domenica 26 maggio 2013

L'UOMO DELLA FONDAZIONE Prologo


 Diversi anni fa, dopo l'ennesima rilettura di tutta la saga Asimoviana, crebbe in me il desiderio di completare l'intera "epopea" , congiungendo i vari cicli con un ultimo romanzo, come sicuramente avrebbe fatto, se solo ne avesse avuto il tempo, il grande Isaac Asimov.
 Non ho la pretesa di essere uno scrittore, iniziai a scrivere alcune centinaia di pagine di quello che sarebbe dovuto essere l'opera finale, solo ed esclusivamente per mettere in ordine i miei pensieri, a tutto ciò che durante le letture ideavo, con la speranza che sarebbe stato proprio quello che avrebbe avuto in mente di fare Asimov.
 Poi non so per quale motivo ho smesso.
 A volte i sogni son belli quando rimangono chiusi nel cassetto.  
 Chissà se mi ritornerà la voglia.                          


                             L ‘ UOMO  DELLA  FONDAZIONE

                                  ( FOUNDATION ‘ S  MAN ) 


PROLOGO



 Il primo ed ancora unico Impero Galattico,  formato  dall’unione di decine di milioni di  mondi  abitati  e  che  da  circa  diecimila anni governava con pace e prosperità in tutta la Galassia conosciuta, era in decadenza.   

        Iniziata secoli addietro questa fase inarrestabile  ed  ormai piena avrebbe, inesorabilmente, avuto come epilogo, la fine, in tempi brevi, dello Impero stesso.    
        Nulla più poteva  esser  fatto se non tentare di ridurre il tempo di interregno,  un nuovo  “medioevo”,  caratterizzato  da  lotte di potere, guerre ed inevitabili barbarie,  stimato in circa trentamila anni,  prima  di  un’ eventuale  secondo  impero. 
        Un  solo  uomo in tutta la Galassia,  Hari Seldon,  capì, analizzò e previde l’intera fase.                          
        L’allora giovane e sconosciuto di Helicon, presentò al decennale Convegno Matematico tenutosi su  Trantor, capitale dell’Impero, una nuova scienza, quella che per lui,  inizialmente,  era solo un’esercitazione teorica :  la psicostoria.
        Essa,  solo a lui comprensibile , studiava i comportamenti sociali ed economici d’intere  masse  d’individui,  fino  a  predirne  il  futuro orientamento. Quanto più ingenti erano tali masse, e l’intera Galassia ne contava più  di  cinque  milioni  di  miliardi,  tanto più i comportamenti collettivi trasformati in equazioni  s’ avvicinavano alla certezza matematica,  a patto,  però,  che  le  stesse rimanessero  all’oscuro, tale da non essere in nessun modo influenzate.

        Seldon, inizialmente persuaso da Eto Demerzel, Primo Ministro dell’Impero ( suo persecutore ),  nelle  vesti  del  giornalista  Chetter Hummin ( suo protettore ),  alla fine rivelatosi  R. Daneel Olivaw, il leggendario robot umanoide, capì  che  un’applicazione  pratica  della sua  psicostoria  poteva ridurre il periodo d’interregno da trentamila a soli mille anni.
   Grazie al costante incitamento ed al valido aiuto dell’ex-cistermista Yugo Amaryl,  suo  fedele collaboratore e grazie alla  “donna  tigre” Dors Venabili, sua compagna e guardia del corpo, gettò le basi per il nascente Piano Seldon.                                                             

       Furono  istituite  due  fondazioni  ai  lati  opposti  della  Galassia.                                            
    La prima,  tecnologica,  conosciuta,  su Terminus , isolato pianeta alla estrema periferia, con il compito di formare, nei mille anni previsti, il Secondo Impero Galattico.

       La seconda,  mentalica,  sconosciuta,  su  Trantor  al centro della Galassia,  con  il compito di sorvegliare e tutelare il pieno rispetto del piano Seldon.

       Parallelamente,  un  pianeta ancor più sconosciuto, Gaia,  mondo leggendario  nei  credi  popolari  dei  soli pianeti confinanti;  fondato, millenni addietro, da robot umanoidi, inseguiva un nobile e grandioso progetto : Galaxia.

       L’intero pianeta aveva sviluppato una coscienza  globale cui tutti erano partecipi:  gli umani, il mondo animale, quello vegetale ed ogni altro  elemento  naturale.    Nonostante  la  sua  imparagonabile  forza mentalica,  non  poteva  arbitrariamente decidere il destino dell’intera umanità,  ma fu soggetto al giudizio di un unico essere umano, Golan Trevize,  il quale,  secondo  loro  aveva  il dono di effettuare la scelta giusta,  senza ingerenza alcuna,  anche  partendo da pochi elementi di conoscenza.   

       Trasformare,  però,  l’intera   Galassia   in  un  unico   organismo cosciente,  imponeva l’acquisizione,  da parte di Trevize,  di maggiori elementi conoscitivi per avvalorare la scelta istintivamente effettuata.

       A bordo della nave spaziale gravitazionale Far Star, aiutato dallo storico  Janov Pelorat  e protetto da  Gaia  nelle vesti dell’avvenente Bliss  viaggiarono alla ricerca del mitico pianeta originario del genere umano, la Terra.                                                                                

    Dopo alterne vicende e rocambolesche fughe da pianeti sconosciuti e abbandonati, giunsero alla meta.                                                  

     Le  risposte  ai  numerosi  interrogativi,  misteri  della  loro  stessa esistenza gli furono rivelate.                                                                  

     La conoscenza dei nuovi elementi diede conferma a Galaxia.        

     Il timore di una nuova minaccia incombeva sull’intera umanità

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Riuscire a sintetizzare l'epopea asimoviana in poche righe anche se comprensibili ai lettori di Asimov, non è un impresa da poco. Comunque il prologo è esaudiente.

Pasquale ha detto...

Bravo. Hai una fantasia molto vivace ed una scrittura che scorre bene. Complimenti.
Pasquale