Parte prima
COMPORELLEN
1
- Amore - con insospettabile dolcezza, la donna, tracciando con un dito il profilo delle labbra amate, sussurrò all’uomo che ancor cingeva in un tenero abbraccio.
- Tesoro - ricambiò l’uomo con voce già desta.
Erano ancora pochi i giorni della loro intimità, ma già lo sentiva suo da sempre.
- Non puoi continuare a torturarti così! Smetti di cercare colpe che non hai! -
- Si, lo so! – rispose. - Non credere che non ci stia provando. E’ che… - fece una pausa, pochi attimi, ma sufficiente a ripercorrere gli avvenimenti.
- Proprio non riesco a farmene una ragione - Ancor prima che ebbe finito di parlare, si alzò dal letto e stancamente, nella penombra della camera, si portò alla scrivania.
Si sedette ed appoggiò i palmi di entrambe le mani sul piano della stessa, per innestare il meccanismo d’illuminazione del mobile.
In realtà era sufficiente sfiorare un punto qualsiasi per ottenere una tenue ed omogenea luminescenza perlacea.
L’azione, non del tutto istintiva, era dettata non tanto dalla somiglianza col computer della ”Far Star” quanto dal desiderio di quiete psicologica che solo il “ suo computer” poteva dargli. Poi sfiorò, era questo il modo, il primo dei cerchi perlacei posto alla sua destra e lentamente il piccolo scomparto, posto sotto il piano, sci- volò via con movimento fluido e silenzioso, illuminandosi con la stessa tenue luminescenza e solo a fine corsa.
Quante volte aveva ripetuto quei gesti, quel rito? Quante altre volte e notti insonni l’attendevano ancora?
“Da quanto tempo sono qui?
Quante volte mi sono posto questa domanda? Mai una risposta! Sono qui solo, in compagnia dei miei rimorsi, la mente volta al passato.”
Chiuse gli occhi, sparirono le ombre e come una spirale di vortice, il turbinio di ricordi lo trascinò in un sogno non più realtà.
“E non s’avvide del vuoto che s’appressava ai suoi piedi, mentre l’abisso, vicino, pauroso e profondo, lo attendeva”.
All’improvviso cadde! E’ la fine, pensò.
Si sentì avvolgere, qualcosa gli cingeva le spalle, il petto, s’avvinghiava alle gambe, s’insinuava nei capelli.
Quale orrenda creatura si celava in tale abisso?
La sentiva respirare, poi percepì l’odore…, odore?
S’avvolse di un dolce tepore simile a…, si! Simile al calore umano, e lo era!
Intense emozioni lo investirono.
Sono qui, vivo! Non più solo!
La creatura calda, profumata gli sussurrò: - Golan, amore mio, vieni, fammi compagnia, la notte è ancora lunga. -
In silenzio, Golan Trevise, Consigliere di Terminus, la seguì.
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