Giovanni Caselli (Siena 1815 – Firenze
1891) è stato un abate e inventore italiano. È unanimemente ricordato come
l’inventore del pantelegrafo. La definizione deriva dall’unione della parola
pantografo (mezzo che copia disegni e immagini) con telegrafo (macchina che
invia messaggi attraverso una linea).
Di fatto tale dispositivo fu il precursore del fax.
Compì gli studi letterari e scientifici a Firenze, dove
fu discepolo di Leopoldo Nobili.
Nel 1841 si trasferì a Parma dove accettò l’incarico di
precettore dei figli del Conte L. Sanvitale.
Nel 1849, quando Carlo di Borbone fu reintegrato dagli
Austriaci nel governo di Parma e Piacenza, il Caselli, avendo avanzato e
sostenuto la proposta di annessione di Parma al Regno Sardo (nel 1848), fu
costretto a emigrare precipitosamente e a riparare a Firenze, dove si dedicò
esclusivamente a ricerche e studi ed insegnò fisica presso l’università.
Le ricerche del Caselli erano orientate inizialmente a
perfezionare gli apparecchi telegrafici, nel tentativo di eliminare i numerosi
difetti e di riuscire a realizzare un sistema, nel quale, anziché usare segnali
convenzionali, si potesse effettuare la diretta trasmissione delle lettere o
addirittura dello stesso manoscritto.
Nel 1855 conseguì i primi risultati pratici ottenendo
così un piccolo aiuto finanziario che gli consentì di costituire una piccola
società per la costruzione di un trasmettitore e di un ricevitore adattabili
alle ordinarie linee telegrafiche.
Merito principale del Caselli è la risoluzione del problema del
sincronismo di due apparati di telecomunicazione (ricevente e trasmittente)
posti a notevole distanza, problema ritenuto insolubile visto anche i
precedenti tentativi falliti, compiuti dai fisici inglesi Bain e Blackweir.
Nel 1856, il 2 Giugno, Caselli riuscì a realizzare un
apparecchio, denominato pantelegrafo o telegrafo universale, che risolveva il
problema della trasmissione a distanza dei documenti.
Il sistema sviluppato da Caselli si basa sulla
scansione di immagini che vengono trasmesse con i codici Morse e ricomposte
all’arrivo con sistema analogo.
Propose la sua invenzione al governo toscano, che però
si rifiutò di accoglierla. Caselli allora si trasferì a Parigi, dove presentò
il suo pantelegrafo a Paul Gustave Froment, uno dei più stimati costruttori di
apparecchi scientifici francesi.
Pantelegrafo 1861 |
La prima invenzione fu brevettata nel 1861 e presentata
a Firenze, alla prima esposizione del Regno d’Italia, senza riuscire a
soddisfare le aspettative del Caselli, tanto che lo stesso fece ritorno a
Parigi e con l’aiuto di Froment riuscì ad interessare le autorità politiche ed
ottenere l’appoggio di Napoleone III, che lo insignì anche della Legione
d’Onore, poté disporre, per ulteriori prove e collaudi, dell’intera rete
francese.
Nel 1863 il governo francese acconsentiva ad adottare
il pantelegrafo Caselli per le sue linee telegrafiche.
Il servizio fu avviato nel 1865 sulla tratta
Parigi-Lione e successivamente esteso anche sulla linea Lione-Marsiglia.
Pantelegrafo 1866 |
Nel 1871, quando Parigi fu assediata dai Prussiani, il
servizio telegrafico cessò e non fu più ripristinato.
Il pantelegrafo funzionò anche tra Londra e Liverpool,
ma il servizio pubblico preventivato non fu mai realizzato a causa della crisi
inglese del 1864. Anche la Russia si interessò al pantelegrafo, utilizzandolo
per scambi di messaggi tra le due residenze imperiali di San Pietroburgo e
Mosca.
La Cina nel 1863 si interessò all’apparecchio e richiese una
dimostrazione da effettuarsi a Pechino, che però si risolse in un nulla di
fatto.
L’unico esemplare superstite dei pantelegrafo è
conservato a Napoli nell’Istituto tecnico “G.B. della Porta”, mentre una copia
esatta è a Roma nella sala del Documentario dei primati scientifici del
Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Oltre al pantelegrafo, Caselli realizzò anche altre
invenzioni: un siluro (che probabilmente, però, non vide mai la luce per un
ripensamento pacifista); un timone idromagnetico per le navi; una torpedine
automatica e il “cinemografo”, un apparecchio per misurare la velocità dei
treni.
Giovanni Caselli morì a Firenze il 5 ottobre del 1891.
Fonte varie da web
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