martedì 10 dicembre 2013

MACEDONIO MELLONI Lo Scienziato "rivoluzionario"

Macedonio Melloni (Parma 11 Aprile 1798 - 1854) figlio di un ricco commerciante, studia nella sua città natale presso l'Accademia delle Belle Arti.
Nel 1819 si trasferisce a Parigi dove segue corsi di matematica e fisica presso l'Ècole Polytechnique.
Nel 1824 ritorna a Parma assumendo la supplenza della cattedra di fisica teorica e pratica di cui è titolare Pietro Spagnoni; divenendone, poi, titolare nel 1827.
Nel 1825 fece costruire per l'Università di Parma un "magnetoscopio" di notevolissima sensibilità.

Nel 1830 pubblicò alcuni lavori sulle previsioni barometriche ed igrometria.

Dopo la scoperta di un nuovo tipo di termoscopio da parte dello scienziato reggino Leopoldo Nobili, inizia a studiare l'energia radiante, ottenendo notevoli risultati scientifici: dimostra che il calore radiante si comporta come la luce, oggi è noto come col nome di "raggi infrarossi". 

Grazie ai suoi studi si arriva alla sostanziale unificazione di fenomeni fino ad allora noti come luminosi, caloriferi e chimici.
È stata la più grande unificazione in fisica, prima dell'unificazione dei fenomeni elettrici e magnetici fatta da James Maxwell.


A causa dei moti rivoluzionari che investirono l'Italia ed in particolare il Ducato
Termomoltiplicatore
di Parma e Modena, verso la fine dell'anno 1830 per aver pubblicamente esaltato la rivolta e per il suo impegno politico con l'ambiente liberale parigino venne destituito dall'insegnamento. Pochi mesi dopo, nel Febbraio 1831, entra nel governo provvisorio e, successivamente, con il ritorno di quello precedente, fu costretto a fuggire in Francia. Analoga sorte toccò anche a Nobili, tanto che i due fisici si ritrovarono a Parigi. Qui lavorarono insieme al perfezionamento del termoscopio a pile-elettriche (termomoltiplicatore), che Melloni applicò subito allo studio del calore raggiante.


Dopo il periodo francese si trasferì a Ginevra, dove coadiuvato da due famosi fisici, suoi amici, P. Prèvost e A. de La Rive, riuscì a portare a termine i suoi studi sulla trasmissione del calore. 

Nel 1834, su sollecitazione di Michael Faraday, la Royal Society di Londra assegna al Melloni la medaglia Rumford (il "Nobel dell'epoca"). Tale ambito riconoscimento gli fece ottenere fama e celebrità in tutta l'Europa: le sue scoperte si diffusero presto negli ambienti scientifici e non, anche grazie alle pubblicazioni delle sue teorie in moltissimi libri di testo di tutto il mondo.
Venne nominato membro dell'Accademia di Francia, di Pietroburgo, di Stoccolma e di Berlino.


Osservatorio Vesuviano di Napoli
Fino al 1838 Melloni rimase in Francia dove, dopo un incarico all'Università di Montpellier, gli fu offerta la cattedra di Fisica a Parigi; in quell'anno, il governo di Parma gli concesse la grazia e gli permise la residenza nel Ducato.
Ma lui preferisce trasferirsi a Napoli, per dirigere l'Osservatorio Meteorologico e il Conservatorio d'Arti e Mestieri. A Napoli fonda l'Osservatorio Vesuviano, il primo osservatorio vulcanologico al mondo, inaugurato nel 1845.

La sua passione politica lo porta nuovamente ad essere protagonista dei moti del 1848. Il che gli costa, ancora una volta, la rinuncia forzata a tutti gli incarichi pubblici. È costretto a ritirarsi a Portici, alle porte di Napoli, senza più risorse economiche. Vive grazie alla generosità di amici e colleghi, prima di morire nel 1854.

Il Banco di Melloni, ampiamente utilizzato nei laboratori didattici dell'epoca, è
Banco di Melloni
un banco ottico per lo studio della radiazione termica (a quei tempi chiamata "calorico raggiante"), costituito da un regolo graduato orizzontale, fissato ad una piattaforma di legno sul quale poggiano, mediante sostegni scorrevoli, una sorgente di luce, un rivelatore e vari altri accessori.
Il rivelatore è un termoscopio differenziale di grandissima sensibilità, che è costituito da una pila termoelettrica, formata da qualche decina di coppie antimonio-bismuto, collegata ad un galvanometro astatico di Nobili.

Fonte varie da Web




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