Diversi anni fa, dopo l'ennesima rilettura di tutta la saga Asimoviana, crebbe in me il desiderio di completare l'intera "epopea" , congiungendo i vari cicli con un ultimo romanzo, come sicuramente avrebbe fatto, se solo ne avesse avuto il tempo, il grande Isaac Asimov.
Non ho la pretesa di essere uno scrittore, iniziai a scrivere alcune centinaia di pagine di quello che sarebbe dovuto essere l'opera finale, solo ed esclusivamente per mettere in ordine i miei pensieri, a tutto ciò che durante le letture ideavo, con la speranza che sarebbe stato proprio quello che avrebbe avuto in mente di fare Asimov.
Poi non so per quale motivo ho smesso.
A volte i sogni son belli quando rimangono chiusi nel cassetto.
Chissà se mi ritornerà la voglia.
L ‘ UOMO DELLA FONDAZIONE
( FOUNDATION ‘ S MAN )
PROLOGO
Il primo ed ancora unico Impero Galattico, formato dall’unione di decine di milioni di mondi abitati e che da circa diecimila anni governava con pace e prosperità in tutta la Galassia conosciuta, era in decadenza.
Iniziata secoli addietro questa fase inarrestabile ed ormai piena avrebbe, inesorabilmente, avuto come epilogo, la fine, in tempi brevi, dello Impero stesso.
Nulla più poteva esser fatto se non tentare di ridurre il tempo di interregno, un nuovo “medioevo”, caratterizzato da lotte di potere, guerre ed inevitabili barbarie, stimato in circa trentamila anni, prima di un’ eventuale secondo impero.
Un solo uomo in tutta la Galassia, Hari Seldon, capì, analizzò e previde l’intera fase.
L’allora giovane e sconosciuto di Helicon, presentò al decennale Convegno Matematico tenutosi su Trantor, capitale dell’Impero, una nuova scienza, quella che per lui, inizialmente, era solo un’esercitazione teorica : la psicostoria.
Essa, solo a lui comprensibile , studiava i comportamenti sociali ed economici d’intere masse d’individui, fino a predirne il futuro orientamento. Quanto più ingenti erano tali masse, e l’intera Galassia ne contava più di cinque milioni di miliardi, tanto più i comportamenti collettivi trasformati in equazioni s’ avvicinavano alla certezza matematica, a patto, però, che le stesse rimanessero all’oscuro, tale da non essere in nessun modo influenzate.
Seldon, inizialmente persuaso da Eto Demerzel, Primo Ministro dell’Impero ( suo persecutore ), nelle vesti del giornalista Chetter Hummin ( suo protettore ), alla fine rivelatosi R. Daneel Olivaw, il leggendario robot umanoide, capì che un’applicazione pratica della sua psicostoria poteva ridurre il periodo d’interregno da trentamila a soli mille anni.
Grazie al costante incitamento ed al valido aiuto dell’ex-cistermista Yugo Amaryl, suo fedele collaboratore e grazie alla “donna tigre” Dors Venabili, sua compagna e guardia del corpo, gettò le basi per il nascente Piano Seldon.
Furono istituite due fondazioni ai lati opposti della Galassia.
La prima, tecnologica, conosciuta, su Terminus , isolato pianeta alla estrema periferia, con il compito di formare, nei mille anni previsti, il Secondo Impero Galattico.
La prima, tecnologica, conosciuta, su Terminus , isolato pianeta alla estrema periferia, con il compito di formare, nei mille anni previsti, il Secondo Impero Galattico.
La seconda, mentalica, sconosciuta, su Trantor al centro della Galassia, con il compito di sorvegliare e tutelare il pieno rispetto del piano Seldon.
Parallelamente, un pianeta ancor più sconosciuto, Gaia, mondo leggendario nei credi popolari dei soli pianeti confinanti; fondato, millenni addietro, da robot umanoidi, inseguiva un nobile e grandioso progetto : Galaxia.
L’intero pianeta aveva sviluppato una coscienza globale cui tutti erano partecipi: gli umani, il mondo animale, quello vegetale ed ogni altro elemento naturale. Nonostante la sua imparagonabile forza mentalica, non poteva arbitrariamente decidere il destino dell’intera umanità, ma fu soggetto al giudizio di un unico essere umano, Golan Trevize, il quale, secondo loro aveva il dono di effettuare la scelta giusta, senza ingerenza alcuna, anche partendo da pochi elementi di conoscenza.
Trasformare, però, l’intera Galassia in un unico organismo cosciente, imponeva l’acquisizione, da parte di Trevize, di maggiori elementi conoscitivi per avvalorare la scelta istintivamente effettuata.
A bordo della nave spaziale gravitazionale Far Star, aiutato dallo storico Janov Pelorat e protetto da Gaia nelle vesti dell’avvenente Bliss viaggiarono alla ricerca del mitico pianeta originario del genere umano, la Terra.
Dopo alterne vicende e rocambolesche fughe da pianeti sconosciuti e abbandonati, giunsero alla meta.
Le risposte ai numerosi interrogativi, misteri della loro stessa esistenza gli furono rivelate.
La conoscenza dei nuovi elementi diede conferma a Galaxia.
Il timore di una nuova minaccia incombeva sull’intera umanità
2 commenti:
Riuscire a sintetizzare l'epopea asimoviana in poche righe anche se comprensibili ai lettori di Asimov, non è un impresa da poco. Comunque il prologo è esaudiente.
Bravo. Hai una fantasia molto vivace ed una scrittura che scorre bene. Complimenti.
Pasquale
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