Parte seconda
TERMINUS
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Per la prima volta nella sua lunga
carriera politica e della sua vita, Harla Branno, Sindaco della Fondazione, era
incapace, anzi non se la sentiva di prendere una decisione che potesse
comportare il rischio di cambiare lo “status quo” raggiunto, non negli ultimi
giorni, almeno, del suo governo. Non doveva ne poteva rinunciare
all'opportunità d’essere ancora a capo del governo, oltre il tempo legalmente
concesso, ottenuta in virtù dei suoi recenti meriti e dell'imminente cinquecentesimo anniversario
della Fondazione.
La proroga temporanea, solo di natura
rappresentativa, l’avrebbe ulteriormente e forse definitivamente consacrata
come migliore Sindaco degli ultimi secoli.
Il suo nome sarebbe stato ricordato e abbinato ai primi due grandi ed
ormai leggendari Sindaci, Hardin e Mallowe.
Era sempre stata la sua ambizione, il suo
massimo desiderio.
Trovarsi ad un passo dalla definitiva sua
realizzazione, la resa cauta, attenta, quasi restia ad intraprendere, in questo
ultimo breve lasso di tempo, qualsiasi azione che non fosse strettamente
correlata alla normale amministrazione. Avrebbe potuto avere tutti gli elementi
per essere pienamente soddisfatta e felice. Ma non lo era. Mancava all'appello
il giovane Consigliere Golan Trevize, croce e delizia di questi ultimi anni.
Il Consigliere,inconsapevole strumento
dell’abile Sindaco, destinato a procurarle quei meriti che ancora le mancavano,
poteva trasformarsi nell'unica macchia della lunga amministrazione politica
della Branno.
Eppure
tutto era stato studiato e curato fin nei minimi particolari. Erano anni che seguiva con interesse l’allora brillante studente.
Si compiacque poi dell’abilità di
pilota dimostrata durante il servizio volontario nella Marina Spaziale.
Attese pazientemente il precoce suo ingresso in politica, naturalmente
all’opposizione, con la carica di Consigliere.
Aveva tutte le qualità e i
requisiti per assolvere il piano abilmente congeniato: connettere i restanti
mondi ancora ostili alla sempre più vasta Confederazione, o almeno sotto
l’influenza commerciale della Fondazione.
Con l’importante accordo commerciale con
l’Unione Sayshell, ottenuto con il solo dimostrativo spiegamento di forze e
grazie all’inconsapevole “parafulmine” Trevize, sembrava che tutto funzionasse
come programmato e, invece…
- Che fine hai fatto, benedetto figliolo? – si trovò ad imprecare da
sola. – Come posso agire? Come può la
Fondazione intervenire se sei sparito senza lasciar traccia? Avessi anche il minimo indizio che sei ancora
su Comporellen, magari prigioniero, non esiterei ad intervenire. -
Erano trascorsi, ormai, diversi mesi da
quando l’innovativa astronave gravitazionale, “Far Star”, con a bordo Golan
Trevize e Janov Pelorat, erano partiti da Comporellen, per continuare la
ricerca, secondo la versione ufficiale, del mitico pianeta originario del
genere umano: La Terra.
Come spesso accade, quella ufficiale non è
l’unica, ne tantomeno la vera versione, ma quella opportunamente scelta e
giustificata anche dalla presenza dello storico Pelorat, per coprire alla cittadinanza
ed alla Galassia tutta, la vera natura della missione: la ricerca della Seconda
Fondazione.
Naturalmente la Branno non s’aspettava che
il misero equipaggio potesse riuscire laddove aveva fallito perfino il “Mule”,
che era dotato d’enormi poteri. Nemmeno credeva che il pur ottimo storico
potesse riuscire ad interpretare gli antichi documenti conservati nella
Biblioteca Imperiale di Trantor, come fece il grande Ebling Mis.
Non che avesse pretese in tal senso. C’era sì la
remota possibilità che potessero per davvero recarsi su Trantor, nonostante il
bluff abilmente architettato. Non era questo lo scopo. Non doveva permettere
che vi si presentasse una tale opportunità. C’era il rischio concreto, conoscendo lo storico
Pelorat e la sua instancabile dedizione negli studi, che potessero rimanere per
un lungo periodo, staticamente relegati nell’immensa Biblioteca Trantoriana,
in una ricerca sicuramente infruttuosa, visti i numerosi tentativi del passato.
