Sconvolgente notizia dall’Australia:
una
nota multinazionale farmaceutica è stata autorizzata a irrorare due terzi del
territorio australiano con un agente patogeno del colera geneticamente
modificato con l’intento di effettuare un’operazione di vaccinazione di massa
della popolazione per via aerea.
Il giorno 04 Dicembre 2014, i media australiani hanno
infatti annunciato che la PaxVax, una nota industria farmaceutica specializzata
nello studio e nella produzione di vaccini e avente sede legale a Menlo Park in
California, ha richiesto ed ottenuto dal Department of Health Office of the
Gene Technology Regulator (il dipartimento sanitario australiano preposto alle
tecnologie geniche) di poter eseguire una sperimentazione su larga scala, una
sorta di “immunizzazione di massa”, come i giornali l’hanno definita, mediante
l’utilizzo di aerei equipaggiati con tecnologie di aerosol.
Scopo ufficiale e dichiarato di questa operazione è la
sperimentazione di un vaccino contenente il batterio del colera geneticamente
modificato, un vaccino che sarebbe finalizzato quindi a combattere il colera.
Il Vibrio Cholerae è l’agente eziologico della
gastroenterite nota come Colera, una patologia solitamente legata al consumo di
acqua contaminata. Esso si trova generalmente in ambienti acquatici nelle zone
tropicali e pare che sia stato isolato in alcune aree dell’Australia del Nord.
Eppure questa operazione non riguarderà le limitate aree
in cui tale agente patogeno è stato rilevato, ma interesserà gli interi stati
del Queensland, del South Australia, del Victoria e della Western Australia,
vale a dire oltre i due terzi dell’immenso territorio australiano.
Resterebbero
infatti esclusi dalla sperimentazione soltanto gli stati del New South Wales e
i Territori del Nord, curiosamente proprio quelli dove il Vibrio Cholerac
sarebbe stato individuato.
Il test avrà la durata di un anno e la stampa
australiana rassicura la popolazione dichiarando che la PaxVax garantirà un
certo numero di misure di controllo “per limitare la diffusione e la
persistenza del vaccino transgenico al fine di non danneggiare la flora e la
fauna delle aree interessate”.
Sembra fantascienza, ma purtroppo non lo è.
Si tratta
di una inquietante ed allarmante realtà.
Mi chiedo come sia possibile che le autorità politiche
e sanitarie australiane abbiano concesso ad una multinazionale farmaceutica
privata, per di più statunitense, di poter testare un vaccino “geneticamente modificato”
su oltre due terzi del territorio australiano e con l’impiego di mezzi aerei.
Milioni di persone saranno esposte a questo agente
patogeno geneticamente modificato che verrà irrorato dal cielo e che si
depositerà ovunque, venendo assorbito anche dagli animali e dalla vegetazione e
penetrando nelle falde acquifere.
Come rileva il sito Beforeitnews.com, già in passato
negli Stati Uniti ed altrove sono state condotte svariate campagne per
vaccinare il bestiame tramite la dispersione di involucri contenenti il
“prodotto” che venivano dispersi da aerei. Ma in quei casi anche la popolazione
fu “vaccinata” a sua insaputa.
Questa volta invece pare che sia proprio la
popolazione il vero obiettivo di questa “vaccinazione forzata”.
Sappiamo bene che, mediante l’irrorazione aerea,
vengono costantemente diffuse da anni nei nostri cieli sostanze tossiche
altamente inquinanti e metalli pesanti, e che questo avviene con la consapevole
complicità delle nostre autorità politiche e sanitarie, che ne sono
perfettamente al corrente e che fanno di
tutto per nasconderlo all’opinione
pubblica e ai mezzi di informazione.
Temo quindi che, con la scusa dell’irrorazione per via
aerea di presunti vaccini sperimentali, si stia tentando di dare una parvenza
di legittimità alla dispersione aerea di qualsiasi sostanza, dal momento che
questo intenso traffico aereo (formalmente non autorizzato) è ormai sotto gli
occhi di tutti.
Già nel 2006, in uno studio realizzato per la Yale
School of Public Health da Michael Greenwood, intitolato “L’irrorazione aerea
riduce efficacemente l’incidenza del virus del Nilo Occidentale tra gli esseri
umani”, si tentava di convincere l’opinione pubblica dei presunti benefici a
fini sanitari delle tecniche di aerosol.
In questo studio infatti si affermava (sempre in
relazione al virus del Nilo Occidentale) che “l’incidenza della malattia può
essere significativamente contenuta attraverso lo spargimento aereo di appositi
antidoti su vasta scala”.
L’operazione in atto in Australia appare ancora più
inquietante se si va a vedere che cos’è la PaxVax, una potente multinazionale
farmaceutica che ha tratto enormi profitti negli ultimi anni dalla creazione e
dalla commercializzazione dei vaccini per l’influenza aviaria e per altre
presunte pandemie.
1 commento:
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