Si chiamano cellule “Hela” e crescono dagli anni Cinquanta nei
laboratori di tutto il mondo. E’ la prima linea cellulare derivata da cellule
umane, ed è considerata immortale.
Le ricerche effettuate utilizzando le cellule Hela hanno portato ai più
importanti avanzamenti nel campo della medicina. Basti dire che grazie ad esse,
nel 1952, l’anno peggiore per la poliomielite, fu messo a punto il vaccino che
protesse milioni di persone.
Ma per mezzo di queste cellule i ricercatori hanno
anche imparato le tecniche di base per la clonazione e su di esse sono state
condotte importantissime ricerche genetiche, sono stati sviluppati farmaci
contro i tumori, l’Aids, l’herpes, la leucemia, l’influenza, la malattia di
Parkinson e tante altre malattie.
Ben cinque premi Nobel sono stati attributi per
ricerche condotte su di esse.
HeLa sta per Henrietta Lacks, la cui incredibile storia è stata raccontata
da Rebecca Skloot nel libro “The Immortal Life of Henrietta Lacks.
Henrietta Lacks era,
nel 1951, una donna di colore di 30 anni, che a stento sapeva leggere e
scrivere, discendente di schiavi liberati.
In quegli anni, da tempo si provava inutilmente a far
crescere cellule umane in laboratorio, per poter effettuare fuori dal corpo
umano ricerche di fisiologia e sperimentazioni di nuovi farmaci che non si
sarebbero mai potuto condurre su esseri viventi.
Inevitabilmente, le cellule o non si sviluppavano
proprio – anche perché non si sapeva esattamente di quali nutrienti avessero
bisogno – o si infettavano, o comunque si rivelavano troppo deboli per
crescere.
Ma un giorno del 1951, nel laboratorio del dottor George Gey del Johns Hopkins Hospital di Baltimora,
avvenne qualcosa che lasciò tutti di stucco. Le cellule prelevate da un tumore
della cervice uterina di una paziente operata pochi giorni prima, giunte in
laboratorio in una provetta sulla quale c’era scritto solo “HeLa”, stavano replicandosi
a rotta di collo, raddoppiando di numero ogni 24 ore.
Era nata la prima linea immortale di cellule umane, che
nel giro di pochi anni sarebbe stata distribuita in tutti i laboratori del
mondo.
Tutto inizia il 29 Gennaio 1951. Henrietta entra nel
reparto di ginecologia del Johns Hopkins Hospital. Ha un appuntamento con il
dottor Howard Jones, per un controllo
ginecologico. La donna è disorientata, non ha confidenza con gli ospedali ed i
test clinici: da quelle parti è ancora il tempo di ambulatori separati per
bianchi e neri.
Visitandola, il dottor Jones trova un tumore viola
brillante sulla cervice uterina, che sanguina appena viene sfiorato: di questo
aspetto non ne aveva mai visti prima. Fa una biopsia e spedisce il materiale in
laboratorio, mentre Henrietta se ne torna a casa con il marito e i suoi cinque
figli piccoli.
Dopo pochi giorni il dottor Jones riceve il responso
del laboratorio: carcinoma epidermoide della cervice, stadio I. Vuol dire
cancro.
Quello che sorprende il dottor Jones è che Henrietta aveva partorito in
quello stesso ospedale quattro mesi prima, ma allora nel suo utero di quel
tumore non c’era traccia. A che velocità era cresciuto?
Dopo aver ricevuto il responso del laboratorio,
Henrietta viene richiamata in ospedale per l’intervento. La opera il dottor Lawrence Wharton, che preleva un pezzo di tessuto
dal tumore di Henrietta e un altro da una porzione sana della sua cervice, e
spedisce tutto nel laboratorio del dottor Gey, un patologo che, fino ad allora
senza successo, stava provando a far crescere cellule umane in laboratorio. Come di prassi, nessuno chiede a Henrietta il consenso per il prelievo.
Ma, mentre le cellule tumorali di Henrietta crescevano
velocemente all’interno delle provette marcate con la sigla “HeLa”, altrettanto
velocemente crescevano nel suo organismo. Il 4 Ottobre di quell’anno, Henrietta
muore e viene sepolta in una tomba senza lapide nel cimitero di Clover, in
Virginia.
Non seppe mai nulla del fatto che avrebbe continuato a
vivere nelle piastre dei laboratori di tutto il mondo. E nulla seppero i suoi
familiari. Fino a quando, nel 1976, non furono contattati da ricercatori della Johns Hopkins University, interessati a compiere
studi su di loro, per saperne di più sulla genetica delle cellule HeLa.
I figli di Henrietta furono scioccati nell’apprendere
quanto era stato fatto con le cellule prelevate alla loro madre, che esse
avevano dato un enorme contributo alla scienza e dato impulso a floridissime
compagnie di ricerca
E pensare che i figli di Henrietta non potevano
permettersi di pagare un’assicurazione sanitaria. Proprio per questa enorme
contraddizione, considerato il contributo che le cellule di Henrietta hanno
dato alla scienza medica, Rebecca Skloot,
l’autrice del libro su questa eccezionale vicenda, ha avviato la Henrietta Lacks
Foundation, con lo scopo di raccogliere fondi per aiutare i
familiari della donna a ricevere una formazione scolastica e a pagarsi
un’assicurazione sanitaria.
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