Ma quello di cui hanno bisogno gli abitanti di questo meraviglioso continente, dove emerso i primi ominidi dalla Great Rift Valley, è un disperato bisogno di progresso e i cinesi non sono qui per questo. Sono qui per rapinare un paese ricco di spazio e di risorse naturali.


Quando finirà la predazione? Finché Pechino ne trarrà vantaggio: i cinesi non si fermeranno fino a quando in Africa non ci saranno più minerali o petrolio da estrarre.

fonte qui

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