lunedì 24 marzo 2014

MOTORI ALTERNATIVI

MOTORE  ATOMICO  AL  TORIO 

L’auto a energia nucleare potrebbe essere presto realtà. 
Combustibile utilizzato il torio. 
Il progetto  di un gruppo di ricercatori americani della Laser Power System, sarebbe infatti in una fase avanzata di sviluppo e potrebbe presto portare alla creazione di una concept car. 

Charles Stevens è un inventore di Power Systems Laser .
 
La sua idea è quella di sostituire il motore a benzina con un generatore elettrico che non richiede una batteria.
 
Egli propone l'uso del  torio (elemento radioattivo estremamente abbondante in India e fortemente “sponsorizzato” dal premio Nobel Carlo Rubbia che in diverse occasioni ne ha auspicato l’utilizzo negli impianti nucleari di ultima generazione:
 centrali nucleari al torio), in combinazione con un laser di calore ( non di luce) e mini turbine che facilmente producono abbastanza elettricità per alimentare un veicolo.  
La combinazione di un laser, materiale radioattivo, e mini-turbine potrebbe suonare come una soluzione alternativa complicato per riempire il serbatoio del gas, ma c'è una caratteristica che lo vende come una soluzione alternativa.
Stevens ha messo a punto un  motore da 250MW al  torio dal peso di 227kg, al fine di alimentare una macchina tipica strada.


All'interno di tale sistema 1 grammo di torio produce l'equivalente di 7.500 litri di benzina. 
Quindi,  con 8 grammi di torio,  il veicolo passerà l'intera  vita senza bisogno di essere ricaricato, 
mentre Il motore dura così a lungo  che potrebbe essere preso da un veicolo e utilizzati in un altro  quando sarà  usurato.
 
I problemi da superare sono la radioattività e l'estrazione del torio.
 
L'inventore afferma che la radioattività può essere facilmente contenuta con un foglio di alluminio. Per quanto riguarda l'estrazione, le riserve ci sono, con 440.000 tonnellate solo negli Stati Uniti, e molto più abbondanti in india, abbiamo solo bisogno delle strutture minerarie per estrarre in quantità sufficienti.
 
Ammette inoltre che il  più grande ostacolo non è il torio e gli aspetti laser del sistema, ma le mini-turbine che devono essere abbastanza piccolo da stare all'interno di un veicolo durante la generazione di energia elettrica sufficiente.
 
Nonostante tutto, Stevens è convinto che sarà lui a avere un prototipo funzionante entro il 2014 e il potenziale non solo di sostituire, ma migliorare i motori a benzina..
 
I consumi che un’auto alimentata a torio potrebbe garantire: l’esigua quantità di 8 grammi di torio, infatti, permetterebbe di percorrere 482.800 Km.   e aggiungiamo che la manutenzione del propulsore andrebbe effettuata ogni 100 anni, allora la notizia diventa davvero interessante.
 


IL MOTORE AD ACQUA DI STAN MEYER

Stanley Meyer nel 1995 annunciò di aver costruito un'auto alimentata ad acqua, che con 4 litri d'acqua può percorrere circa 184 km: si tratta di una tecnologia che produce una miscela di idrogeno e ossigeno con un minimo di utilizzo di energia.
Per far funzionare la "water car" era sufficiente cambiare semplicemente il sistema di iniezione e aggiungere una cella per l'elettrolisi che si ricarica automaticamente con la dinamo.
Lo scienziato ottenne i brevetti per la sua invenzione ed era pronto per la produzione: infatti con soli 1.500 dollari, avrebbe trasformato qualunque automobile in una water car. Com'era ovvio però questa geniale invenzione che avrebbe rivoluzionato in positivo le vite (e i portafogli) di molti, rischiava di dar fastidio ai magnati del petrolio.


Pare che in molti si proposero come acquirenti della sua invenzione, tra cui l'Arab Oil Corps e il governo degli Stati Uniti che voleva impiegare, usare l'invenzione per l'alimentazione dei mezzi militari. Poiché Meyer non aveva alcuna intenzione di venderla a nessuno, adducendo come motivazione il fatto che "la tecnologia è al servizio delle persone", cominciò ad essere oggetto di minacce ed intimidazioni, fino a che fu ritrovato senza vira nel Marzo del 1998 in un parcheggio, dopo aver cenato in un ristorante di Grove City, sua città natale.

