Voglio ricordarla con una sua poesia che conservo
VIAGGIO
...Già vecchio partì di sera e la notte camminò sotto le stelle;
gli uomini si erano trasformati e gli animali si sentivano braccati;
dall'acerba terra spaccata s'erge un fiore di metallo.
Un recinto di filo spinato coprì l'occhio che lo vide e non fece più ritorno.
Quel bimbo già vecchio si era fermato.
Attimi, fatiche per i campi come sassi al sole dispersi al vento.
E quegli occhi continuano a vagare.
Cos'è che nella gabbia offusca la prigione di una mente?
Perché il filo spinato attorciglia i pensieri rendendoli schiavi?
Perché nel silenzio di una strada ti liberi abbracciando il vuoto come se fosse vita?
Perché questo peso travolge un momento?
Tristemente mordendo la strada un urlo squarcia la notte.
Ombre affumicate nell'aria grigia interano.
Sopra un bicchiere rannicchiata l'ultima goccia implora pietà ed i cani abbaiano nella notte afosa.
Danzando le idee se ne vanno accostando la porta senza rumore, quasi come una persona offesa.
Roteando le palpebre cadono sopra i pensieri che per la prima volta nudi scoprono i loro corpi.
E per la strada che bagnata tace un ombra.
Poi solo la monotonia dell'acqua che malinconica cade giocando con il silenzio.
Adriana
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