Il gas di Brown (ossidrogeno) è la combinazione di idrogeno ed ossigeno scomposti elettroliticamente dall’acqua.
Come sappiamo, l’acqua ricopre il 70% della superficie
terrestre e costituisce oltre il 65% del corpo umano. L’acqua pura a pressione
di 1 atmosfera si trasforma in vapore a 100°C e gela a 0°C.
La sua densità è
di 1 kg al litro.
Dal punto di vista chimico, l’acqua pura è composta da
due atomi di idrogeno ed un atomo di idrogeno (H2+O).
Essa è quindi un monossido di idrogeno.
Quest’ultimo è il primo elemento della tavola degli elementi e significa che “genera dell’acqua”, mentre Ossigeno significa che “genera la vita”.
Essa è quindi un monossido di idrogeno.
Quest’ultimo è il primo elemento della tavola degli elementi e significa che “genera dell’acqua”, mentre Ossigeno significa che “genera la vita”.
Sappiamo anche che senza acqua non c’è la vita.
Ma il prezioso elemento non è solo questo.
Ha molte potenzialità, alcune delle quali scoperte, approfondite, utilizzate, ed altre volutamente celate, anche se conosciute in passato.
Ha molte potenzialità, alcune delle quali scoperte, approfondite, utilizzate, ed altre volutamente celate, anche se conosciute in passato.
Una potenzialità che giustifica ed aiuta a comprendere la
tecnologia utilizzata dai popoli antichi per la creazione di alcune cose
ritenute fino ad ora impossibili, è stata scoperta da Ilya Velbov (1922-1998),
nato in Ungheria e naturalizzato in Australia col nome di Yull Brown.
Il “Gas di Brown” è stato brevettato e depositato la
prima volta nel 1977 in Australia e successivamente negli Stati Uniti il solito
anno ed anche nel 1978.
Il quale è riuscito a produrre, attraverso
l’elettrolisi, una miscela gassosa composta da Idrogeno e Ossigeno, mantenendo
il relativo rapporto stechiometrico dei due elementi: due atomi di idrogeno per
ogni atomo di ossigeno. Tale gas può essere immagazzinato sotto pressione come
quello naturale ed è sufficiente una bottiglia di plastica per contenerlo. In
questo rapporto tra Idrogeno e Ossigeno si verificano effetti molto speciali.
In genere, quando brucia, l’idrogeno produce una fiamma
lenta oppure un’esplosione sommessa; se invece è combinato con l’ossigeno
può divenire una miscela
altamente esplosiva.
Al contrario i due elementi adoperati nelle stesse proporzioni presenti nell’acqua non producono esplosioni e una volta riuniti, a mezzo di una scintilla, implodono generando un gas. Questo gas sfrutta gli atomi e non le molecole e la fiamma che ne scaturisce riesce a vaporizzare le sostanze che si pongono davanti ad essa perché interagisce con la sostanza dell’oggetto che sta trattando.
Pur sviluppando un calore di 130°C, il gas riesce a vaporizzare il tungsteno che si scioglie a circa 6.000°C, permettendo allo stesso tempo di tenere con una mano il tungsteno che si vaporizza o l’oggetto da tagliare.
altamente esplosiva.
Al contrario i due elementi adoperati nelle stesse proporzioni presenti nell’acqua non producono esplosioni e una volta riuniti, a mezzo di una scintilla, implodono generando un gas. Questo gas sfrutta gli atomi e non le molecole e la fiamma che ne scaturisce riesce a vaporizzare le sostanze che si pongono davanti ad essa perché interagisce con la sostanza dell’oggetto che sta trattando.
Pur sviluppando un calore di 130°C, il gas riesce a vaporizzare il tungsteno che si scioglie a circa 6.000°C, permettendo allo stesso tempo di tenere con una mano il tungsteno che si vaporizza o l’oggetto da tagliare.
Infatti la fiamma si concentra solo nel punto ove
avviene l’azione e l’operazione di taglio si verifica prima che il calore,
condotto dal metallo, abbia il tempo di giungere alla mano, contrariamente ai
dispositivi convenzionali per i quali si devono indossare guanti di amianto.
Non emette radiazioni nocive e la sua fiamma può essere
guardata senza maschere protettive; è inodore e non nuoce se inalato, non
esaurisce l’ossigeno vicino alla fiamma perché proprio da questo deriva e da
come residuo, dopo la sua combustione, dell’acqua.
Fonte varie da Web
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