Infatti è a questa la tecnologia che guarda il futuro dell'automobile.
Come mai nessuno parla di questa invenzione che con una spesa minima permetterebbe, a detta del suo inventore, di trasformare la propria auto in una water car?


L'AUTO AD ACQUA DELLA GENEPAX

Ah se le auto potessero viaggiare ad acqua invece che a  benzina! In molti ci hanno pensato, specie di questi tempi, con i prezzi dei carburanti schizzati a livelli sempre più alti. Detto e fatto.
La società giapponese Genepax ha depositato la domanda per ottenere il brevetto di un motore elettrico alimentato ad acqua. Qualsiasi tipo di acqua: dolce, salata o piovana. Se un'innovazione del genere diventasse una realtà produttiva e di consumo sarebbe una vera rivoluzione. E in tempi di prezzi alle stelle per il petrolio una notizia come questa, naturalmente, ha una risonanza mondiale. Anche se dall'ideazione alla sua traduzione industriale il cammino è ancora lungo.

Kiyoshi Hirasawa, amministratore delegato della Genepax, in un'intervista a una tv locale giapponese ha detto che il motore, con un solo litro di acqua, sarebbe in grado di far viaggiare un'auto per circa un'ora alla velocità di 80 km all'ora. «Non c'è bisogno di costruire un'infrastruttura per ricaricare le batterie, come avviene di solito per la maggior parte delle auto elettriche», ha aggiunto Hirasawa.
Il motore funziona grazie a un generatore che la scompone l'acqua e la utilizza per creare energia elettrica. Hirasawa ha ammesso però che l'applicazione pratica non è nel futuro immediato e spera che il brevetto sia di interesse delle grandi case automobilistiche giapponesi. Serve ancora una fase di sviluppo e bisogna sperare che almeno uno dei grandi produttori creda in questa prospettiva. Anche perché al momento i progetti fanno in direzione opposta: motori a cellule di idrogeno che producono acqua nel processo, e non che la consumano.
Lì i produttori hanno investito ingenti capitali. Avranno il coraggio di puntare e scommettere su un motore che utilizza il carburante più diffuso sul pianeta?

L'AUTO AD ARIA COMPRESSA

La Engineair con sede a Melbourne in Australia è una società concentrata nello sviluppo di tecnologie basate sui motori ad aria compressa ad unico pistone rotante.
Il motore ad aria compressa inventato da Angelo Di Pietro si basa su un concetto di un semplice cilindro a pistone rotante che si sposta senza attrito all'interno dello statore cilindrico. Lo spazio fra il rotore e lo statore cilindrico è diviso in 6 camere di espansione e di snodo, l'albero cilindrico costretto dalla pressione atmosferica dell'aria sulla parete esterna si andrà a muovere eccentricamente.
I tempi di durata dell'entrata dell'aria e di quella di scarico è regolata da un timer montato sull'albero di uscita e ruotando con la stessa velocità del motore. La variazione dei parametri prestazionali del motore ad aria è facilmente ottenuta variando il tempo durante il quale all'aria è permesso di entrare nella camera: così un periodo di entrata dell'aria più lungo consente ad un flusso maggiore di entrare nella camera e quindi aumentare i risultati nella coppia. In questo modo l'aria compressa (l'energia) consumata corrisponde ad una maggiore potenza a seconda delle esigenze richieste.

L'invenzione del motore ad aria di Angelo Di Pietro ha una lunga lista di importanti vantaggi rispetto agli altri motori e il concetto di questo motore ad aria ha seriamente le capacità di cambiare il metodo che utilizziamo per spostarci oggi senza contare naturalmente i benefici del risparmio energetico.


AIRPOD L'AUTO AD ARIA 


Airpod è la prima automobile ad aria compressa commerciale realizzata dall'ingegnere francese Cyril Guy Nègre e verrà prodotta a Bolotana, in Sardegna, dalla Air Mobility Consortium, un consorzio di imprenditori sardi che ha acquisito la licenza e che promette di iniziare la produzione entro la fine del 2013.
E' un'auto leggerissima, costruita attorno ad un telaio in fibra di vetro, che si ricarica in pochi minuti e si guida con un joystick.