La Branno, da vecchia volpe qual era, aveva
intuito che per indirizzare, non tanto l’anziano storico, quanto il giovane
Consigliere Trevize verso altre destinazioni, non doveva vietare, ma, al
contrario, invitarli, con tono perentorio, alla stregua di un ordine, a recarsi
su Trantor. Cosa che naturalmente fece confidando sul profilo caratteriale e
sullo stato d’animo del giovane Consigliere, mandato in esilio. Difatti,
nonostante le motivazioni addotte alla missione in corso, era un esiliato
politico allontanato per motivi d’ordine pubblico. Gli era stato imputato la
divulgazione d’opinioni, sull’esistenza della Seconda Fondazione, tendenziose
ed allarmanti.
Questa non
veritiera motivazione, lo stesso frustante, abbinata al suo
carattere ribelle ed all’avversità politica, fecero sì che tutte le sue
azioni future furono
incentrate verso un’opposizione totale
nei riguardi della “vecchiaccia” Branno. Senza sapere che in effetti, faceva proprio il suo gioco.
Il gioco aveva funzionato fino a che….
Quella stessa notte, ancora una volta
insonne, la Branno fu improvvisamente destata da un suono stridulo,
persistente, che annunciava una chiamata urgente sul canale governativo con
frequenza cifrata ad accesso protetto.
S’alzò imprecando contro la sua
dimenticanza per non aver disposto un suono più soft, almeno nelle ore
notturne. Attraversò l’intera stanza da letto fino a raggiungere l’ingresso
dello studio, percorrendo i restanti metri che ancora la dividevano dal
“visiofon” di corsa per accettare la chiamata e porre fine, finalmente, al
suono divenuto ormai snervante.
- Sindaco Harla Branno in attesa – disse
dopo aver digitato il codice personale d’accesso e atteso il via.
Immediatamente dopo apparve sul monitor il tempo occorrente affinché il
messaggio di accettazione giungesse a destinazione ed altrettanto d’attesa per
conoscere il contenuto, per un totale di circa 42 minuti.
Gli attuali tempi d’attesa nelle comunicazioni interstellari erano
sicuramente eccessivi in quei frangenti in cui si richiedeva una decisione
immediata.
Ma di contro comodi per meglio ponderare su eventuali azioni da
intraprendere.
Eppure rappresentavano nemmeno la decima parte dei tempi necessari in
passato, prima dell’innovazione “iperonda”.
In pratica le onde radio, i segnali video emessi dalle stazioni
planetarie venivano catturati tutti inizialmente da uno dei sei satelliti
orbitanti per essere smistati su frequenze assegnate in base alle priorità e
successivamente inviati alla centrale iperspaziale delle comunicazioni in
orbita al limite estremo di ogni sistema planetario.
Nella centrale gli incessanti segnali venivano convogliati e trasformati
in fasci luminosi ed inviati nell’iperspazio attraverso canali in costante
contatto con milioni di centrali dell’immensa galassia.
Ogni Centrale, nella funzione ricevente provvedeva a riconvertire i
fasci luminosi in onde radio ed a inviarle ai consueti sei satelliti che
ingabbiavano ogni pianeta abitato.
Erano anni che gli scienziati assicuravano di essere prossimi alla
realizzazione di una tecnologia capace di annullare le conversioni ed i
passaggi nelle comunicazioni interstellari, riducendo di fatto del 90% i tempi
di attesa.
Alla stato attuale, purtroppo le cose stavano così.
Naturalmente le difficoltà
maggiori le subivano quei mondi distanti tra loro, e Terminus, trovandosi
all’estrema periferia, lo era dalla maggior parte dei pianeti della galassia.
-Messaggio di
comunicazione prioritaria e riservata per il Sindaco Harla Branno- annunciò una
voce ferma, decisa, senza inflessioni, accenti o cadenze particolari che
potesse farne intuire la provenienza, ma in galattico standard, perfetto come
solo una registrazione non umana poteva fare.
Infine
concluse: prego inserire codice accettazione per codifica segnale.
Il Sindaco inserì il codice ed attese i 30
secondi di tempo concesso, come convenzionalmente stabilito, previa
disconnessione dal segnale ipervisivo con relativa perdita dei contenuti.
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