Ha emissioni molto limitate o pari allo zero e una velocità massima di 80 km/h. I prezzi contenuti (tra i 6 e 7mila euro) e un'autonomia di 120 km in modalità mono energy, ossia solo con aria compressa, e di 300 km con il motore dual energy, ossia con il riscaldamento dell'aria.

Nascerà come una vettura a tre posti, ma verrà  declinata in altre quattro varianti (dalla berlina al minibus, passando per la monovolume. Il progetto è ambizioso, perché l'auto si propone di arrivare a 150 km/h con meno di 1 euro. L'auto funziona con un motore monocilindrico che inietta elettronicamente aria compressa in circolo. È quindi l'aria, il "carburante" che la farà muovere.
Dell'auto ad aria compressa della MDI si parla da oltre dieci anni.

Nel precedente stabilimento della MDI, a Nizza, in Francia, lo sviluppo è andato avanti per parecchi anni, senza arrivare ad un vero e proprio avvio della produzione. I dubbi e le perplessità sono stati e sono forti, ma è anche vero che se l'indiana Tata - un colosso industriale - ha voluto divenire partner della MDI per questo progetto, l'idea non è campata in aria.


L' AUTO AD ACQUA E BENZINA


L'auto ad acqua è una sorta di mito che è circolato anni addietro più volte e per molto tempo, per poi sparire nel nulla.
Nei vari tentativi, l'acqua è sempre stata affiancata a qualcos'altro: con l'elettricità, estraendone l'idrogeno per elettrolisi per poi alimentare l'auto; sempre con l'elettricità trasformandola in gas di Brown, più efficiente; o appunto con la benzina.
Antonio de Marco, imprenditore di Anzio, ma che risiede e lavora in Brasile e in Spagna, si è interessato a questa cosa fin dagli anni '70, quando aveva notato che i motori aerei "Mercedes" tedeschi della Seconda Guerra Mondiale usavano già questa tecnologia.

Negli anni '90, Antonio ha avuto un lungo contenzioso brevettuale con la Ferrari per cui tale sistema potette venderlo solo intorno al 2000.

Il primo pensiero è il dubbio di come potrebbe funzionare: l'acqua non si combina con la benzina, e non brucia, al più diventa vapore. De Marco gioca proprio su questo: nel cilindro la benzina entra e brucia, poi però incontra l'acqua che con il calore diventa vapore e si espande, si crea pressione e spinge ulteriormente il pistone.
Quindi viene agevolata la spinta del pistone non attraverso una reazione chimica, ma da assorbimento di calore (reazione endotermica).
Non c'è bisogno di acqua distillata o deionizzata, questo processo fa parte del kit, basta acqua del rubinetto.

Trattandosi di vapore acqueo, come primo effetto avviene l'azione detergente su cilindro e candela, in quanto con le particelle carboniose e più pesanti vengono assorbite dalla condensa d'acqua.

Risultato: dal 70 al 90% d'inquinamento in meno. 
I consumi diminuiscono del 30% e del 50% in autostrada.
Per le prestazioni viene riscontrato un aumento di potenza del motore del 20%.
Unica pecca, almeno nel primo modello, l'acqua opera solo da un certo numero di giri del motore in poi.

IL MOTORE A VAPORE


Il motore Cyclone è una nuova generazione di motore a vapore in grado di funzionare con i dispositivi di reazione a bassa energia nucleare.

Questa tecnologia creata da Harry Schoell della Cyclone Power Technologies di Pompano Beach in Florida, utilizza un processo di rigenerazione per produrre energia dal vapore surriscaldato, il ciclone può anche riciclare il calore da altre fonti e può anche bruciare olio combustibile, propano e altri combustibili e biomasse e pare anche rifiuti.

Si tratta di un dispositivo a bassa manutenzione ed è al momento disponibile.

Questo motore è silenzioso e non necessita di olio motore perché è autolubrificante, ed ha anche bisogno di un minor numero di parti.
Tra l'altro non richiede radiatore, pompa dell'acqua, pompa dell'olio, iniettore di combustibile o convertitore catalitico. Ciò significa che è più piccolo e richiede meno manutenzione e lo rende ideale anche per produrre energia in casa.
Esiste anche una versione progettata per funzionare a 500° F da diverse fonti esterne di calore "sprecato" come; forni industriali e commerciali o su piccola scala, forni delle discariche, scarico di combustione dai veicoli, scarichi di generatori di energia biomassa.

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